Il 6 Novembre i Francescani ricordano i loro defunti “angeli di Dio” che continuano ad accompagnare i fratelli con l’amore illimitato

Il carisma di San Francesco da otto secoli nutre di Vangelo la Storia

di Frate Domenico Spatola

Oggi tutti i Francescani del Pianeta ricordano liturgicamente i loro defunti. Come da album di famiglia e nello spirito di fraternità, raccomandato dal Poverello d’Assisi. Più numerosi dei fratelli venerati sull’altare, e spesso sono non meno santi. Nella mia personale esperienza pluridecennale, il percorso da frate di San Francesco è stato sostenuto dai tanti fratelli, ora nella Pace. A ricordarli sono numerosi, pur nel mio piccolo vissuto e se moltiplico i miei ricordi con quelli di altri confratelli, nel mondo, si enfatizzano nella “moltitudine che nessuno poteva contare”, in analoga narrazione fatta dall’Apocalisse, dinanzi all’Agnello. Fiero dell’appartenenza, mi spero “contato nel novero”. Essi da “angeli di Dio” continuano ad accompagnare i fratelli, con la qualità che in loro più risplende: l’amore illimitato. Il carisma di Francesco, identico alla sorgente e alla foce, da otto secoli nutre di Vangelo la Storia, con i “Minori”, fratelli e sorelle. Come fiume fluisce, carsico o emergente, e ciò che attraversa vivifica. La protezione dei fratelli defunti, invocata oggi con pretesto liturgico, non smette. Essi, che con il Risorto hanno vinto la morte, infondono speranza “dei cieli nuovi e della terra nuova”, habitat del loro approdo e della felice attesa, garantita per noi.

Foto tratta da Bibbia Francescana

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