Le politiche ‘green’ Ue contrarie paradossalmente agli agricoltori che da sempre difendono l’ambiente. Serve una una protesta popolare anche in Sicilia

di Andrea Piazza

Va tutelato il nostro stile di vita mediterraneo

Dalla Sicilia con amore: è il titolo che darei all’attuale momento storico, dove come la paglia al fuoco la protesta prende corpo e si apre come i petali di un fiore su tutto il territorio isolano. Sarebbe riduttivo etichettarla o relegarla alla sola protesta del comparto agricolo, perché si tratta di un’adesione spontanea alla quale ha aderito anche chi scrive unitamente all’amico Santo Bono “agricoltore doc “. Personalmente ho partecipato all’incontro preliminare tenutosi a Marineo presso la cantina sociale di Franco Calderone da dove è stato dato il la. In questi giorni ha preso corpo e visibilità nel territorio di Bolognetta, in provincia di Palermo, e nel territorio di Poggioreale (foto sotto) con l’amico Lorenzo Giocondo, in provincia di Trapani. I sentimenti della protesta, che prossimamente articolerà una proposta, intercetta trasversalmente i sentimenti collettivi con il proposito di tutelare il nostro STILE DI VITA MEDITERRANEO. E’ evidente a tutti, in questo momento storico che, elemento comune percepito da gran parte della popolazione comunitaria europea, è il malessere e la visione con sfiducia del futuro. (foto sopra tratta da Dailymotion)

Con il cibo sintetico e con i grilli a tavola ci vogliono avvelenare la vita. E con nuova era “green deel” a base di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche ci vogliono condannare alle insicure e super costose auto elettriche (anche in ordine ai costi di manutenzione)

Sino alla settimana scorsa i diversamente definiti ‘Giornaloni’ hanno tentato di alleviare la nostra sofferenza emotiva non riportando nelle cronache la vibrante protesta degli agricoltori e produttori tedeschi, francesi, belgi, olandesi austriaci e via continuando. In verità questo malessere è diffuso come un cancro maligno MA per noi gente del Sud – popolo isolano siciliano e sardo – ha implicazioni aggiuntive. Innanzitutto di denuncia e contestazione delle politiche comunitarie “green” che vorrebbero accompagnarci nel baratro della c.d. transizione ecologica. Sembra quasi un controsenso ma la spontanea transizione green che vorrebbe portarci nell’era di marginalizzare le produzioni agricole e/o le attività zootecniche naturali (ovvero non intensive) sembrano più rispondenti ad una filosofia ideologica lontana anni luce dal rapporto ancestrale uomo (per chi è sensibile alla terminologia non sessista/ beat generation ..persona) – natura. Sembra paradossale che coloro che, per definizione e in modo eccellente, tutelano e lavorano con la natura vegetale si contrappongono ai portatori degli interessi green (non a caso supportati dal sistema industriale con ampi tentacoli a Bruxelles) che vorrebbero traghettarci nella nuova era “green deel” a base di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche sui nostri terreni e condannarci alle insicure e super costose (anche in ordine ai costi di manutenzione) auto elettriche.

Il cibo sintetico come nei film di fantascienza

Pensando un attimo in punta di piedi al mezzo elettrico, nessuno affronta i reali nodi strutturali, oltre al pericolo di esplosione, la necessità, in caso di incendio, di impiegare quantità notevolmente di acqua, più personale specializzato con il rischio per reazione chimica in un lasso temporale di 15 giorni di nuovo incendio per autocombustione. Penso astrattamente all’eventualità di ingorgo prolungato per ore… si rischierebbe di restare chissà dove in attesa di un riposo elettrico per ricarica. Sempre questo modello di nuovo mondo vorrebbe sostituire la farina ricavata dal raccolto con il massacro animale dei poveri grilli (da non confondere con il movimento politico). Dulcis in fundo vorrebbero accompagnarci per mano al cibo sintetico, derivato da cellule animali in assenza di sistema immunitario per poi imprigionarci in un nuovo sistema sanitario che, come in un film di fantascienza, ci consegnerebbe una società funzionale per pochi, anzi pochissimi privilegiati ed un ceto medio inesistente. In più la legislazione comunitaria recepita supinamente dal legislatore nazionale (senza articolare nessuna critica politica) ci impone accessoriamente anche campagne di abbattimento di animali prevalentemente allevati a pascolo causa presenza di ‘presunte’ malattie. Dopo di che accade spesso che dopo l’abbattimento gli esami post mortem certificano che trattavasi di animali sani.

E’ arrivato il momento di rispolverare il nostro modello sociale classico che, in sintonia con la natura, trova la propria ragion d’essere senza seguire i guru e falsi santoni del momento

Sciorinati in random una serie di nodi ed illogicità giunte al pettine, a NOI gente del Sud nessuno può toglierci dalla testa che la posizione geografica del nostro territorio è ideale per lo sviluppo industriale del piano green e, malignamente, essendo abituati a riflettere e percepire gli eventi prima che accadono… che sussiste un interesse strategico di un ceto dominante che, anche utilizzando la leva propagandistica, ha un interesse ad affamarci per impadronirsi delle nostre terre e dare il via libera al business del capitalismo estero, impoverendoci e costringendoci un giorno a sfamarci seguendo la dieta sintetica mediterranea, accompagnati da un panino con polvere di grillo ed un rinomato vino sintetico. L’altro giorno, amabilmente mi sono confrontato con un amico imprenditore agricolo, Pippo Marino di Camporeale, e siamo arrivati alla conclusione che se non ci difendiamo per tutelare il nostro stile di vita mediterraneo, se non imponiamo alla politica la necessità di abbandonare la politica pro Ponte sullo Stretto a fronte peraltro di 9 mila Km quadrati di strade dissestate non ci sarà speranza per i nostri figli. Tutto questo modus operandi allontana la popolazione dei votanti ed ingrassa il partito dell’astensione. Insomma è arrivato il momento di rispolverare il nostro modello sociale classico che, in sintonia con la natura, trova la propria ragion d’essere senza seguire i guru e falsi santoni del momento. In conclusione, il nostro mondo è circondato da molteplici interessi predatori e soltanto una linea etica, l’approccio in sintonia con la natura e un antimafia francescana potranno darci l’opportunità di cambiare la nostra rotta al momento diretta verso gli scogli. Il nostro mare Mediterraneo è la nostra forza e prossimamente dopo il trentennio neoliberista ormai al tramonto diventerà nuovamente centrale e crocevia culturale ed economico.

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