“Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”

di Frate Domenico Spatola

24 Aprile 2024, Mercoledì della quarta settimana: Giovanni 12,44-50

Gesù dichiarava la provenienza dal Padre, e credere in lui significava dare fede a colui che lo aveva mandato. Continuava appellandosi alla somiglianza con il Padre, certificata dalle opere: “Chi vede me, vede colui che mi ha mandato”. Indicava di sé agli interlocutori le qualità divine: “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”. L’appello si faceva ultimativo per chi ascoltava le sue parole, ma non le osservava. Non sarebbe stato tuttavia egli il giudice, perché venuto nel mondo non per condannare, ma per salvarlo. La sua Parola avrebbe discriminato nel giorno ultimo, quando dalla Croce avrebbe comunicato lo Spirito. Quella Parola era infatti del Padre e il Figlio ne era latore per comunicare vita eterna. “Tutte cose – aggiunse – udite dal Padre per voi”.

Foto tratta da La Luce di Maria

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