Dopo il 1992 abbiamo perso la vocazione mediterranea e siamo finiti imprigionati nella politica germano-centrica Ue. Oggi dobbiamo scegliere tra sovranismo e sovranazionalismo

di Andrea Piazza

Non si può coniugare la cristianità con le armi

In questi ultimi giorni la temperatura a Bruxelles, ovverosia nella ‘patria’ europea, è in aumento, il barometro ci segnala una tempesta… una sorta di sciroccata non proveniente dalla corrente africana ma dall’Atlantico. Oramai i rapporti tra l’amministrazione del Presidente Donald Trump e la fazione dei così detti volenterosi o diversamente definibili coglionterosi di matrice sovranazionalista sta giungendo rapidamente all’epilogo. Questa Unione Europea, in sede deliberante su tutto e per tutto, assume sempre più un piglio totalitario. Da un lato vorrebbe imbrigliare con i vincoli di bilancio le politiche sociali e, dall’altro, “fronte”, sostenere il riarmo unitamente alla prosecuzione del conflitto in Ucraina. A parere del sottoscritto, è concettualmente inammissibile, NON pedagogico, applicare il principio della cristianità come la solidarietà, coniugandolo alla carità delle armi, dal sostegno morale e sociale al sostegno degli armamenti.

Oggi dopo il trentennio Maastricht 1992, riviviamo il clima della conferenza di Monaco del 1938 con la riduzione drastica e sostanziale dei conferenzieri… Unione Europea & Regno Unito

Una certa retorica radical chic che si è strutturata sul capitalismo finanziario globalista. Ci continuano a spiegare che è necessario sostenere l’Ucraina in guerra al fine di non ripetere l’errore storico che anticipò la Seconda guerra mondiale. Se fosse stato fermato (annessione Austria – conferenza di Monaco annessione Cecoslovacchia) il piano espansionistico di Adolf Hitler, a dire dei volenterosi, non ci sarebbe stato il seguito. Chi guarda da un’ottica diversa gli accadimenti, potrebbe obiettare che si sarebbe anticipato il conflitto… Peraltro le concessioni servirono (per nostra fortuna) principalmente all’impero britannico per prendere tempo e prepararsi all’inevitabile. Oggi 10 Dicembre 2025, un trentennio lungo dopo Maastricht 1992, riviviamo il clima della conferenza di Monaco del 1938 con la riduzione drastica e sostanziale dei conferenzieri… Unione Europea & Regno Unito. I più maligni potrebbero associare l’attuale Unione Europea con i dovuti distinguo ad una grande Germania (ndr oggi in riarmo) non costruita sullo scontro armato ma sull’adesione più o meno spontanea degli Stati membri.

Gli effetti nafasti dell’Unione europea in Italia: deindustrializzazione, azzeramento ddelle tutele sociali e miseria dilagante

Nei laboratori di Bruxelles (3 volte al mese) e Strasburgo (1 volta al mese) sono riusciti “a freddo”, non scomponendo i nuclei, a fondere gli Stati aderenti. Non trattandosi di una fusione a caldo, dopo il momento ideale della luna di miele, condizioni meteo favorevoli, le stratificazioni delle diversità millenarie, come era prevedibile, sono riemerse. Un indizio… chi eravamo nel dopoguerra e la volontà di costruire le istituzioni come la CECA – il progetto CED non sopravvissuto alla grandeur francaise – la CEE ed in parallelo cosa siamo diventati oggi, dopo il day after Maastricht 1992 con l’Unione E(€) uropea. L’altra Italia cresceva anche come potenza industriale, unitamente ai diritti dei lavoratori ed il welfare. Oggi, paghiamo il conto del patto SOVRANAZIONALISTA europeo, i cui effetti hanno comportato deindustrializzazione, azzeramento tutele e miseria.

Il fallimento del Partito Popolare Europeo

Nessuno ci vuole aiutare a riflettere (meno che mai il mainstream). E’ evidente il fallimento del PROGETTO SOCIALE del Partito Popolare Europeo “PPE” in combine con il Partito Socialista Europeo “PSE”. La crisi è palpabile, infarcita di assenza di valori etici con la sola eccezione dei valori materiali sotto l’egida del dio denaro. Per decenni sono stati squalificati i nazionalismi (l’identità culturale) alias il SOVRANISMO per piegarlo come una pressa nello spirito identitario europeista ovvero nel SOVRANAZIONALISMO. Entrando nel merito della nostra composizione nazionale, anche nell’area moderata di centrodestra abbiamo una duplice componente: una SOVRANISTA – ” Fratelli d’ Italia, Lega ed una parte moderata Unione Democratici Cristiani, parte minoritaria della Democrazia Cristiana, Sud Chiama Nord – e l’altra SOVRANAZIONALISTA portata avanti principalmente dalla segreteria nazionale di Forza Italia e dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani che, dalla ‘stanza dei bottoni’, si contrappone all’area del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Tajani? Come Matteo Renzi, Carlo Calenda, Paolo Gentiloni

È singolare che il Capo della Farnesina Tajani (ndr nel duplice ruolo anche di vicepresidente del PPE) ed il ministro della difesa Guido Crosetto rappresentino le ali esterne del governo di Giorgia Meloni, pronti se dipendesse da loro ad una più stretta integrazione CAPESTRO europea. Non è un caso che le esternazioni di Tajani siano speculari alle posizioni di Matteo Renzi, Carlo Calenda, Paolo Gentiloni e parte del Partito Democratico… perché rientranti tutti nell’area marcatamente europea SOVRANAZIONALISTA. Per i Taiani’s la deliberazione a maggioranza qualificata e non all’unanimità dei singoli Stati sarebbe “cosa buona e giusta”. Il credo SOVRANAZIONALISTA parte dal presupposto che i singoli Stati (costruiti sul valore della diversità – identità personalizzata, frutto della stratificazione secolare- millenaria …”classica”) dovrebbero snaturarsi dalla propria natura pubblica per fondersi in altro, al pari di un ente condominiale. Inconsapevolmente, ci ritroviamo ad un punto di svolta per decidere cosa essere ..”carne o pesce”.

Ognuno di noi, prima di scegliere, dovrebbe farsi un esame di coscienza per rilevare a se stesso se vuole essere sovranista o sovranazionalista

Il mantenimento della nostra identità culturale, in termini numerici, dipende alla prova dei fatti dalla scelta di un’area centrista, determinante nel consolidamento dei due schieramenti. Opportunisticamente non si può tenere per così dire il piede in due staffe… sovranista e sovranazionalista. Dopo la crisi della Prima Repubblica innescata da Maastricht 1992, che determinò un riposizionamento geopolitico, le stragi del 1992, l’avvio di Tangentopoli, la nomina a Presidente della Repubblica di Oscar Luigi Scalfaro al posto di Giulio Andreotti vicino anche alle istanze del mondo arabo, sotto la pressione europeista siamo stati costretti ad abbandonare la nostra storia come popolo del Mediterraneo assoggettandoci alla politica estera europea germano-centrica. Ognuno di noi, prima di scegliere, dovrebbe farsi un esame di coscienza per rilevare a se stesso se vuole essere sovranista o sovranazionalista. Se ad esempio vuole difendere le nostre comunità, con l’animo sovranazionalista, dovrebbe essere consapevole che le determinazioni attenderebbero il semaforo verde da Bruxelles. C’è NECESSITÀ di unità che giocoforza deve parlare e posizionarsi ideologicamente soltanto in un segmento, rompendo il doppiogiochismo guidato esclusivamente dall’opportunismo. Personalmente, la mia anima è riconducibile all’area SOVRANISTA MODERATA. Se in passato, dal secondo dopoguerra, siamo cresciuti e dopo Maastricht 1992 siamo entrati nel cono della crisi prossima alla decadenza culturale ed economica, ebbene, ci sarà una spiegazione logica sulle cause. In conclusione, invito ciascun lettore che è anche un elettore a farsi un piccolo esame di coscienza, a svegliarsi da decenni di torpore propagandistico, rimettere al centro i propri affetti più cari per guardare al di là del buio oltre la siepe cosa si augura in futuro.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *