Il 12 Gennaio del 1667 lasciava questa Terra San Bernardo da Corleone che ispirò il Manzoni per l’identikit di fra’ Cristoforo nei “Promessi Sposi”

di Frate Domenico Spatola

Oggi – 12 Gennaio – ricordiamo un grande Santo siciliano “campione di spiritualità per il carisma dell’amore, raccomandato da Gesù”

Il paese d’origine avrà fatto storcere il naso a Giovanni Paolo II, di istinto restio a farlo santo nel 2002. Si arrese. Lo convinsero il vescovo cappuccino greco Francesco Papamanolis e la sagacia di padre Gaspare Lo Nigro, che ne trovò, negli Archivi Vaticani, il miracolo compiuto nel 1787. La “Rivoluzione francese” e l’arresto del Papa Pio VII ad opera di Napoleone Bonaparte avevano bloccato l’iter della canonizzazione. Così il “beato Bernardo”, come l’avevo conosciuto da bambino, ai Cappuccini di Palermo, dovette aspettare prima del riconoscimento universale da parte ecclesiale. La sua era stata una vita di eroismo inimitabile. Complice la cultura religiosa del suo tempo. “Prima spada di Sicilia”, difese il titolo dallo sfidante Vito Canino, venuto da Palermo per abbattere il leone. Il Nostro gli insegnò quell’arte. Per sfuggire alla sbirraglia, avendolo ferito gravemente al tendine del braccio, riparò nel convento dei frati, dove ricevette il saio da Cappuccino. La vicenda ispirò il Manzoni, per l’identikit di fra’ Cristoforo nei “Promessi Sposi”. (foto tratta da Famiglia Cristiana)

“Svelò il segreto nel Crocifisso e nelle cinque piaghe, lettere, tutte ‘rosse’, che da analfabeta conosceva”

Continue ed esasperate furono le sue lotte interiori con estenuanti sacrifici. Oltre quelli indicati dalle regole del Cenobio, esagerava per domare il “fratello asino”. Così diceva del suo corpo, che in un paio di occasioni aveva recuperato il primo turgore. “Ascetica pesante” è per noi, ma non mancava il contrappeso della carità. Svelò il segreto nel Crocifisso e nelle cinque piaghe, lettere, tutte “rosse”, che da analfabeta conosceva. Vi si specializzò. Nato a Corleone nel 1605, morirà a Palermo a sessantadue anni (12 gennaio 1667). Visse due terzi del “secolo niente felice”, ricordato per la peste, la carestie, e i terremoti e, non ultima, per l’infame “dominazione spagnola”. I racconti sul Santo “fiorirono” edificanti, e le estasi nella cappella del Crocifisso furono attestate, sotto giuramento, dal superiore e da frate Antonino da Partanna, che testimoniò le ultime ore di San Bernardo. I miracoli operati in vita si sprecarono, mentre, da morto, si fa parsimonioso. La Madonna la vide di presenza, anche se all’epoca non erano infrequenti i casi in cui frati ricevevano lo stesso trattamento. San Bernardo, al secolo Filippo Latino, fu campione di spiritualità per il carisma dell’amore, raccomandato da Gesù. Da uomo di fede, con la sua carità, fece percepire, ai contemporanei, il “Dio con noi”.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *