Dopo l’incendio di Roma che ha provocato uno spaventoso inquinamento, ecco un incendio in Sicilia, ad Augusta: a fuoco i rifiuti, compresa la plastica. Casi isolati o c’è una strategia?

Ora le ‘coincidenze’ sono un po’ troppe…

Nei giorni scorsi abbiamo dato notizia del blackout che ha colpito Bergamo, del blackout che ha colpito Firenze, dell’insegna della Generali che si è messa a ‘ballare’ a Milano, del caos voli nel Nord-Est italiano e di alcuni incendi a Roma e in Toscana. E della quinta nave petroliera russa che ha preso fuoco. Poi abbiamo dato alcuni aggiornamenti: una potente esplosione nella contea di Yolo, in California, il crollo di un impianto di perforazione nel Canale di Suez e la terribile esplosione di un impianto di gas e carburante a Roma (qui il nostro articolo). Oggi ci spostiamo in Sicilia, per la precisione ad Augusta, provincia di Siracusa, in una delle aree più inquinate della nostra Isola, dove si registra un incendio in un impianto di trattamento di rifiuti, con le fiamme che stanno divorando la plastica: e quando brucia la plastica, è noto, si può formare diossina. Nelle ultime ventiquattr’ore questi ‘strani’ incidenti cominciano a verificarsi soprattutto in Italia.

“Le coincidenze non esistono” ci ricorda Hercule Poirot. Mai come in questo momento questa frase deve fare riflettere

Hercule Poirot, il celebre personaggio di Agatha Christie, dice che le “coincidenze non esistono”. Ad avviso del grande investigatore, ogni evento, per quanto insignificante e slegato dalla realtà, potrebbe fare parte di un disegno criminale. C’è il condizionale, certo. Ma c’è anche un metodo di analisi dei fatti che punta a trovare le connessioni tra accadimenti apparentemente lontani. In queste ‘stranezze’ c’è comunque un filo conduttore: le guerre in corso nel mondo. Cinque navi petroliere russe che prendono fuoco: e sappiamo che la Russia è impegnata nella guerra in Ucraina non tanto contro gli ucraini, che ormai sono alla frutta, quanto contro la NATO e l’Unione europea. Gli incendi di Roma, perché in poche ore ce ne sono stati due o tre, di cui uno, quello di ieri, molto grave, per il terribile inquinamento che ha creato e, oggi, l’incendio ad Augusta deve fare riflettere. Anche perché il nostro Paese, dalle attività culturali russe in Italia sospese fino alle dichiarazioni a ruota libera di certi politici, ha continuamente dimostrato disprezzo verso la Russia, anche ricorrendo a invenzioni allo stato puro.

Spegniamo la televisione e accendiamo il cervello

Proviamo un po’ a riflettere sul fatto che a Priolo, a pochi km da Augusta, c’è una raffineria di petrolio che produce il 40% delle benzine che circolano in Italia. Proviamo a ricordare che, sempre in Sicilia, ci sono il MUOS a Niscemi, la base militare di Sigonella tra Catania e Lentini e altre strutture militari. Non si tratta di cose da nulla. O forse dobbiamo continuare ad abbandonarci alla televisione che, dopo aver raccontato, durante il Covid, montagne di minchiate americane ed ‘europeiste’ fatte passare per ‘scientifiche’ ci rincuora panglossianamente ricordandoci che viviamo “nel migliore dei mondi possibili”, lontani anni luce dalle follie ipotizzate dai ‘complottisti’?

Foto tratta da greenMe e Vigili del Fuoco

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *