La procedura di infrazione Ue sui mancati bandi per la gestione delle spiagge italiane è solo carta straccia perché l’Europa finto-unita è alla frutta

L’attuale Governo italiano ha fatto benissimo a non mettere a bando la gestione delle spiagge del nostro Paese, che finirebbero matematicamente a gruppi stranieri (tedeschi o americani)

In queste ore assistiamo alle polemiche sollevate da alcuni soggetti del mondo politico italiano che giustificano gli scippi ai cittadini e alle imprese del nostro Paese da parte dell’Unione europea. Tema: il tentativo di gruppi esteri di impadronirsi delle spiagge italiane (che fanno gola soprattutto ai tedeschi) con l’appoggio della solita Unione europea. La verità è che agli ‘eurocrati’ non va proprio giù il fatto che l’Italia abbia un debito pubblico di quasi 3 mila miliardi di euro e un risparmio privato che ‘viaggia’ sui 6 mila miliardi di euro. Non potendo arraffare questi soldi, un’Unione europea ormai mezzo-fallita sta provando ad acchiappare quello che resta dell’Italia con la scusa delle ‘privatizzazioni’. Si sono già presi un numero impressionante di industrie italiane (come potete leggere qui), Telecom ha ceduto al fondo americano KKR la rete fissa (vedere articolo qui), il 41% di  Ita Airway, ex Alitalia, è stato ceduto ai tedeschi della Lufthansa con l’impegno di consegnare ai tedeschi tutta la società entro il 2033. In quest’ultimo caso siamo davanti a una stupidaggine totale, per un Paese turistico come l’Italia, che dovrebbe tenere il controllo dei propri cieli invece di cederlo ai tedeschi. In più, i tedeschi dovrebbero prendersi anche gli aeroporti italiani. I primi due aeroporti che dovrebbero essere ceduti a gruppi esteri (quasi sicuramente dovrebbero essere tedeschi o americani) sono lo scalo Fontanarossa di Catania e il Falcone-Borsellino di Palermo (se l’operazione andrà in porto, complice il solito ‘ascarismo’ della politica siciliana, chi rileverà gli aeroporti di Palermo e di Catania si prenderà anche gli aeroporti di Comiso e Trapani). Ora, come già accennato, i gruppi esteri premono per impadronirsi delle coste del nostro Paese. Per fortuna l’attuale Governo di Giorgia Meloni si è rifiutato di regalare le spiagge italiane a gruppi esteri (che sarebbero o tedeschi o americani). Secondo i ‘banditi’ dell’Unione europea, la gestione delle spiagge italiane dovrebbe essere messa a bando, ben sapendo che gli operatori italiani non hanno le risorse per competere con i gruppi esteri. Mettere a bando la gestione delle spiagge italiane significherebbe regalarle agli operatori stranieri.

L’Unione europea è ormai ai titoli di coda. Persino giornali e soggetti italiani autorevoli se ne sono accorti. A cominciare da Mario Draghi. Regalare in questo momento le spiagge italiane a gruppi stranieri sarebbe una grandissima minchiata

In queste ore gli ‘eurocrati’ hanno comunicato all’Italia l’avvio della procedura di infrazione pr la mancati bandi per la gestione delle spiagge. Solo che, oggi, la proceduta di infrazione dell’Ue è solo carta straccia. Vediamo il perché. L’Unione europea, come già accennato, è quasi fallita, se è vero che non ha nemmeno le risorse del Pnrr. A dirlo non è soltanto il segretario politico degli Indipendentisti siciliani, Ciro Lomonte. Dubbi sul Pnrr sono manifestati anche da un quotidiano ‘europeista’ come il Corriere della Sera (come potete leggere qui). Non solo. Adesso anche un altro ‘europeista, l’ex capo del Governo italiano ed ex governatore della (Banca Centrale Europea (BCE), Mario Draghi, manifesta dubbi sul futuro dell’Unione europea. Dice Draghi: “L’Ue deve diventare più unita e forte o non sopravviverà“. Sappiamo tutti che l’Unione europea non potrà mai diventare né più unita, né più forte e, di conseguenza, non sopravviverà. Morale: la procedura d’infrazione da parte di un’Unione europea che si sta dissolvendo è, appunto, carta straccia. Se l’Ue non dovesse fallire l’Italia verrebbe multata fra due, tre anni. Quindi per due, tre anni le spiagge resteranno italiane. Quando arriverà la multa l’Italia aumenterà il proprio debito pubblico e la pagherà. Solo chi non ha mai aperto un libro di economia, infatti, può credere alla favola che l’Italia pagherà circa 3 mila miliardi di debito pubblico aumentando produttività del lavoro e il Prodotto Interno Lordo (PIL). Per pagare 3 mila miliardi di euro di debiti gli italiani dovrebbero lavorare come schiavi per un bel numero di anni, dovrebbero percepire tutti la pensione sociale e il PIL dovrebbe crescere del 20% all’anno per lo stesso numero di anni. Poiché si tratta di tre ipotesi impossibili, l’Italia non pagherà mai 3 mila miliardi di debito pubblico. A meno che non arrivi un Governo di ‘ascari’ dell’Unione europei e sequestri i 3 mila miliardi di euro dai conti correnti italiani e dagli investimenti sottoscritti dai risparmiatori italiani (fondi comuni e altro). Ma anche questa è un’ipotesi impossibile, perché succederebbe un casino.

A quanto pare solo i grillini non hanno ancora preso atto che l’Unione europea è in pre-fallimento

Chi non sembra avere capito come stanno le cose – on riferimento alle spiagge italiane e al sostanziale fallimento dell’Unione europea sono i grillini siciliani. Leggiamo un comunicato della parlamentare regionale siciliana del Movimento 5 Stelle, Jose Marano: “La notizia dell’invio della lettera di infrazione con parere motivato dell’Ue all’Italia certifica il fallimento della strategia italiana sulle concessioni balneari e, di conseguenza, l’inettitudine di governo siciliano che attendeva Roma per disciplinare un settore strategico per l’economia della nostra Isola. Nella lettera inviata dall’Ue all’Italia – dice la deputata –  si legge che le proroghe indiscriminate delle concessioni balneari in essere fanno divieto agli enti concedenti di procedere all’emanazione dei bandi. Forse il Governo Meloni pensava di superare il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein mappando le coste italiane e dichiarando non scarsa la risorsa spiaggia, ma ciò non è stato sufficiente  e oggi questo potrebbe portare ad una maxi sanzione all’Italia che andrebbe a gravare sui cittadini,  ma, soprattutto, sulle tante imprese del settore che non sanno come pianificare il proprio futuro. Adesso – conclude la deputata M5S – il Governo italiano ha due mesi per rispondere alle contestazioni dell’Ue ma mi auguro un intervento immediato del Governo Schifani, con una messa a bando delle spiagge al fine di ripristinare la trasparenza e la legalità delle concessioni e ridare serenità all’intero comparto. Con un’interrogazione depositata a marzo avevo chiesto al governo quali iniziative intendesse intraprendere per garantire e tutelare la libera concorrenza in materia di concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative. Ma ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta”. Vogliamo tranquillizzare l’onorevole Marano. Come già accennato, l’Unione europea si attaccherà al tram (magari al tram di Palermo, che ‘accanserà’ qualche biglietto in più) perché è già quasi fallita. Se non dovesse fallire non succederà nulla lo stesso, perché con 3 mila miliardi di debiti l’Italia continuerà a indebitarsi e non pagherà mai il proprio debito che, in buona parte, è “debito detestabile”, cioè truffaldino.

Foto tratta da Riserva Naturale Orientata Torre Salsa (che per fortuna è una bellissima Riserva naturale e non potrà essere privatizzata)

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *