Ricordiamoci che in Medio Oriente è stato aggredito Israele. E’ l’ambiguità sugli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas che sta complicando tutto. Il peggio deve ancora arrivare?

Sin dalle prime battute del conflitto il Governo israeliano ha chiesto la prova che gli ostaggi siano in vita. Ma una risposta non è mai arrivata

Oggi proveremo a fare il punto della situazione sulla guerra in Medio Oriente dove è in corso, a cura del solito Occidente, una campagna di disinformazione per penalizzare Israele. Ricordiamo che – a meno che non si voglia tornare alla Risoluzione dell’ONU che nel 1947 istituì lo Stato di Israele, Risoluzione che ha avviato le ostilità in questo angolo del mondo – la guerra è scoppiata lo scorso 7 Ottobre con l’attacco di Hamas a un folto gruppo di civili israeliani. La reazione di Israele è stata immediata. Secondo alcuni osservatori, la reazione del Governo israeliano di Benjamin ‘Bibi’ Netanyahu sarebbe stata eccessiva. In realtà, sin dal primo giorno del conflitto, Israele ha iniziato a chiedere ad Hamas la restituzione degli ostaggi. All’inizio gli ostaggi erano quasi 140; con il passare del tempo sono diventati 136, 120 e ora poco più di un centinaio. Sin dalle prime battute del conflitto il Governo israeliano ha chiesto la prova che gli ostaggi siano in vita. Ma una risposta non è mai arrivata. Questo ha reso sempre più dura la reazione di Israele. Giustissimo indignarsi per i palestinesi uccisi a Gaza. Senza dimenticare, però, l’attacco del 7 Ottobre scorso e gli ostaggi israeliani.

Disinformare sul Governo israeliano di Netanyahu, come fa l’Occidente, è demenziale, perché è la lobby ebraica mondiale a decidere se l’attuale capo del Governo di Israele deve restare o andare via

In sei mesi la maggioranza dei media occidentali – con riferimento soprattutto ai media legati ai Democratici americani – hanno omesso di parlare degli ostaggi, soffermandosi sulla reazione durissima degli israeliani nella Striscia di Gaza. Che il Governo Netanyahu abbia deciso di ridurre drasticamente la presenza di palestinesi a Gaza non ci sono dubbi; ma è innegabile che la durezza delle azioni militari degli israeliani è anche il frutto delle mancate risposte di Hamas e degli americani sugli ostaggi israeliani. Negare questo è disonestà intellettuale pura. Tentare, come stanno facendo gli occidentali capeggiati dai Democratici americani, di far passare Netanyahu per ‘cattivo’ quando tutto è cominciato con l’attacco proditorio del 7 Ottobre 2023 ai civili israeliani, è solo disnformazione, peraltro demenziale. Netanyahu è a capo del Governo di Israele perché è sostenuto dalla lobby ebraica non soltanto americana ma mondiale. La lobby ebraica, tanto per fare chiarezza, non è forte solo negli Stati Uniti d’America, a Wall Street e dintorni, ma in tanti altri Paesi del mondo. Fomentare le proteste in Israele, come sta facendo l’Occidente, per far cadere il Governo Netanyahu è cretinaggine ai sensi di legge, perché è la lobby ebraica mondiale a decidere se l’attuale capo del Governo di Israele deve restare o andare via. Chi non capisce questo nega la realtà.

Sbagliatissime le proteste in Italia contro Israele: ecco perché

Anche le proteste, in Italia, contro Israele, sono sbagliatissime, sia perché il Governo israeliano sta rispondendo a un attacco e chiede da sei mesi notizie sugli ostaggi, sia perché se gli israeliani si incazzano possono anche decidere di bloccare la raffineria di petrolio di Priolo, in Sicilia, Lukoil, che è gestita da loro, probabilmente insieme con la Lukoil russa. L’eventuale blocco della raffineria di Priolo – che raffina dal 40 al 50% del grezzo italiano – farebbe schizzare a 3 euro e mezzo-4 euro al litro il prezzo di benzina e gasolio, scatenando un’inflazione micidiale, se è vero che quasi il 90% delle merci, in Italia, ‘viaggia’ sui mezzi gommati. Già in questo momento il prezzo di benzina e gasolio, a causa della guerra in Ucraina, sfiora e in alcuni casi supera i 2 euro nonostante gli interventi per non far aumentare il prezzo del Governo di Giorgia Meloni; già lo scenario è complicato perché chi ha attaccato e colpito le raffinerie russe e i centri di smistamento, sempre russi, non ha creato solo difficoltà al Paese di Putin ma anche agli europei, che per petrolio e gas dipendono da Paesi extra-europei (qui un articolo). Lo stesso petrolio russo, in barba alle sanzioni, grazie alle ‘triangolazioni’, arriva anche in Europa.

L’Iran attaccherà Israele? Sarebbe un suicidio del Governo iraniano. Il vero problema sarà la reazione israeliana se dovesse essere vera la notizia che gli ostaggi israeliani sono morti

Un altro elemento pompato in queste ore dall’informazione occidentale legata ai Dem americani è l’imminente attacco dell’Iran a Israele. Questo attacco sarebbe un mezzo suicidio per l’Iran. Perché l’Iran, in questo momento, a causa sempre dell’Occidente, ha problemi interni. Da quando è iniziata la guerra tra Russia e Occidente in Ucraina, gli occidentali non hanno fatto altro che fomentare il dissenso in Iran, Paese schierato con Russia e Cina. Un Paese non può entrare in guerra se non ha al proprio interno una grande unità. Putin sta portando avanti la guerra contro l’Occidente in Ucraina perché ha con sé la stragrande maggioranza del popolo russo. Se il Governo dell’Iran dovesse decidere di attaccare Israele, ebbene, farebbe un grande piacere all’Occidente a ‘trazione’ Democratici americani, perché dovrfebbe fronteggiare anche una guerra civile. Ciò posto, in queste ore il vero problema è come reagirà Israele quando avrà le prove che buona parte degli ostaggi nelle mani di Hamas sono morti, come si comincia a leggere qua e là. A nostro avviso la reazione di Israele sarà durissima. E non sarà certo l’attuale presidente americano joe Biden ad attenuarla. la verità è che il peggio potrebbe ancora arrivare.

Se Israele non avrà notizie sugli ostaggi la situazione a Gaza peggiorerà. Dietro Netanyahu c’è la lobby ebraica americana? Egregio Ministro Tajani nel Mar Rosso c’è la guerra e non la pace

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