Alla radici della crisi dell’agricoltura mediterranea. Vi raccontiamo perché alle prossime elezioni europee non bisogna votare Fratelli d’Italia, PD, Forza Italia e Lega

Otto anni fa, con dieci mesi di anticiposulla celebrazione del referendum, era già chiaro che Matteo Renzi sarebbe ‘affondato’ insieme alla riforma costituzionale voluta dall’Unione europea. Ma era anche chiaro che la Ue sarebbe andata avanti nello smantellamento dell’Italia. A cominciare dall’agricoltura: e così è stato. Non a caso gli agricoltori ridotti ai minimi termini hanno cominciato a protestare

Rilanciamo un nostro post su Facebook di otto anni fa. Era il Febbraio del 2016. Con dieci mesi di anticipo era già chiaro che Matteo Renzi, allora capo del Governo italiano e segretario nazionale del Partito Democratico, avrebbe perso il referendun sulle riforme costituzionali volute dall’Unione europea. Ecco cosa scrivevamo: “Renzi è al capolinea. Non è solo il capo del Governo ad essere ‘arrivato’: è lo stesso Renzi che ormai non ha dove andare. La Troika gli sta dando il benservito. Gli ha chiesto di appioppare agl’italiani una patrimoniale, ma lui non se l’è sentita. Pensa – e non sbaglia – che perderebbe un sacco di voti. Ma gli ‘europeisti’ dell’euro vogliono il ‘sangue’ dell’Italia. L’ha detto Mario Monti: a Bruxelles non capiscono come può l’Italia avere un debito pubblico elevato e gl’italiani con le abitazioni di proprietà e soldi in banca e bla bla bla. L’Italiano Monti – quello che Napolitano ha nominato senatore a vita (un giorno, chissà, ci spiegherà il perché) – vuole che gl’italiani vengano resi più poveri. Che succederà? Già c’è chi dà Renzi dimissionario. Con qualcuno pronto a sostituirlo per tassare gl’italiani. Viva l’Unione Europea dell’euro…”.

A meno che le elezioni europee di Giugno non vengano ‘taroccate’ (come usano fare in America, di solito per fare vincere i Democratici), assisteremo al tracollo di PPE, PSE e ambientalisti degli insetti a tavola e dei ‘cappotti termici’ agli edifici

Renzi ha perso il rederendum celebrato nel Dicembre del 2016. Per poi essere sostituito da altri sodali dell’Unione europea: nel Governo dell’Italia e alla guida del PD. La Ue è riuscita solo in parte a stravolgere la Costituzione italiana introducendo l’equilibrio di Bilancio, ovvero il benservito all’impostazione keynesiana della Carta costituzionale italiana. Ed è riuscita lo stesso a impoverirla, grazie alla televisione e agl’italiani un po’ troppo distratti dal calcio, dal tennis, dal Grande fratello e via continuando con i mezzi di distrazione di massa. Rispetto al nostro post di otto anni fa. oggi c’è un elemento positivo: i tre partiti che hanno sostenuto l’Unione europea ultra-liberista e globalista sono in fase calante. Si tratta del Partito Popolare Europeo (PPE), del Partito Socialista Europeo (PSE) e degli ambientalisti che, d’accordo con PPE e PSE, ci vogliono fare mangiare gli insetti e la carne di laboratorio e hanno imposto l’imbroglio dei ‘cappotti termici’. Queste tre forze politiche – che rappresentano la vera destra economica e finanziaria europea globalista – non solo sono in fase discendente, ma sono condannate ad auto-estinguersi, perché sono costrette a sostenere l’Ucraina che ha già perso la guerra contro la Russia. Tutto questo contro la volontà della stragrande maggioranza non di tutti i cittadini europei ma di tedeschi, olandesi, belgi, francesi, spagnoli, italiani, greci e dei Paesi della ex Jugoslavia. La maggioranza dei cittadini di questi Paesi europei non vuole continuare la guerra in Ucraina che ha impoverito e continua ad impoverira l’Europa. Diverso il discorso per i Paesi del Nord Europa che invece temono la Russia e appoggiamo senza riserve l’Ucraina. Fa eccezione la Svezia non perché non appoggi l’Ucraina ma perché i cittadini sono insofferenti verso i migranti e votano a destra non perché sono di destra ma perché non vogliono più sostenere i socialdemocratici. A conti fatti, la maggioranza dei cittadini europei, alle elezioni europee di Giugno, a Dio piacendo, sosterrà partiti diversi da PPE, PSE e ambientalisti. E questo spaventa chi fino ad oggi ha controllato l’Unione europea.

La differenza fondamentale tra agricoltori del agricoltura Centro Nord Europa e agricoltori dell’Europa mediterranea

E’ in questo contesto che si inserisce la lotta degli agricoltori europei contro l’Unione europea. Con una differenza fondamentale tra agricoltori del Centro Nord Europa e agricoltori di Francia, Spagna, Italia e Grecia. I primi sono stati accontentati, almeno in parte, con la marcia indietro della Commissione europea sulla riduzione dei pesticidi. Ma questo provvedimento non interessa all’agricoltura mediterranea, alla quella l’esecutivo Ue non ha dato nulla e non darà nulla, perché il progetto dell’Unione europea è trasformare l’agricoltura mediterranea in una grande distesa di pannelli fotovoltaici. La Ue vuole l’eliminazione dell’agricoltura mediterranea, soprattutto della cerealicoltura e degli allevamenti animali. Fino a questo momento ci sono solo piccole e insignificanti concessioni dei governi di Francia, Spagna e Italia che non risolvono affatto i problemi strutturali degli agricoltori di questi Paesi destinati alla scomparsa senza un cambiamento radicale: la sensibile riduzione delle importazioni di prodotti agricoli che arrivano da Africa, Cina e Sudamerica. Gli altri elementi di crisi sono importanti: pensiamo all’aumento del costo dei fertilizzanti, all’aumento del costo delle sementi, all’aumento del costo del gasolio agricolo, all’aumento della tassazione. Ma il primo obiettivo da raggiungere è la riduzione sensibile delle importazioni di prodotti agricoli extra europei. Ciò significa bloccare la globalizzazione dell’economia in agricoltura. Rispetto a questo problema la – peraltro ridicola – eliminazione dell’IRPEF agricola per due anni solo per le piccole aziende disposta dal Governo di Giorgia Meloni è un provvedimento ininfluente se non si bloccano le importazioni di prodotti agricoli. E questo il motivo per il quale la protesta degli agricoltori italiani, francesi e spagnoli non si deve fermare. Ed è questo il motivo per il quale gli agricoltori dell’Europa mediterranea, alle prossime elezioni europee di Giugno, non dovranno votare PPE, PSE e Verdi europei, che sono al servizio della globalizzazione e delle multinazionali. Ed è per questo che gli agricoltori italiani, alle prossime elezioni europee di Giugno, non dovranno votare Fratelli d’Italia, PD, Forza Italia e Lega, che sono i quattro partiti legati, di fatto, all’attuale Unione europea. Non vi fate infinocchiare dal ‘capo’ della Lega Matteo Salvini, che cerca di accreditarsi come ‘anti-europeista’: se fosse così la Lega non farebbe parte del Governo Meloni America-dipendente. Non dimenticate che l’America è un Paese piena espressione della globalizzazione economica e delle multinazionali. E non dimenticare che la Lega esprime il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, legato a doppio filo all’Unione europea ultra-liberista e globalista. La Lega è esattamente come Fratelli d’Italia, PD e Forza Italia.

Foto di prima pagina tratta da Novecento.org

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