Giusta l’indennità extra per medici e infermieri di Pronto soccorso. Mentre il 30% in più per i reparti che hanno registrato più prestazioni appare viziato di manifesta illogicità

Con un decreto l’assessorato regionale alla Salute-Sanità introduce un parametro di impossibile calcolo che potrebbe avvantaggiare alcuni soggetti a scapito di altri

Premesso che i fondi stanziati – poco più di 13 milioni di euro – per erogare indennità extra a medici e infermieri di Pronto soccorso della Sicilia sono un segnale positivo, va fatta qualche considerazione su come tali fondi verranno erogati. A quanto pare si tratta di fondi nazionali che verranno divisi tra le Aziende ospedaliere e le Aziende sanitarie provinciali (Asp). Queste ultime erogheranno questi fondi al personale che opera nei Pronto soccorso in base a due parametri: il 70% in parti uguali a tutti, il 30% ai reparti che hanno registrato più prestazioni. Ebbene, questa ripartizione andrebbe spiegata nel dettaglio, trattandosi di fondi pubblici. Che significa erogare il 30% di questi fondi ai reparti che hanno registrato più prestazioni? Come verrà calcolato tale parametro? Sarà un calcolo meramente quantitativo? Se sarà così, i medici e gli infermieri che lavorano nei Pronto soccorso di grandi dimensioni verranno avvantaggiati, perché è matematico che un Pronto soccorso di grandi dimensioni registri più prestazioni rispetto a un Pronto soccorso di medie o piccole dimensioni. Ci auguriamo che il parametro non sia questo, perché si tratterebbe di una grande ingiustizia.

Forse chi ha scritto questo decreto vorrebbe premiare chi ‘svuota’ i Pronto soccorso, cioè i medici di Pronto soccorso che visitano più in fretta?

E allora? Le maggiori prestazioni andrebbero calcolate sui carichi di lavoro di ogni medico e di ogni infermiere. Ma anche in questo caso il terreno è molto ma molto ‘scivoloso’. Forse chi ha scritto questo decreto vorrebbe premiare chi ‘svuota’ i Pronto soccorso, cioè i medici di Pronto soccorso che visitano più in fretta? Siamo arrivati alla teoria quantitativa dell’emergenza-urgenza sanitaria? La fretta – anche in medicina – non è mai una buona consigliera. Ricordiamo che il fine ultimo di un Pronto soccorso non è quello di visitare quanta più gente possibile, ma di assicurare le giuste cure ai pazienti. Ora, scrivere in un decreto nel quale si erogano fondi pubblici al personale di Pronto soccorso che verranno premiati con maggiori erogazioni di denaro i Pronto soccorso che hanno erogato più prestazioni è profondamente sbagliato. Non si più applicare a un Pronto soccorso la teoria ‘quantitativa’ delle prestazioni: i medici di Pronto soccorso debbono operare con serenità, in “scienza e coscienza”, non con la frenesia r’ammuttari, come si usa dire nella nostra lingua, per ‘svuotare’ il reparto, aumentare le prestazioni e guadagnare di più. Non sappiamo a chi sia saltato in testa di inserire questo bizzarro e molto discutibile criterio del 30% ai reparti che hanno registrato più prestazioni. Tra l’altro, l’applicazione di questo criterio postula un controllo certosino sulle persone che sono state visitate dai Pronto soccorso che hanno registrato più prestazioni. Le persone visitate nei Pronto soccorso sono guarite del tutto o, pochi giorni dopo, sono tornate a farsi visitare di nuovo, magari nello stesso Pronto soccorso? In questo caso il ritorno di questi pazienti come verrebbe calcolato? Come prestazione in più da ‘premiare’? Insomma, da qualunque parte la si osservi, questa strana ‘riserva’ del 30% ai reparti che hanno registrato più prestazioni sembra viziata di illogicità. La sanità pubblica deve garantire la salute dei cittadini nel migliore dei modi possibili, non codificare “l’ansia da prestazione” per maggiori remunerazioni.

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