Il Consiglio comunale di Palermo vara il nuovo regolamento sulla movida tra videosorveglianza e discoteche con biglietti nominativi: “Siamo in altre mani, liberati dalla libertà”

Tra un po’ le ‘autorità’ ci “spiegheranno” pure quello che pensiamo, come in una celebre canzone
Foto tratta da iStock

Il Consiglio comunale di Palermo, nel nome della malamovida, mostra il suo volto repressivo e poliziesco. Giusto intervenire dopo le violenze delle scorse settimane, orwelliani alcuni provvedimenti come i biglietti nominativi per entrare nelle discoteche. Nulla da dire, invece, sulla video-sorveglianza, dal momento che ormai viviamo in una società distopica, dove le libertà personali vengono sacrificate agli “interessi supremi” come avveniva nell’antichità con i tiranni e come insegnano i regimi fascisti del Novecento e del nostro tempo. Del resto, una società che ha imposto un vaccino sperimentale – e quindi rischioso – con il ricatto della perdita lavoro (leggere sospensione senza stipendio) e della perdita della libertà (quest’ulitima tolta con provvedimenti amministrativi e non con legge dello Stato), ebbene, perché si dovrebbe creare problemi a ‘Grandefratellizzare’ la movida e, in generale, la vita personale dei ragazzi? E’ o no una sommatoria di imposizioni ‘etiche’?

A grandi falcate verso una società sempre meno libera

Nel 1944 lo scrittore Saul Bellow esordiva con il suo primo romanzo: L’uomo in bilico. La storia è ambientata a Chicago, città americana che sarà spesso al centro delle opere di questo artista. Il protagonista, Josep, rifiuta il proprio ruolo nella società. Si arruola nell’esercito per sfuggire a qualsiasi obbligo sociale. Inizia un ‘viaggio’ nell’alienazione del mondo e arriva a una conclusione in cui siamo giunti noi, oggi, tra Unione europea di ‘strozzini’, insetti a tavola, carne sintetica, agricoltura e agricoltori da eliminare, carte di credito al posto del denaro contante per fare ‘ingrassare’ le banche, obbligo del conto corrente anche se in tanti Comuni non ci sono sportelli bancari, pubblcità martellante pure mentre si piscia, telecamere in ogni angolo delle città in cui viviamo, documento personale non prima di aver lasciato le proprie impronte digitali (della serie, siamo tutti delinquenti potenziali) e, adesso, per i giovani, anche i controlli personali in discoteca, ovvero vogliamo-sapere-tutto-di-voi quando uscite dalle vostre case: case che, purtroppo – a parte telefono cellulare e computer – ancora non sono sotto il nostro dominio. Divertimenti a mobilità controllata. E limitata. “Siano in altre mani – dice Joseph – liberati dalla libertà…”.

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