Nel mondo diminuisce il numero di vegetariani. Ma la vera scoperta è che prediligere la carne nella dieta sembra sia dovuto alla presenza di un gene

di Nota Diplomatica

L’aumento del consumo di carne non è legato solo al miglioramento delle condizioni economiche

Dopo aver raggiunto un picco all’inizio di questo secolo, il vegetarianismo ‘occidentale’ è da tempo in declino. Nel 1999 il 6% degli adulti americani dichiarava di non consumare carne; l’anno scorso invece, il dato era calato di un terzo, al 4%. Secondo la FAO – la Food and Agriculture Organization dell’ONU – il consumo di carne in alcuni Paesi (come Nuova Zelanda, Canada e Svizzera) anziché scendere è infatti tornato a livelli mai visti. La FAO riferisce che il consumo di pollame è in crescita praticamente in tutto il mondo, mentre quello della carne ‘rossa’- bovina, suina e ovina – perde leggermente terreno. In buona parte del globo, l’aumentato appetito per la carne – bianca e rossa che sia – è chiaramente legato alla crescita economica che permette alle famiglie di acquistarla. Al di là di una soglia di circa USD 40mila di reddito pro capite, il benessere economico però non sembra condizionare più l’incrementato consumo.

Pensiamo di decidere noi come comportarci, mentre in non pochi casi sono i nostri geni a comandare… 

È evidente che la scelta di mangiare o meno carne non sia solo economica. Subentrano fattori culturali, sociali e religiosi, come anche il clima, le tradizioni agricole e altri elementi ancora. Tra le cause potrebbe esserci anche la genetica umana. È noto, infatti, che le tendenze alimentari dei giovani vengono influenzate da ciò che si mangia abitualmente in famiglia da piccoli ma, secondo alcune ricerche, i gusti alimentari possono anche essere letteralmente ‘ereditati’ dai genitori. Un’equipe di studiosi angloamericani ha recentemente identificato dei geni umani che potrebbero essere associati alla scelta di evitare o meno la carne. Secondo il lead author dello studio, il Prof. Nabeel Yaseen, della Northwestern University di Chicago: “Abbiamo dimostrato che c’è un’influenza genetica sul vegetarianismo”. I ricercatori hanno confrontato il genoma di 5.324 vegetariani ‘assidui’ – che non avevano mangiato carne da almeno un anno – con i dati genetici di 329.445 ‘carnivori’ forniti da una banca dati inglese, la UK BiobankDallo studio è emersa la presenza di un ‘marcatore’, un ‘locus genetico’ – SNPrs72884519 – che distingue le due popolazioni. È dimostrato ormai da tempo che le preferenze per certi gusti sono collegate ad alcuni geni specifici e che questi siano ‘ereditabili’ all’interno delle famiglie. Il gene OR6A2, per esempio, determina se il gusto del coriandolo viene percepito come gradevole oppure con quel particolare sapore che ricorda il sapone. Un altro locus genetico influenza invece la percezione degli odori ed è stato messo statisticamente in rapporto con il numero di tazze di tè bevute giornalmente dagli individui… Il tutto per dire: pensiamo di decidere noi come comportarci, mentre in non pochi casi sono i nostri geni a comandare… 

Foto tratta da Fatto in casa da Benedetta

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