Ecco come il glifosato viene utilizzato a man bassa nelle immense piantagioni di mais e soia di alcuni Paesi del mondo (VIDEO)

Storie un po’ incredibili a cavallo tra il 2018 e il 2019

Nel 2018 il quotidiano The Guardian che la FDA, sigla che sta per Food and Drug Administration, l’Agenzia per gli alimenti e i medicinali degli Stati Uniti d’America, non riusciva a trovare un alimento senza tracce di glifosato! I giornalisti sono riusciti a mettere il naso nelle mail interne alla FDA, ottenute in base alla legge sul diritto di accesso alle informazioni. Quello che è venuto fuori, ha raccontato qualche tempo fa Il fatto alimentare, è sconvolgente. Dalla lettura di una mail risulta che il chimico della FDA, Narong Chamkasem, racconta Il fatto alimentare, “ha trovato residui di glifosato oltre i limiti nel mais – 6,5 ​​parti per milione, contro il massimo ammissibile di 5,0 ppm – il che avrebbe dovuto essere segnalato all’Environmental Protection Agency (EPA), cosa non avvenuta perché in una mail un supervisore di Chamkasem gli disse che il mais non era considerato un ‘campione ufficiale’. Fatto smentito da un portavoce della FDA interpellato dal Guardian, secondo il quale i campioni ufficiali da sottoporre a test sono mais, soia, latte e uova, aggiungendo che in nessun campione sono stati superati i limiti massimi di residui di glifosato. Il portavoce della FDA non ha voluto però entrare nel merito delle mail ottenute dal quotidiano britannico”. “Dai documenti della FDA – prosegue l’articolo de Il fatto alimentare – risulta che Chamkasem aveva trovato il glifosato anche in numerosi campioni di miele e in prodotti di farina d’avena. Dopo questi risultati, la FDA sospese temporaneamente i test e il laboratorio di Chamkasem venne riassegnato ad altri programmi, perché quei test non facevano parte del suo incarico sui residui di glifosato”. (Sopra, foto tratta da Eunews)

Fino a qualche anno fa abbiamo documentato con articoli e video che il glofosato viene utilizzato anche per diserbare strade e giardini pubblici? E’ così anche oggi?

Oggi noi vogliamo riprendere una petizione sul glifosato lanciata nel 2017 da GranoSalus, l’associazione che raccoglie produttori di grano duro del Sud Italia e consumatori. Perché la rilanciamo? Perché l’uso smodato di glifosato in agricoltura e non soltanto in agricoltura: si pensi al diserbo dei cigli delle strade: a tal proposito, il 12 aprile del 2018 abbiamo pubblicato un video incredibile, dove si vede un’autobotte carica di glifosato che irrora i lati delle strade non preoccupandosi nemmeno del fatto che questo veleno sarebbe venuto a contatto con gli automobilisti! Così facendo, da anni, i gestori delle strade ‘risparmiano’ sul personale (prima del glifosato e, in generale, degli erbicidi, il diserbo veniva effettuato manualmente: ricordate le case cantiniere lungo le strade gestite dall’ANAS? Chiediamoci da che cosa sono state sostituite…). Lo stesso discorso vale per giardini pubblici: come è stato effettuato il diserbo in questi luoghi, in tutti questi anni? Il dubbio è che il glifosato, tra campagna, strade e città piccole e grandi sia entrato nella nostra vita. Alimentato, anche, da tecniche agronomiche suicide, che hanno spinto fino all’inverosimile gli agricoltori all’uso del glifosato.

La petizione di GranoSalus di qualche anno fa

Il punto 1 della petizione di GranoSalus ricorda che il glifosato – fino a qualche anno fa prodotto  e venduto dalla multinazionale Monsanto con il marchio commerciale Roundup (per la cronaca, la multinazionale americana Monsanto e la tedesca Byer oggi ‘viaggiano’ insieme, come potete leggere in questo articolo) – è l’erbicida più diffuso al mondo ed è classificato, in base alla direttiva 67/548/CEE, come irritante e pericoloso per l’ambiente, tossico per gli organismi acquatici e con formulati pericolosi per l’uomo e/o per l’ambiente acquatico”. A tal proposito va detto che il brevetto del glifosato è scaduto ormai da alcuni anni. Morale: a produrre gli erbicidi al glifosato sono in tanti, Cina in testa: ciò significa che che la presenza del glifosato nel Pianeta Terra è aumentata vertiginosamente! Il punto 2 della petizione ricorda che “l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha fissato la dose massima di assunzione giornaliera di glifosato in 0,5 mg per kg di peso corporeo”. Certo, sarebbe normale evitare di ingerire questo veleno: ma gli Stati, com’è inevitabile quando ci sono di mezzo gli interessi delle multinazionali, debbono scendere a compromessi con le stesse multinazionali (e, nel caso dei Paesi deboli, debbono subirle). Il punto 3 è molto importante: si sottolinea, infatti, che “l’Agenzia per la ricerca sul cancro Iarc (OMS) di Lione, nel 2015, ha classificato il principio attivo (cioè il glifosato ndr) come un ‘probabile cancerogeno per l’uomo’ e come tale lo ha inserito nel gruppo delle 66 sostanze a rischio”.

L’utilizzazine massiccia di glifosato nelle immense distese di soia in Argentina

Il punto 4 ci racconta il ‘capolavoro’ delle multinazionali in agronomia. ll vero ‘boom’ del glifosato è iniziato quando la Monsanto ha cominciato a introdurre varietà di piante resistenti allo stesso glifosato (oggi alcune di queste varietà sono OGM, Organismo Geneticamente Modificati). In un servizio trasmesso alcuni anni da Le Iene si vedono gli aerei che sorvolano grandi distese di soia in Argentina. Con queste irrorazioni a tappeto muoiono tutte le erbe infestanti, mentre le piante di soia rimangono vive. Perché? Perché le multinazionali che producono il glifosato hanno selezionato varietà di soia (ma anche di mais, di riso e di altre colture erbacee) che resistono al glifosato! Che significa questo? Semplice. Uno dei problemi dei cereali e della soia sono le cosiddette malerbe, che debbono essere eliminate. Utilizzando varietà di cereali e di soia resistenti al glifosato, quando con le irrorazioni a base dello stesso glifosato si interviene, a tappeto, sulle piantagioni di cereali e di soia attaccate dalle malerbe, le stesse malerbe muoiono tutte, mentre il cereale e la soia resistenti allo stesso glifosato rimangono in vita. Tutto giusto, tranne che in un punto: il cereale e la soia che si raccolgono e che finiscono direttamente e indirettamente sulle nostre tavole sono contaminate con il glifosato: un veleno che finisce nel nostro organismo… Dopo di che noi acquistiamo nei Centri commerciali olio di soia! Hanno torto gli amici di GranoSalus a sollevare questo problema?

Fine prima puntata/ Continua

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