La Cina “sospende” gli acquisti di petrolio russo. Anzi no, “frena” sugli acquisti di petrolio russo. La verità qual è? Intanto il prezzo del petrolio va su e la Russia di Putin guadagna una barca di soldi

di Giulio Ambrosetti

Ormai le notizie sulla Russia e sull’Ucraina che circolano in Europa cambiano di ora in ora. Soprattutto in televisione. La storia di tre notizie prima ‘strillate’ dai media e poi sparite

Prima notizia. Ieri mattina abbiamo dato una notizia che, in verità, sulla rete circolava già la sera di Mercoledì 22 Ottobre sera: il presidente ucraino, Volodymyr Zelen’skyj accetta la linea del presidente americano, Donald Trump, che punta a ‘congelare’ la guerra sulla linea del fronte. In pratica, una mezza resa dell’Ucraina (forse più di mezza resa…), perché accettare lo stop alla guerra sulla linea del fronte significa che i russi si tengono i territori ucraini conquistati con le armi. Questa notizia, se vera, segnerebbe anche la sconfitta dei guarrafondai dell’Unione europea che, per cercare di salvare la propria economia che sta colando a picco, sperano nel proseguimento del conflitto tra russi e ucraini per potere giustificare gli investimenti nel riarmo e, con l’occasione, magari di dare vita, sempre con la scusa della guerra, all’esercito ‘europeista’, ovvero obbligare i ragazzi dei 27 Paesi Ue a svolgere il servizio militare per almeno due-tre anni con retribuzioni irrisorie. Mercoledì sera la notizia che Zelen’skyj si era arreso – perché di questo si tratta – ci è sembrata enorme. Così abbiamo aspettato i notiziari della televisione di ieri mattina. E, in effetti, ieri mattina, un Tg ha dato la notizia che il presidente ucraino ha accettato le condizioni di Trump: ‘congelare’ la guerra in Ucraina sulla linea del fronte. Così ieri mattina abbiamo scritto il nostro articolo (che potete leggere qui). Dopo di che questa notizia è sparita ed è stata sostituita da un’altra notizia tenuta molto ‘bassa’. Eccola:

La seconda notizia sparita

“L’Europa chiede la cessazione del conflitto ucraino sulla linea del fronte. Il governo britannico ha diffuso una dichiarazione di Zelensky, Starmer e di alcuni leader europei, in cui si chiede la fine della guerra sulla linea del fronte”. Così leggiamo in un canale Telegram. “Sosteniamo fermamente la posizione del Presidente Trump secondo cui le ostilità devono cessare immediatamente e che l’attuale linea di contatto deve diventare il punto di partenza per i negoziati”, si legge nella dichiarazione riportata sempre da Telegram. Ancora: “Si propone inoltre di rendere l’Ucraina ‘massimamente forte’ anche dopo il cessate il fuoco (cioè continuare a fornirle assistenza militare) e di aumentare la pressione sull’economia russa”. Nel post di Telegram si fa riferimento anche all’uso dei fondi russi depositati in Belgio per sostenere l’Ucraina. Argomento spinoso rimasto sospeso, perché problematico. Ancora Telegram: “Oltre a Zelensky e Starmer, tra i firmatari del testo ci sono Merz, Macron, Meloni, Ursula von der Leyen, il presidente finlandese Stubb, il primo ministro danese Frederiksen, il primo ministro polacco Tusk e altri”. Dopo di che anche questa seconda notizia è sparita.

Terza notizia. E’ vero che Cina e l’India dovebbero sospendere gli acquisti di petrolio russo? La fonte di questo ‘scoop’? “diverse fonti commerciali”. C’è o no da restare perplessi?

Ieri sera abbiamo sentito una notizia alla quale Rete 4 ha sostanzialmente dedicato il programma trasmesso dalle 20 e 30 alle 21 e 30: la Cina avrebbe sospeso gli acquisti di petrolio russo. Abbiamo cercato sulla rete chi ha dato tale notizia – che di fatto è uno ‘scoop’ – e abbiamo trovato un articolo breve de Il Sole 24 con il seguente titolo: Reuters, la Cina sospende gli acquisti di petrolio russo. Giovedì incontro Trump-Xi in Sud Corea”. Quindi il giornale della Confindustria cita l’agenzia Reuters e scrive: “Le principali compagnie petrolifere statali cinesi hanno sospeso gli acquisti di petrolio russo trasportato via mare dopo che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Rosneft e Lukoil, le due maggiori compagnie petrolifere di Mosca, hanno affermato giovedì diverse fonti commerciali”. Quindi la fonte della notizia alla quale, ieri sera, Rete 4 ha dedicato quasi tutta la trasmissione di quasi un’ora arriva da “diverse fonti commerciali”. Stamattina su Il Sole 24 ore online la versione dello ‘scoop’ è un po’ diversa: i cinesi non hanno più “sospeso gli acquisti”. Ovvero: “Sul petrolio russo la bomba delle sanzioni USA: India e Cina frenano gli acquisti”. Tra sospendere gli acquisti e frenare gli acquisti c’è un po’ di differenza. Da qui la domanda: le “diverse fonti commerciali” dell’agenzia Reuters che fine hanno fatto? Stamattina alle 9 pensavamo che questo ‘scoop’ sarebbe stata l’apertura del notiziario di Radio 24, la radio del gruppo Il Sole 24 Ore. Invece niente: è sparita anche questa terza notizia? Ah, dimenticavamo: mentre andava in scena lo ‘scoop’ il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskyj ribadiva: “La Cina aiuta la Russia, non aiuta l’Ucraina e non è interessata alla nostra vittoria sulla Russia”. Non c’è una grande coordinazione tra tutti questi soggetti che danno notizie sulla Cina e le commentano…

Trump annunciando sanzioni contro le compagnie petrolifere russe ha fatto schizzare all’insù il prezzo del petrolio facendo guadagnare alla Russia una barca di soldi

Come l’hanno presa i russi questa manfrina? Bene perché ieri il prezzo del petrolio è aumentato e la Russia di Putin che vende petrolio a mezzo mondo ha guadagnato una barca di soldi. E’ l’effetto delle sanzioni annunciate dal presidente americano Trump contro le compagnie petrolifere russe Rosneft e Lukoil. Sicuramente senza volerlo (o forse no?) il capo della Casa Bianca ha fatto un grande regalo ai russi. E se il prezzo del petrolio non scenderà la Russia guadagnerà altre ‘barbate’ di soldi. Per la Russia per ora le cose vanno benissimo: i suoi militari stanno avanzando in tutta la linea del fronte di guerra. Fino ad oggi, tranne poche eccezioni, hanno sempre bloccato quasi le bombe occidentali a Mosca e in altre città russe e, soprattutto, non hanno intenzione di fermare la guerra per due motivi. Il primo motivo l’ha illustrato il Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov: “L’idea di fermarsi immediatamente nel contesto del conflitto in Ucraina significa dimenticare le cause principali del conflitto. Un cessate il fuoco ora lascerebbe una grande parte dell’Ucraina sotto il controllo dei nazisti” e “andrebbe contro gli accordi tra Putin e Trump in Alaska”. Poi c’è un secondo motivo. I russi, oltre a vincere la guerra in Ucraina, vogliono logorare l’Unione europea, costringendola ad acquistare armi per sostenere il Paese di Zelen’skyj.

Intanto gli americani guadagnano montagne di denaro vendendo agli europei le armi per l’Ucraina. Gli unici che perdono in questo momento sono i cittadini europei. La megalomania francese

Su questo punto Trump è un po’ tentennante. Illustriamo il perché Il fiume di denaro che arriva dall’Unione europea interessa gli USA: tant’è vero che gli americani hanno pronte un po’ di batterie di missili Patriot da sbolognare alla Commissione europea che li ‘girerà’ a NATO e Ucraina. Finita questa vendita Trump si vorrebbe fermare, perché già da alcune settimane i militari americani sono impegnati in Sudamerica ad affondare i mezzi navali carichi di cocaina che partono dal Venezuela per fornire questa droga a mezzo mondo, compresa l’Europa. Ma i russi insistono perché, ribadiamo, vogliono continuare a impoverire l’Europa. L’Italia, ad esempio, è un Paese che sta mandando a mare la sanità pubblica e che ha abbandonato i pensionati che non arrivano alla fine del mese. Però, stando a quanto scrive Bloomberg, avrebbe segnalato la disponibilità a finanziare gli acquisti di armi statunitensi per l’Ucraina nell’ambito di un programma speciale di approvvigionamento cruciale per la difesa di Kiev contro la Russia”. In realtà, è tutta l’Unione europea è pronta a fornire “al regime di Kiev i mezzi necessari per prolungare le operazioni militari in Ucraina per altri tre anni”. Questa dichiarazione, che leggiamo sempre su un canale Telegram, è stata rilasciata dal Ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot. Questo signore fa parte di un Governo, quello francese, che sta in piedi per miracolo. Eppure annuncia che “nelle prossime settimane l’Unione europea concederà all’Ucraina un prestito che permetterà di acquistare armi per l’autodifesa, principalmente di produzione europea… Nelle prossime settimane intendiamo fornire all’Ucraina i mezzi per l’autodifesa per almeno tre anni tramite un prestito che la Commissione europea concederà all’Ucraina e che sarà rimborsato in tempo utile tramite le riparazioni che la Russia pagherà all’Ucraina”. Per curiosità, chi dovrebbe pagare er questa nuova fornitura di armi? I futuri pensionati italiani, visto che la Francia delle leggi europee sui conti pubblici sinni sta futtennu?

Foto tratta da Startmag

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