I contratti di filiera per il grano duro sono una fregatura per gli agricoltori e tutelano solo gli industriali. Le parole pronunciare cinque anni fa da Ettore Pottino e Cosimo Gioia sempre valide

Chi oggi propone agli agricoltori che producono grano duro i contratti di filiera lo fa per agevolare gli industriali non per aiutare i produttori

Con i prezzi del grano duro bassi torna lo spettro dei contratti di filiera. Apparentemente sembra che questi particolari contratti tra industrie e agricoltori che producono grano duro favoriscano questi ultimi. In che cosa consisterebbe questo ‘vantaggio’ per gli agricoltori? Nel fatto che il grano duro che producono viene collocato presso gli industriali ad un prezzo fissato prima. E qui casca l’asino. Per quest’anno – andamento climatico permettendo – se il prezzo del grano duro venisse fissato – facciamo un esempio – a 60 euro al quintale potrebbe anche andare bene, perché bene o male gli agricoltori si ripagherebbero i costi di produzione con un lieve margine assicurato dall’integrazione. Ma, come insegna l’esperienza, non crediamo affatto che le industrie pagherebbero ai produttori di grano duro italiano 60 euro al quintale, anche perché acquistano tutto il grano duro estero che vogliono – grano duro canadese, ucraino, russo e anche turco – a un prezzo molto più basso. Morale: per gli agricoltori che producono grano duro i contratti di filiera sono una fregatura. Cinque anni fa abbiamo intervistato due produttori di grano duro che operano in Sicilia, Ettore Pottino, che allora ricopriva l’incrico di presidente di Confagricoltura Sicilia e Cosimo Gioia, titolare di un’azienda cerealicola nell’entroterra della nostra Isola , dalle parti di Valledolmo. Ecco cosa ci hanno detto cinque anni fa.

Ettore Pottino: “I contratti di filiera risolvono i problemi degli industriali della pasta, non certo i problemi degli agricoltori”

Ettore Pottino (Foto sopra): “I contratti di filiera non tengono conto di alcuni parametri: per esempio, l’assenza, nel grano duro del Mezzogiorno d’Italia, di micotossine DON”. L’assenza di micotossine DON è un valore aggiunto che agli industriali della pasta serve: ma il prezzo, come già accennato, lo fissano loro! E questo valore aggiunto, gli industriali del Nord, lo considerano come un elemento che gli agricoltori del Sud gli debbono regalare! “I contratti di filiera – ci diceva cinque anni fa Pottino – servono agli industriali della pasta. Risolvono i problemi degli industriali della pasta, non certo i problemi degli agricoltori. Tutto il potere contrattuale è nelle mani degli industriali. Se un grano duro non raggiunge la percentuale di proteine da loro richiesta, loro ribassano il prezzo. Insomma, sono contratti con riserva: dove la riserva tutela gli industriali, non gli agricoltori. Ti impongono le sementi, ti impongono le concimazioni. Gli agricoltori che siglano un contratto di filiera si consegnano nelle mani degli industriali della pasta”.

Cosimo Gioia: “Molto più serio bloccare il grano duro malsano che arriva in Sicilia e, in generale, nei porti del Sud Italia con le navi”

Cosimo Gioa (Foto sopra): “I contratti di filiera bloccano i prezzi violando il principio della concorrenza. A comandare, su tutto, sono gli industriali. Che, lo ribadisco, giocano sui prezzi bloccati e, se una cosa poi non gli garba, abbassano anche i prezzi. Sono catene. Molto più serio bloccare il grano duro malsano che arriva in Sicilia e, in generale, nei porti del Sud Italia con le navi. Ma questo postula la presenza di Governi seri, a Roma e in Sicilia. L’attuale Governo regionale – ci diceva cinque anni fa Gioia – ha assunto degli impegni in campagna elettorale che non sta rispettando. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, si erano impegnati a controllare il grano che arriva in Sicilia con le navi. Ma, fino ad oggi, a parte il controllo su una nave arrivata nel Marzo dello scorso anno, non hanno fatto nulla. Ora arrivano i contratti di filiera: e arrivano, guarda caso, dopo che il prezzo del grano duro del Sud è stato tenuto basso. In conclusione: sono contrario ai contratti di filiera che sono espressione del colonialismo del Nord ai danni degli agricoltori del Sud”.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *