A Lampedusa isola ‘protetta’ da Ue, Stato e Regione siciliana i malati di tumore e le cardiopatie sono la normalità. Raccontiamo cosa succede dal 1986 ad oggi

“Siamo pieni di radar”

“Siamo pieni di radar. Lampedusa è piena di radar dal 1986. Ogni tanto ne smontano qualcuno e ne montano altri. C’è un legame tra la presenza di queste strumentazioni e i problemi sanitari che si registrano nell’Isola? Questo lo dovranno stabilire le autorità”. Così ci racconta un nostro amici che vive a Lapmedusa. Per ora i malati di tumore di Lampedusa hanno conquistato l’attenzione dell’informazione. Tanti casi di tumore registrati in questa piccola Isola di poco più di 5 mila abitanti. Alcuni giornali raccontano dei tanti casi di tumore che hanno colpito i Vigili del Fuoco di Lampedusa. In realtà, come ci confermano alcuni abitanti dell’isola, i casi di tumore – tanti casi di tumore – colpiscono bambini, adulti e anziani. Non a caso il Sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha chiesto al Ministero un’indagine epidemiologica. (sopra uno dei radar di Lampedusa, foto tratta da il manifesto)

La testimonianza di Antonello Di Malta sui tumori e sulle malattie cardiache che hanno colpito i Vigili del Fuoco di Lampedusa

Noi, in questo approfondimento, siamo partiti dai Vigili del Fuoco di Lampedusa, dove si registrano tanti, troppi casi di tumore. “Tutto è cominciato nel 1986 – ci racconta Antonello Di Malta, Vigile del Fuoco a Lampedusa, segretario della UIL Vigili del Fuoco di Agrigento -. Dopo l’attacco di Gheddafi a Lampedusa (che potete approfondire qui) è iniziata l’installazione dei radar. Vennero installate due antenne radar a circa 400 metri dalla nostra caserma. E’ allora che iniziano i problemi. Ricordo la radio e la televisione che si spegnevano improvvisamente. Piano piano si sono materializzati i malesseri tra noi Vigili del Fuoco, soprattutto mal di testa. Dopo qualche anno sono spuntati i primi casi di tumore. Da allora ad oggi registriamo sette decessi di tumore tra i Vigili del Fuoco di Lampedusa, alcuni sono morti prima di andare in pensione, altri dopo essere andati in pensione. A questi si aggiungono tredici colleghi malati, sempre di tumore. Non è finita. Ci sono anche dodici colleghi colpiti da malattie cardiovascolari. Questi i ‘numeri’ su un organico di 45 unità di Vigili del Fuoco presenti a Lampedusa”.

A Lampedusa il più alto indice di malati di tumore d’Italia

Ci chiediamo: ma dal 1986 ad oggii Sindaci di Lampedusa hanno trovato tutto normale? Nessuno si è lamentato della presenza di tutti questi radar? “Quello che posso dire – racconta sempre Antonello Di malta – è che a Lampedusa si registra il più alto indice di tumori d’Italia. Anche questo è un dato di fatto”. Il primo ad essersi occupato dei radar di Lampedusa e dei loro possibili effetti sull’uomo e sull’ambiente è stato il bravissimo giornalista Antonio Mazzeo, nel 2014. Sempre a firma di Antonio Mazzeo è un dettagliato articolo del 2015, che riprendiamo:

Il bellissimo articolo di Antonio Mazzeo del 2015

“Radar, ponti radio, antenne satellitari, sistemi elettronici, centri di spionaggio e intelligence. Sofisticati dispositivi di guerra puntati contro il Nord Africa e le imbarcazioni di migranti e richiedenti asilo in fuga dai mille crimini della globalizzazione. Un mixer micidiale di onde elettromagnetiche che attentano alla salute della popolazione e alla sopravvivenza della flora e della fauna di un’isola che pur soffocata dalla militarizzazione, resta una delle più belle del Mediterraneo. Con la proliferazione a Lampedusa delle infrastrutture belliche e inquinanti, le normative ambientali e i vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici sono spudoratamente violati. Dall’estrema punta occidentale a quella orientale è un susseguirsi di postazioni d’ascolto e telecomunicazione, centri di raccolta ed elaborazione dati, tralicci che supportano antenne vecchie e nuove. A Capo Ponente, dove sono ancora visibili gli sfregi delle piattaforme in cemento armato che reggevano la maxi-antenna di 190,5 metri della (ex) stazione Loran C della Guardia Coste Usa, qualche mese fa l’Aeronautica militare ha installato il radar di sorveglianza FADR (Fixed Air Defence Radar) RAT 31-DL, nell’ambito di un programma di ammodernamento della rete nazionale di telerilevamento. L’impianto è di pertinenza della 134ª Squadriglia Radar, preposta alla sorveglianza e al controllo dello spazio aereo in ambito nazionale e Nato e dipendente amministrativamente dalla 4^ Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo e operativamente dal Centro per il controllo aereo di Poggio Renatico (Ravenna)”.

La testimonianza del fisico Massimo Coraddu

Mazzeo riporta le dichiarazioni di Massimo Coraddu, fisico, che ha effettuato il primo censimento delle sorgenti elettromagnetiche di Lampedusa per conto dell’Associazione culturale Askavusa. “Il prof. Coraddu – leggiamo sempre nell’articolo di Mazzeo – ricorda che gli effetti biologici delle esposizioni alle onde elettromagnetiche, per campi a RF a 10 GHz d’intensità dell’ordine dei 300W/m2 e 300 V/m possono essere gravissimi (ustioni della pelle, cataratte oculari, ecc.), mentre per intensità di 1.000W/m2 e 600 V/m gli effetti sono letali (ipertermia e infarto)”. E ancora: “Relativamente alle esposizioni prolungate con campi deboli, cioè molto al di sotto della soglia oltre la quale si verificano gli effetti acuti, gli studi in vitro sui tessuti biologici hanno evidenziato l’insorgenza di anomalie biochimiche nel funzionamento delle membrane cellulari, del ciclo della melatonina, dell’ossidazione dei radicali liberi, della copromozione della degenerazione tumorale, dell’espressione genica”, aggiunge il fisico. “Studi sugli animali hanno evidenziato l’insorgenza di tumori, linfomi in particolare, e infertilità (anche trasmissibile alle successive generazioni). Anche diversi studi epidemiologici rivolti ai lavoratori del settore delle telecomunicazioni, militari, residenti in prossimità di ripetitori radio, hanno evidenziato un incremento del rischio di insorgenza di tumori (leucemia, glioblastoma, linfomi, etc.). Studi recenti sugli utilizzatori di telefoni cellulari hanno fornito indicazioni inequivocabili legate alla lateralità di neurinomi e gliomi (tumori del nervo uditivo e del cervello)”. Se volete continuare la lettura di questo interessantissimo articolo di Antonio Mazzeo andate qui: https://antoniomazzeoblog.blogspot.com/2015/06/i-radar-di-lampedusa-un-crimine.html).

Lampedusa isola del sole e del mare o dei radar?

Interessante anche un articolo de il manifesto di una decina di mesi addietro: “Sull’isola di Lampedusa si protesta da tempo contro la massiccia presenza di radar e di altre infrastrutture militari e per la telecomunicazione. Nel 2019 si è costituito il Comitato di Lampedusa per la Salute Pubblica e Ambientale che fra le varie cose, dopo aver chiesto invano un censimento di tutte le sorgenti che emettono onde elettromagnetiche e un regolamento comunale che ne limitasse l’installazione, ha prodotto una mappa interattiva, che riporta, su di un isola di 20 mq, 6 sistemi radar, 3 sistemi di antenne militari e civili, 5 tralicci per la telecomunicazione. Una bella collezione, che assieme all’elevato numero di tumori giustificano le ripetute richieste da parte del comitato di condurre un’indagine epidemiologica sulla popolazione dell’isola. In mancanza di risposta dalle diverse autorità competenti, il comitato ha avviato una raccolta autonoma di dati su malati e morti di tumore, attraverso la distribuzione alla cittadinanza di moduli da riconsegnare compilati”. Per la cronaca, l’intero territorio di Lampedusa e Linosa è stato classificato dall’Unione europea come ZPS, Zona di Protezione Speciale. “Il 67,81% del territorio dell’isola di Lampedusa (comprese le aree più densamente militarizzate di Capo Ponente – Albero Sole) e l’isolotto di Lampione, sono classificati invece come SIC – Sito d’Importanza Comunitaria”, lewggiamo sempre ne il manifesto. C’è anche la Riserva naturale orientata istituita dalla Regione siciliana nel 1995, circa 320 ettari nella costa meridionale dell’isola. Infine in un ampio tratto di mare – da Punta Galera, verso ponente, fino alla punta a nord di Cala Pisana, compresi Capo Ponente e Capo Grecale – il Ministero dell’Ambente, nel 2002, ha istituito l’Area Marina Protetta Isole Pelagie. Con tutte queste ‘protezioni’ da parte dell’Unione europea, dello Stato e della Regione siciliana a Lampedusa trionfa un elettrosmog spaventoso. E anche l’inquinamento provocato dagli aerei che vanno e vengono, se è vero che Lampedusa è anche sede di un aeroporto. Ah, dimenticavamo: ci sono anche le onde elettromagnetiche del MUOS di Niscemi, che arrivano anche da queste parti e si mescolano con i radar dell’isola. Un bel cocktail…

Un commento

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