A Nàzaret Gesù viene contestato da chi lo aveva visto crescere e lo vedeva cambiato: “Nessun profeta è accetto in patria!”

di Frate Domenico Spatola

4 Marzo 2024, Lunedì della Terza settimana di Quatresima: Luca 4,24-30

Era tornato dal battesimo di Giovanni. Lo Spirito l’aveva consacrato per la missione universale. A Nàzaret, dove era cresciuto non ebbe benevola accoglienza. Non lo riconoscevano più da figlio di Maria, quale lo avevano visto crescere. Lo vedevano cambiato. Lo contesteranno fortemente in sinagoga, quando, il Sabato successivo, andrà ad insegnare. Lo ascoltarono nel commento che egli fece di un testo del profeta Isaia. Ed esplosero di rabbia quando lo sentirono cancellare dalla profezia sulle opere del Messia, proprio il verso su cui si c’entrava tutta la loro attesa. Dove cioè si parlava dell’odio di Israele contro i nemici. Gesù incassò il rifiuto, ma lo dichiarò non nuovo in Israele: “Nessun profeta è accetto in patria!”. Il livore dell’assemblea crebbe quando Gesù ricordò due episodi che ancora bruciavano nel ricordo degli ebrei. Anche Elia, in tempo di carestia per Israele, aveva sfamato una straniera, vedova di Sarepta di Sidòne. Ed Eliseo, tra tutti i lebbrosi del suo paese, preferì guarire Naàman il Siro, giunto dalla terra nemica. Il furore dei Nazaretani si fece parossistico spingendosi fino al crimine. Costrinsero Gesù fin sulla cima del colle per farlo precipitare. Ma Gesù si liberò facilmente da loro, come più tardi dalla morte con la risurrezione. Passò in mezzo per recarsi altrove ad annunciare il Regno. Per una pietosa commemorazione, i Crociati, qualche tempo dopo, vollero in quel luogo dedicare alla madre di Gesù, una edicola dal titolo emblematico: “Mater tremoris”. Di paura, quel giorno, infatti la Vergine ne avrà accumulata tanta.

Foto tratta da di briciole di Vangelo

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