Si prepara un Inverno rigido. Annata e prezzi record per l’olio d’oliva extra vergine siciliano. Il consiglio di Mario Pagliaro: vendere il prodotto alla ristorazione e alle famiglie

Torna il nostro consueto appuntamento mensile per fare il punto della situazione su clima e agricoltura in Sicilia

Ottobre è iniziato in Sicilia col freddo e grandi precipitazioni. L’Etna è già ampiamente innevato. La farsa della “siccità” resiste solo fra i politici che speravano di strappare a Roma i soldi che Roma non invia più: praticamente tutti i fondi europei. Nel sud della Sicilia, nelle province di Ragusa e Siracusa ma anche in quella di Trapani è iniziata la campagna olearia. Molti dubitano che i prezzi dell’olio extra vergine di oliva possano restare ai livelli eccezionalmente alti dello scorso anno. Per fare il punto sulla situazione idrica e agricola in Sicilia siamo tornati a sentire Mario Pagliaro (foto sotto) per il nostro appuntamento mensile atteso da tanti nostri lettori in Sicilia e fuori dalla Sicilia. 

Come sono andate le piogge in Sicilia a Settembre?

“A Settembre in Sicilia le precipitazioni sono state inferiori del 30% rispetto alla media del ventennio precedente (2003-2022): 44 mm invece dei 63 mm di media misurati  dal Servizio agrometeorologico della Regione siciliana. I dati sono pubblici e meritoriamente pubblicati online ogni mese. A causare la riduzione delle piogge, i primi 22 giorni del mese, eccezionalmente soleggiato. Dal 24 Settembre, però, come ci eravamo detti a metà mese, sono iniziate le piogge, che si aggiungono a quelle del resto dell’anno, superiori alla media ventennale in tutti i mesi tranne Aprile e Settembre. Infatti, le piogge cumulate in Sicilia nei primi 9 mesi del 2025 sono nettamente superiori a quelle della media 2003-22 e a un passo dai 500 mm, ovvero dal valore altissimo del 2023. Questo ha consentito sia un’eccellente stagione del raccolto in agricoltura, dalle uve al grano, sia un generale recupero dei volumi di acqua invasata nelle decine di invasi artificiali della nostra Isola”. 

IN ITALIA, OLTRE CHE SULL’ETNA, NEVE ANCHE SULLE ALPI, IN IRPINIA, SUL POLLINO IN CALABRIA, SUL GRAN SASSO, IN UMBRA, IN ABRUZZO, IN MOLISE E NELLE MARCHE

Lei a metà Settembre ci aveva detto: “Vedremo già da fine mese se il vortice polare in via di formazione dalla seconda metà di Settembre sarà debole, come sostengono alcuni modelli previsionali, e dunque se avremo un Autunno e un Inverno particolarmente freddi e caratterizzati da forti precipitazioni”. Dai primi di Ottobre, puntualmente, l’Etna è largamente innevato. Quale situazione dobbiamo attenderci?

“E’ così. Si delinea un quadro di freddo severo largamente in anticipo su tutta Europa. Sono già sotto la neve tanto i Balcani che la regione alpina. A Milano molti cittadini si lamentano del gelo che investe la città da due settimane, chiedendo di poter accendere i riscaldamenti prima della data del 15 Ottobre. In Sicilia il mese di Ottobre si è aperto con 3 giorni di grandi piogge. Il vortice polare in formazione è debole e le previsioni dicono che si manterrà tale nel corso del mese. Il gelo è già sceso sul Quebec e sulle regioni più a Nord del Nordamerica come della Russia asiatica. In Italia, oltre che sull’Etna e sull’intero arco Alpino, la neve è già caduta in Irpinia e sul Pollino in Calabria, sul Gran Sasso, sui Monti Sibillini in Umbria, in Abruzzo, in Molise e nelle Marche. Nel complesso, la situazione meteorologica rimane altamente dinamica, cioè distante dalle situazioni di blocco che poi portano alla carenza di precipitazioni. In Sicilia ad esempio il modello meteo europeo prevede piogge abbondanti fino al 15 Ottobre. Nel complesso dunque continuerà in Sicilia il rapido recupero della carenza di precipitazioni della stagione autunnale e invernale del 2024-25″.

OLIO D’OLIVA IN SICILIA: PRODUZIONE IN CRESCITA DEL 32%

Veniamo all’olio d’oliva extra vergine, di cui lei previde il forte aumento del prezzo proprio parlando con noi all’inizio della stagione 2023-24. In Sicilia, la produzione dell’olio extra vergine è già iniziata. Come sta andando, e cosa possiamo attenderci per i prezzi?

“La stagione olivicola siciliana è iniziata molto bene. Secondo i dati registrati nel Sian – Portale dell’Olio di Oliva- appena pubblicati, in Sicilia a Settembre sono state molite ben 1.680 tonnellate di olive, per una produzione di 220 tonnellate di olio. La resa è stata dunque dell’13,1%, a conferma delle grandi piogge delle quali hanno usufruito gli ulivi. Il grosso della produzione si è registrato nella provincia di Siracusa (665 tonnellate di olive per 82 tonnellate di olio e una resa del 12,33%) e Ragusa (544 tonnellate di olive per 75 tonnellate di olio e una resa del 13,79%). Segue la provincia di Trapani con 354 tonnellate di olive per 47 tonnellate di olio, e una resa pari a 13,25%. A Ottobre inizieranno a molire olive i frantoi di tutte le altre province, e in particolare le più importanti: Agrigento e Palermo. Nel complesso, in Italia, a Settembre hanno molito nuove olive 10 Regioni su 20. Sono state molite 3.544  tonnellate di olive per una produzione complessiva di 441 tonnellate di olio di oliva. Nel Settembre del 2024 erano state 306. La crescita è stata dunque del 32 per cento, pienamente in linea con le previsioni”. 

La produzione cresce: e i prezzi? Cosa accadrà con questo aumento della produzione nazionale del 30% e con l’olio d’oliva importato da Spagna e Tunisia? 

“I prezzi dell’olio di oliva extravergine di qualità siciliano sono ormai disaccoppiati da quelli degli oli d’oliva importati dall’estero. E’ accaduto per l’olio di oliva ciò che accadrà molto presto per il grano duro siciliano: i clienti vogliono olio di oliva di alto pregio, come lo sono buona parte degli oli prodotti in Sicilia oltre che nella madre patria della Sicilia: la Grecia. E non si fanno alcun problema a pagarlo 15, 18 o 30 euro al litro in Italia. E ancor più importandolo nei loro Paesi. I produttori ormai lo sanno, e vendono i loro oli a imprese della ristorazione e famiglie attraverso internet o direttamente al frantoio, senza intermediari, a prezzi alti e remunerativi. Ci sono già i primi prezzi: l’azienda che produce in biologico a Castelvetrano e vende la latta da 3 litri a 64 euro, oppure l’altra di Chiaramonte Gulfi che già vende a 15,90 euro la bottiglia da mezzo litro, o ancora quella di San Cataldo che già offre in prevendita a 64,90 euro la latta da 5 litri. Sono solo alcuni esempi. Ce ne sono molti altri, e tutti indicano prezzi molti alti. A nulla servirà l’arrivo di oli d’oliva importati: la domanda per l’olio di pregio è altissima, e i produttori siciliani non vendono più prezzi bassi il loro olio a commercianti, ma direttamente ai clienti che lo consumeranno”.

PREZZI DELL’OLIO D’OLIVA IN CRESCITA ANCHE IN TUNISIA

E le rilevazioni dei prezzi governativi cosa dicono dei primi prezzi dell’olio in Sicilia e in Italia?

“Concordano. Le rilevazioni di Ismea indicavano il 23 Settembre un prezzo di 14 euro al kg per l’olio extravergine d’oliva prodotto in provincia di Ragusa e di 9,70 euro al kg in provincia di Trapani il 30 Settembre. Ma questi sono prezzi “franco azienda” che non includono i costi di trasporto o di imbottigliamento, dunque più bassi del prezzo che dovrà effettivamente pagare il cliente per ricevere a casa o in azienda l’olio. Inoltre, i prezzi rilevati dall’Istituto ministeriale sono elevati in tutte le piazze di rilevazione in Italia, segno che non si vede ancora alcun effetto deflazionistico dell’olio importato dalla Tunisia. Semmai è interessante rilevare che anche in Tunisia ormai l’olio d’oliva di qualità è venduto ad oltre 5,2 euro al kg, come ha informato di recente Coldiretti. Il mercato, in altre parole, si sta disaccoppiando anche nel Paese nordafricano”. 

E lei pensa che questo potrà succedere anche per il grano duro?

“Certo. Che mangino una pizza, il pane o qualsiasi altro prodotto alimentare ottenuto dal grano duro, le persone vogliono prodotti ottenuti da grani pregiati italiani. In Sicilia si produce praticamente solo grano pregiato. Sarà sufficiente sviluppare un sistema di certificazione affidabile e sviluppato come quello che esiste ormai nel mercato dei prodotti biologici, per far apporre ai produttori di pasta, pane, e altri prodotti derivati dalla farina il marchio “Grano di Sicilia” per consentire ai clienti di differenziare all’atto dell’acquisto i prodotti realizzati con il grano siciliano, e il mercato si disaccoppierà. Ci saranno, da una parte, i prodotti realizzati con grano di importazione e, dall’altra parte, i prodotti realizzati con grano italiano, e grano dro siciliano siciliano in particolare. E’ già quello che accade con chi acquista pasta da pastifici siciliani o la pizza che moltissime pizzerie ormai offrono ai clienti come pizza con grani italiani o siciliani di alto pregio, certificati all’origine come tali”. 

Foto sopra tratta da Wikipedia

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