Dieci Paesi Ue vogliono cambiare la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. Il prossimo anno sapremo se Trump è riuscito a frenare l’arrivo di droga eliminando i migranti irregolari

Anche se le ‘sinistre globaliste europeiste’ fanno finta di non vedere, tanti Paesi dell’Unione europea vogliono frenare l’arrivo di migranti che abbassano i salari e riducono i diritti dei lavoratori

La questione migranti riguarda ormai tutto il cosiddetto Occidente industrializzato. Nel Regno Unito il Primo Ministro laburista, Keir Starmer, vuole cominciare a spedire i migranti illegali in Albania, seguendo l’esempio dell’Italia. Sempre in questo Paese, che pure è tradizionalmente multiculturale, aumentano di giorno in giorno le proteste di cittadini che non vogliono uscire per strada e incontrare donne che indossano il burka, un abito femminile che copre l’intero corpo, comprese testa e viso, lasciando solo una sottile fenditura per gli occhi. In Irlanda non mancano le rivolte contro la presenza di migranti. Nelle scorse settimane, a Ballymena, in Irlanda del Nord, cittadina che dista 48 chilometri da Belfast, ci sono stati violenti scontri tra cittadini che protestano per la presenza dei migranti e polizia (qui un articolo). In Olanda sulla questione migranti è caduto il Governo (qui un articolo e qui un altro articolo). In Germania la situazione è confusa: la destra di AfD pressa per misure di contenimento dei migranti, mentre l’attuale Governo di Friedrich Merz, appoggiato dal CSU-CDU e dai Socialdemocratici della SPD, dà un colpo al cerchio e uno alla botte. In Grecia è intervenuta la Corte europea per i diritti dell’uomo per censurare le deportazioni di migranti (qui un articolo). Poi c’è l‘Italia, o meglio il Governo di Giorgia Meloni, che ha realizzato, tra mille polemiche, un centro di accoglienza in Albania. Sembra che la Danimarca voglia seguire l’Italia. I Governi di questi due Paesi hanno annunciato una lettera per cambiare la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e dare più potere agli esecutivi. A tale iniziativa si aggregheranno i Governi di Austria, Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca (qui un articolo). Nella prima puntata del nostro approfondimento (che potete leggere qui) abbiamo affrontato la questione della Corte Suprema e delle questioni sociali e politiche che questo fenomeno presenta negi USA. Oggi proviamo ad entrare nei particolari.

Per ciò che riguarda i migranti il Piano Mattei tanto decantato dal Governo di Giorgia Meloni è un completo fallimento

L’Italia, in materia di migranti, fa storia a sé, sia perché è un Paese europeo che non pone limiti agli sbarchi di migranti, sia per le continue ingerenze della Chiesa cattolica che predica l’accoglienza di migranti senza limiti. Il Governo di Giorgia Meloni, oltre al citato progetto in Albania, ha messo su il Piano Mattei che, fino ad ora, si è risolto in un esborso di un fiume di denaro in favore di alcuni Paesi africani. Tra l’altro, per cercare di frenare i migranti che, dall’Africa, arrivano in Italia, il Governo italiano sostiene con fior di quattrini le agricolture di alcuni Paesi africani (qui un video) mentre ignora i problemi dell’agricoltura del Sud Italia e della Sicilia. Del resto, la Meloni non ha mai nascosto di voler fare del Mezzogiorno un hub energetico (qui un video). Il ‘meridionalismo’ del centrodestra che oggi governa l’Italia, di fatto, si sostanzia di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Detto questo, almeno con il tanto decantato ‘Piano Mattei’ l’attuale Governo Meloni sta frenando gli sbarchi di migranti? I risultati sono mediocri e, nelle ultime settimane, pari a zero. Sono infatti ripresi gli sbarchi di migranti a Lampedusa e in Calabria in barba al Piano Mattei. Molto dipende dall’atteggiamento della Russia, sia perché oggi in Africa il Paese di Putin e la Cina contano molto, sia perché in Libia, da dove proviene buona parte dei migranti che sbarcano in Italia, la Russia ha grande voce in capitolo. Non è da escludere che quest’anno, per rispondere all’Italia che sostiene l’Ucraina, i russi decidano di far aumentare a dismisura il flusso di migranti verso Lampedusa e, quindi, verso l’Italia. I nostri amici che vivono a Lampedusa ci dicono che negli ultimi giorni il vento non ha dato tregua e non ci sono stati sbarchi ma se il mare non fa i capricci gli sbarchi di migranti si susseguono a ritmo continuo.

Il Decreto Sicurezza non incide sui disordini sociali che i migranti creano nel Centro Nord Italia

Quanto ai problemi creati dai migranti, nel Sud e in Sicilia la situazione è tutto sommato sotto controllo, sia perché la maggior parte dei migranti si sposta verso il Centro Nord Italia, sia perché i migranti che restano nel Mezzogiorno, se decidono di dedicarsi ad attività criminali, si intruppano con la criminalità locale per gestire droga e prostituzione, ma senza disturbare i cittadini. Non è così nel Centro Nord Italia dove, stando a quello che si legge su alcuni giornali e stando a quanto documenta ogni settimana la trasmissione di Rete 4 Fuori dal Coro, cresce la paura dei cittadini. Il Parlamento ha approvato il cosiddetto Decreto Sicurezza che, in realtà, proprio rispetto alla questione migranti nel Centro Nord Italia, somiglia molto alla cosiddetta ‘acqua fresca’. Di fatto, l’Italia continua a importare disperati e delinquenti. Negare che in Italia arrivano migranti dal Nord Africa è come negare la realtà. I migranti che arrivano in Italia dall’Africa, a parte la permanenza temporanea nei centri di accoglienza, vengono di fatto abbandonati. Non si capisce come dovrebbero campare, visto che l’Italia è sempre più povera a causa della guerra in Ucraina e di un’Unione europea ottusa, che fa solo gli interessi della Germania e dei suoi alleati del Nord Europa. In più ci sono i dazi doganali di Trump, vicenda che per l’Unione europea rischia di finire malissimo, e la follia totale del 5% del PIL da corrispondere alla NATO. Il tutto in uno scenario dove la Russia, continuamente offesa da alcuni esponenti politici italiani, come già accennato, ha tutto l’interesse a riempire di migranti l’Italia.

A parte gli Stati americani agricoli, che non disdegnano la presenza di migranti irregolari per abbassare i costi della raccolta manuale di frutta e ortaggi, la lotta ai migranti irregolari dell’amministrazione Trump riscuote il plauso dei cittadini

Tornando agli Stati Uniti d’America, Trump, come già accennato, vuole smantellare la globalizzazione, riportando nel proprio Paese i grandi gruppi economici che hanno trasferito i propri stabilimenti in Paesi dove i costi sono più bassi. Per raggiungere tale obiettivo ha già introdotto dazi doganali del 50% su acciaio e alluminio e sta provvedendo ad espellere i migranti che abbassano il costo del lavoro. Ma non tutto sta filando liscio. Il problema non sta nei tribunali quanto, come già accennato, nei Paesi agricoli americani nei quali l’agricoltura fa largo uso di manodopera estera a basso prezzo. Ricordiamo che non tutti i lavori agricoli sono meccanizzati. Ci sono frutti e ortaggi che debbono essere raccolti manualmente. Anche se quello che scriviamo farà storcere il naso a tanti, va detto che i Paesi occidentali dovrebbero pagare un operaio agricolo in media 80 euro al giorno e grosso modo la stessa cifra espressa in dollari in America. E’ chiaro che non possono competere con Paesi dove un operaio agricolo, per raccogliere frutta o ortaggi, viene pagato 4-5 euro al giorno. Gli agricoltori americani hanno posto la questione a Trump. Che farà il presidente? Chiuderà entrambi gli occhi, facendo entrare in America i migranti che lavorano come operai in agricoltura? E come farà a distinguerli dai migranti che colgono la palla al balzo per fare entrare droga negli USA? O magari appiopperà dazi doganali del mille per cento ai prodotti agricoli raccolti a mano in Paesi dove il costo del lavoro agricolo è bassissimo?

Trump, con la sua lotta alla cocaina e Fenantyl, si è fatto tanti nemici, a tutti i livelli

In ogni caso, va detto che, a parte i citati Stati agricoli americani, che non disdegnano la presenza di migranti irregolari, negli altri Stati dove i migranti irregolari sono stati rimpatriati non si sono materializzati i problemi che gli avversati di Trump hanno paventato. Non c’è stato il crollo della manodopera e non ci sono state lamentele da parte degli imprenditori. C’è stato, soprattutto nelle grandi città, apprezzamento dei cittadini. I risultati si cominceranno a vedere tra un anno, grosso modo nella Primavera del 2026, quando si tireranno le somme sul fronte della droga, con particolare riferimento al Fentanyl e alla cocaina. Sarà interessante vedere se i ‘cartelli’ della droga avranno incontrato difficoltà a far entrare la cocaina negli Stati Uniti, o se sono riusciti a eludere le barriere che l’amministrazione Trump sta cercando di creare, quanto meno per ridurre l’arrivo di questa droga negli USA. Idem per il Fentanyl. In ogni caso, andrebbe fatta una riflessione sulla battaglia di Trump contro la droga e sul ruolo dell’informazione che ha sempre attaccato Trump e continua ad attaccare l’attuale presidente. A buon intenditor poche parole…

Seconda puntata/ Fine

Foto tratta da Il Giornale

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *