La poligamia oggi: molto diffusa nell’Africa Centrale e poco diffusa nel mondo islamico (appena il 2%). Lo stop di Sant’Agostino in Occidente dove trionfano le relazioni extraconiugali

di Nota Diplomatica

Nella stragrande maggioranza dei Paesi la percentuale di matrimoni ‘multipli’ è nettamente inferiore allo 0,5%

Per poligamia si intende il matrimonio plurimo in generale, cioè sia di un uomo con più donne (poliginia) sia di più uomini con una donna (poliandria), anche se il secondo caso è molto meno comune. Comunque venga formulato il rapporto, è una pratica rara nel mondo. Secondo i dati disponibili, all’incirca il 2% della popolazione globale vive in famiglie organizzate su principi poligami. Nella stragrande maggioranza dei Paesi – molti dei quali comunque vietano la pratica per legge – la percentuale di matrimoni ‘multipli’ è nettamente inferiore allo 0,5%. Prospera però in alcuni stati dell’Africa Centrale: in Burkina Faso (dove il 36% dei matrimoni è poligamo), in Mali (34%), nel Gambia (30%), in Niger (29%), in Nigeria (28%) e in un’altra decina di Paesi fino ad arrivare al 2% della Repubblica Democratica del Congo.

Sbagliato pensare che la poligamia sia associata all’Islam

Nella percezione popolare il matrimonio plurimo è associato all’Islam, ma nei fatti è insolito anche in quel contesto. In Ciad, ad esempio, questo tipo di unione è addirittura più comune tra i cristiani che tra i mussulmani. Nel mondo però, secondo alcuni studi, solo il due percento dei matrimoni islamici sarebbero di tipo poligamo. Il Corano limita la pratica in questi termini: “…sposa la donna che scegli, due o tre o quattro; ma se temi di non poter trattarle equamente, allora solo una” (Sunna 4,3). Comunque sia, gli apologeti islamici comunemente difendono l’usanza osservando che: “Si può certamente dire che il numero di matrimoni poligami nel mondo islamico è molto minore rispetto al numero di relazioni extraconiugali in Occidente. In altre parole, gli islamici oggi sono più monogami dei cristiani…

Sant’Agostino tagliò corto: Adamo ed Eva erano due e v’abbastanu!

La relazione teologica e intellettuale tra il cristianesimo e la poligamia è complicata dal fatto che la Bibbia riferisce chiaramente che molti dei grandi e riveriti Patriarchi storici – tra cui Abramo (che aveva tre mogli), Mosè (‘solo’ due mogli), Giacobbe (quattro), Davide (almeno 18) e Salomone (perfino 700, non contando le concubine…) – non erano affatto monogami. Sant’Agostino spiegò il caso dei Patriarchi come una sorta di concessione ‘temporanea’ da parte di Dio, non perché ‘fornicassero’ ma per dare loro una maggiore possibilità di procreare. “Lo scopo corretto del matrimonio – spiega il Santo – è meglio promosso da un marito con una moglie invece che da un marito con mogli multiple, come si vede dalla prima unione di due sposi (Adamo ed Eva, ndr) fatta dall’Essere Divino Stesso”. La spiegazione ‘agostiniana’ è bastata per la Chiesa cristiana e dunque per l’Occidente, anche se, vista da oggi, sembra una giustificazione un po’ stiracchiata. Vanno forse meglio i Buddhisti, per i quali il matrimonio non è un sacramento, ma piuttosto una sorta di contratto ‘civile’. Importa tutto questo? Probabilmente sempre meno. Con i divorzi seriali e la comune tendenza a ‘convivere in stato di peccato’ senza che ci si faccia troppo caso, il matrimonio non pare più quello di una volta…

Foto tratta da Wikipedia

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