‘Anatomia e fisiologia’ delle elezioni europee in Sicilia. La scommessa leghista con Vannacci. Forza Italia e meloniani sopravvalutati. PD sbiadito e Totò Cuffaro in salvo dall’abbraccio con Renzi…

Ammesso che si vada a votare per il rinnovo del Parlamento europeo. Noi continuiamo a mettere nel conto un possibile ‘affondo’ di Putin in Ucraina che potrebbe bloccare tutto

Ora che si conoscono i nomi dei candidati alle elezioni europee si può tracciare un quadro dell’atmosfera elettorale che si prospetta nella circoscrizione (o collegio) Sicilia-Sardegna, provando a fare qualche previsione. Partendo da un dato internazionale: la Russia, in pratica, sta travolgendo non soltanto l’Ucraina ma tutto l’Occidente nonostante gli aiuti approvati dal Parlamento degli Stati Uniti d’America. Ciò significa – come scriviamo da mesi – che le elezioni europee previste dal 6 al 9 Giugno potrebbero essere rinviate. Siamo ormai a Maggio e non è da escludere che, nel giro di qualche settimana, i militari russi entrino a Kiev. Non a caso in queste ore il presidente francese Emmanuel Macron strilla come un’aquila perché vorrebbe l’Unione europea pronta a inviare truppe in Ucraina. L’appello di Macron cadrà nel vuoto perché, sottobanco, una parte dell’Unione europea è schierata con Russia e Cina (mezza Germania) e un’altra parte della stessa Europa vorrebbe mollare gli Stati Uniti d’America in barba al Trattato di Parigi del 1947. Sotto la cenere della guerra in Ucraina, insomma, cova un grandissimo ‘bordello’. Se questo scenario si materializzerà sarà molto difficile, se non impossibile, andare al voto per rinnovare il Parlamento europeo.

Per un Paese distrutto dall’Unione europea come l’Italia votare alle elezioni europee è un autogol culturale prima che politico

Ciò posto, proviamo a fare il punto della situazione sulle liste nel collegio Sicilia-Sardegna. Cominciando col dire che le variabili sono tante. A cominciare dall’astensione che è il vero punto interrogativo. L’Unione europea, vista dall’Italia, è un disastro. Idem Commissione europea e Parlamento europeo. Nel Sud e in Sicilia Ue, Commissione europea e Parlamento europeo sono un doppio disastro. Andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa avallare la sistematica distruzione dell’agricoltura voluta dagli ‘europeisti’, che puntano a sostituire il grano e le colture foraggere con i pannelli fotovoltaici. Andare a votare per il rinnovo del Parlamento europeo significa avallare gli insetti a tavola, i ‘cappotti termici’ e tutti gli altri grandi affari camuffati da iniziative ‘green’. Su questo terreno la Lega di Matteo Salvini sta giocando la propria partita elettorale, dichiarando il “No” secco alla presidente uscente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e a Mario Draghi (foto sopra tratta da Il Fatto Quotidiano). Le elezioni europee avrebbero dovuto segnare la fine di Salvini segretario della Lega con una bella sconfitta. Invece Salvini sta giocando la doppia carta: critica serrata all’attuale Unione europea e la candidatura del generale Roberto Vannacci.

Chi attacca a testa bassa il generale Roberto Vannacci, in realtà, gli sta facendo un grande favore

Piaccia o no, ma la mossa di Salvini è molto abile. Piaccia o no, ma le tesi che Vannacci ha messo nero su bianco nel suo libro Un mondo al contrario sono molto popolari, anzi, nazionalpopolari. Piaccia o no, ma la sessualizzazione fantasiosa-spinta della politica con rapporti ‘multipli’, ‘triangoli’, ‘rettalgoli’, uteri in affitto e via continuando può dare contenuti all’elettorato del PD e di una parte del centrosinistra: ma la maggioranza degli italiani, rispetto a questi temi, o è contraria, o è perplessa. Il PD, espressione piena dell’Unione europea ultra-liberista e globalista, cavalca questi temi perché non è più in grado di difendere i lavoratori e cerca di tenersi i voti degli elettori definiti ‘progressisti’. Vannacci, invece, si rivolge a chi non si riconosce in questi ‘valori’, e potrebbe fare breccia in questo ampio elettorato in buona parte disgustato dall’attuale politica. Detto in altre parole, molti italiani che non votano più da anni potrebbero tornare a votare per penalizzare la politica che detestano, votando, appunto, Vannacci. Non un voto ‘Per’ ma un voto ‘Contro’. Non dimentichiamo che gl’italiani, quando si tratta di votare ‘Contro’ rispondono bene, com’è avvenuto con il boom del primo Movimento 5 Stelle. I ‘capi’ degli altri partiti politici lo sanno e attaccano a testa bassa il generale Vannacci, non capendo che gli stanno facendo la campagna elettorale. Illustrare queste sottigliezze ai leghisti del Nord Italia non è facile… Tutto questo non piace, appunto, ai leghisti – soprattutto veneti e friuliani – che avrebbero voluto sbarazzarsi di Salvini. Se la Lega invertirà la tendenza negativa e guadagnerà voti le ‘Idi sanviniane’ dovranno essere archiviate o, quanto meno, rinviate.

A nostro modesto avviso la lista più forte nella circoscrizione Sicilia-Sardegna è quella della Lega

Tornando al collegio Sicilia-Sardegna, la lista della Lega – anche grazie alla presenza del generale Vannacci ma non solo – sembra piuttosto forte. Tre candidati, in particolare, sono forti: Raffaele Stancanelli, esponente storico della destra catanese che, soprattutto a Catania e provincia, toglierà un bel po’ di voti a Fratelli d’Italia; Nino Germanà, berlusconiano della prima ora, toglierà un bel po’ di voti a Forza Italia a partire dalla sua provincia, Messina; e poi l’assessore regionale in carica alla Formazione professionale e all’Istruzione, Domenico ‘Mimmo’ Turano, che non si candida certo per fare una passeggiata ma per fare il pieno di voti, a partire dalla sua provincia, Trapani. Poi ci sono gli altri candidati: l’europarlamentare uscente Annalissa Tardino, Ester Bonafede, Michelina Lanescu e Francesca Reitano. Alleata della Lega e l’UDC di Lorenzo Cesa. Non è un’alleanza da sottovalutare, perché, bene o male, in Sicilia e in sardegna questo partito è sempre stato presente. Due dichiarazioni ci sembrano interessanti. Decio Terrana, coordinatore dell’UDC siciliana: “Mi spiace che tanti moderati abbiano trovato le porte chiuse di alcune liste. Dopo le Europee l’Udc sarà l’architrave di un nuovo spazio di impegno per i cattolici e per tanti giovani amministratori che vogliono essere protagonisti della vita politica della nostra Regione. Non possiamo ridurre tutto al gioco sulla terna delle preferenze, vogliamo dare spazio e ispirazione alla politica”. Nino Minardo, parlamentare della Lega eletto in Sicilia: “Malgrado le polarizzazioni e alcuni personalismi penso che le Europee dimostreranno quanto sia fondamentale essere inclusivi, avere la capacità di coinvolgere cattolici, liberali ed autonomisti. Con la nostra iniziativa politica stiamo ridando agibilità ad un mondo, quello che si riconosce nei valori cristiani, per troppo tempo tenuto ai margini. Il nostro progetto politico però va oltre le Europee, oltre il momento elettorale: c’è bisogno di far crescere una nuova classe dirigente dai territori, di fare spazio a quanti si ritrovano nei valori democratici cristiani, del civismo e dell’autonomismo e che credono in un centro che non debba chiedere permesso”. Questa, a nostro modesto avviso, è la lista che dovrebbe prendere più voti e che potrebbe eleggere due europarlamentari.

Senza la presenza in lista di Edy Tamajo e degli Autonomisti di Raffaele Lombardo Forza Italia non avrebbe superato il quorum. Il resto sono chiacchiere

Molto sopravvalutata, sempre a nostro modesto avviso, la lista di Forza Italia. Alcuni osservatori hanno enfatizzato l’alleanza degli azzurri con Noi Moderati vista come un rafforzamento della stessa lista. La realtà è che alle elezioni europee Forza Italia, nel collegio Sicilia-Sardegna, prendeva i voti grazie alla presenza di Silvio Berlusconi capolista. Cinque anni fa, addirittura, con lo stesso Berlusconi capolista, gli azzurri, nel collegio Sicilia-Sardegna, non sono andati oltre il 6%. La presenza di Noi Moderati con il ritorno in politica di Totò Cuffaro significa ben poco. A meno che l’elettorato della Nuova Democrazia Cristiana di Cuffaro non decida di sostenere qualche candidato vicino al presidente della Regione, Renato Schifani: ma di questo leggerete appresso. L’unico candidato forte nella lista di Forza Italia è l’assessore regionale Edy Tamajo (foto sopra tratta da ilSicilia.it), gli altri sono candidati deboli. La capolista Caterina Chinnici, già candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, con rispetto parlando, non ci sembra irresistibile. Non conosciamo la forza elettorale di Michele Cossa, Maddalena Calia e Massimo Dell’Utri. Qualche voto dovrebbe arrivare da Berdardette Grasso (ma senza esagerare) e dall’assessore regionale Marco Falcone. Anche la candidatura di quest’ultimo è troppo enfatizzata: a Catania e provincia Falcone troverà molta ‘fuddra’ (affollamento di candidati). Nella lista di Forza Italia è finito anche il Movimento dell’Autonomia di Raffaele Lombardo. Vale lo stesso discorso di Marco Falcone: la grande folla di candidati a Catania e provincia dove Lombardo conserva ancora un po’ di consenso, più i voti agrigentini del parlamentare regionale e assessore Roberto Di Mauro. Concludendo, senza la presenza di Tamajo e degli Autonomisti di Lombardo la lista di Forza Italia nel collegio Sicilia-Sardegna non avrebbe raggiunto il quorum.

L’antimeridionalismo in stile giolittiano del Governo di Giorgia Meloni potrebbe creare problemi a Fratelli d’Italia nella circoscrizione Sicilia-Sardegna

Un’altra lista sopravvalutata è quella di Fratelli d’Italia. Che rispetto alle ultime elezioni politiche avrà un calo. La lista non è debole, anzi. Ma l’attenzione che questo partito – con in testa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sarà capolista – ha riservato a Sicilia e Sardegna è stata minima e in buona parte negativa. E questo avrà un costo elettorale. Saranno in lista l’assessore regionale Elvira Amata, il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei deputati, Salvatore Dedidda, il Sindaco di Gravina di Catania e vive presidente dell’ANCI Sicilia, Massimiliano Giammusso; e, ancora, l’europarlamentare uscente Giuseppe Milazzo, l’ex assessore regionale alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, la deputata regionale Giusy Savarino e l’imprenditrice siracusana Alessia Scorpo. Ribadiamo: la lista è forte ma si fonda su un messaggio politico sbagliato imperniato su un’idea neo-coloniale di stampo giolittiano: sfruttare Sud e Sicilia per favorire il Nord Italia. L’idea di penalizzare l’agricoltura e di compromettere il paesaggio del Sud e della Sicilia per trasformare Sud e Sicilia in un grande hub energetico con immense distese di pannelli fotovoltaici al posto dei campi di grano e delle aziende zootecniche potrà piacere ai vertici di questo partito, potrà piacere agli elettori del Nord Italia di questo partito ma non piace agli agricoltori e ai cittadini di Sud e Sicilia. Il Sud e le due più grandi Isole non hanno bisogno di nuova energia e i cittadini meridionali e isolani non sono così stupidi da non capire che l’energia che verrà prodotta distruggendo agricoltura e paesaggio finirà quasi tutta nel Nord Italia. In questa lista si aspettano due europarlamentari eletti. Noi non escludiamo sorprese.

Se la lista di Michele Santoro ingranerà saranno dolori per il PD

Anche la lista del PD è debole. L’unico candidato forte è Giuseppe Lupo, già parlamentare regionale e oggi consigliere comunale a Palermo. Gli altri candidati di questa lista ‘arrancano’. A cominciare dalla capolista, Elly Schlein, segretaria nazionale di questo partito. Gli altri candidati sono il vice capogruppo al Senato, Antonio Nicita, l’europarlamentare uscente, Pietro Bartolo, la giornalista Lidia Tilotta, l’ex parlamentare Maria Flavia Timbro, Giuseppe Belvisi e Angela Quaquero in rappresentanza della Sardegna. Questa lista dovrebbe eleggere un eurodeputato. Ma non escludiamo sorprese, anche clamorose. Perché? Perché non sappiamo quanto voti potrebbe prendere la lista di Michele Santoro ‘Pace terra Dignità’. Piaccia o no, ma Michele Santoro è un uomo di sinistra: ed è uno dei pochi esponenti della sinistra italiana che ha detto a chiare lettere che con il nuovo, folle Patto di stabilità si rischia lo smantellamento definitivo della sanità pubblica italiana. Il vero riferimento dei medici e degli infermieri di sinistra, in Sicilia e Sardegna, potrebbe essere la lista di Santoro. Gli altri candidati di questa lista sono Raniero La Valle, oggi ultra novantenne, esponente storico del vecchio Pci, Federica Baccoli, Ginevra Roberta Bombiani, Giovanni Fresu, Antonio Mantineu e Elisa Monni. Se questa lista ‘ingranerà’ potrebbero essere dolori per il PD e per gli altri partiti di sinistra.

L’ennesimo esperimento di Cateno De Luca

Chi ha fatto un grande lavoro per queste elezioni europee è Cateno De Luca. Che ha presentato le liste in tutta l’Italia. Dentro queste liste si trova un po’ di tutto. A cominciare da alcuni ex grillini. De Luca – che non salta una competizione elettorale – è capolista in tutt’e cinque le circoscrizioni (o collegi). Nella circoscrizione Sicilia-Sardegna, oltre al citato De Luca, i candidati sono l’ex parlamentare grillina Laura Castelli, l’ex assessore regionale Edy Bandiera (ex Forza Italia), la testimone di Giustizia ex parlamentare Piera Aiello, Giulia Ferro, Barbara Figus, Antonio giuseppe Parrinello e il parlamentare regionale Ismaele La Vardera. Quest’ultimo si presenta con un manifesto elettorale dove campaggia la scritta un po’ goliardica “Facemu scrusciu“, che non ci sembra molto azzeccata. Nel complesso, non ci sembra una lista pronta a raggiungere chissà quali traguardi.

Il tramonto dei grillini

Non vediamo messo bene il Movimento 5 Stelle. Che in Sicilia e in Sardegna potrebbe addirittura superare in peggio i recenti disastri elettorali andati in scena in altre Regioni. Il Movimento 5 Stelle è un soggetto politico che ormai vive di passato, soprattutto in Sicilia. Non vediamo, tra le altre cose, candidati ‘trascinatori’. Il capolista, Giuseppe Antoci, persona rispettabilissima, è un esponente della solita antimafia politica che non ha prodotto grandi cose, se è vero che gli unici soggetti che nella nostra Isola hanno fatto antimafia vera sono i magistrati. Gli altri candidati sono Patrizio Cinque, Antonella Di Prima, Virginia Farruggia, Antonino Randazzo e Matilde Montaudo a cui si aggiungono i sardi Cinzia Pilo e Matteo Porcu. Magari ci sbagliamo ma il tempo dei grillini si va esaurendo. Questo Movimento aveva un senso quando era rivoluzionario. L’alleanza con il centrosinistra, poi, ha peggiorato ulteriormente questa esperienza che sembra ‘viaggiare’ verso l’irrilevanza.

Il tentativo di Azione di Carlo Calenza e la bizzarra alleanza tra Leoluca Orlando e i Verdi

Anche la lista Azione di Carlo Calenda (che sarà capolista) non ci sembra fortissima. Persone rispettabili, per carità ma non crediamo che riscuoteranno un grandissimo successo. Gli altri candidati sono l’ex europarlamentare Sonia Alfano, Gianfranco Damiani, l’ex Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo, Rosanna Cocomero e l’ex Ministro per le Pari opportunità, Elena Bonetti. Ancora meno convincente la lista Alleanza Verdi sinistra. Contrariamente a quanto pensano molti osservatori noi non crediamo che la presenza come capolista dell’ex Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, possa far ‘volare’ questa lista. Orlando, sotto il profilo elettorale, è sempre stato forte a Palermo; nel resto della Sicilia e in Sardegna non troverà la strada spianata. Bizzarra anche l’alleanza tra i Verdi e lo stesso Orlando, se è vero che i Verdi hanno criticato il progetto del Tram di Palermo, fortemente voluto dalla passata amministrazione comunale di Orlando. Un’altra candidata di questa lista è Ilaria Salis, attualmente in carcere in Ungheria. poi l’ex Sindaco di Riace Mimmo Lucano, Cinzia Dato, Emanuele Barbara, Giuliana Fiertler, Francesco Muscau e Stefania Pagliazzo.

Come si può sostenere ancora l’Unione europea? E che dire di Matteo Renzi che si presenta in Sicilia dopo i disastri che ha provocato all’Autonomia siciliana?

Infine la lista Stati Uniti d’Europa. Già il nome suscita perplessità. L’Unione europea ha distrutto l’economia italiana e, proprio in questi giorni, ha varato il nuovo Patto di Stabilità che costerà all’Italia da 10 a 18 miliardi di euro all’anno per sei o sette anni. Una follia. Ci vuole veramente coraggio a presentarsi alle elezioni europee in Italia da ‘europeisti’. Tra l’altro, dentro questa lista si è intruppato Matteo Renzi che è anche candidato in Sicilia. Renzi, da capo del Governo e segretario nazionale del PD, tra il 2014 e il 2016, ha massacrato le finanze regionali siciliane: basti pensare all’approvazione delle norne di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto siciliano: norme di attuazione che hanno travolto lo stesso articolo 36. regalando allo Stato quote importanti di IRPEF e IVA che dovrebbero restare nel Bilancio della Regione siciliana. Per non parlare della cancellazione di circa 6 miliardi di crediti dal Bilancio della Regione siciliana. renzi in Sicilia non ha lasciato un bel ricordo. Anzi. I candidati di questa lista nel collegio Sicilia-Sardegna sono Rita Bernardini, ex parlamentare del Partito Radicale; l’ex parlamentare regionale Francesco Calanna; l’ex rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari; Valentina Falletta, Luca Ballatore, Pierina Pizzolu e Carolina Politi.

Alla fine Totò Cuffaro è stato fortunato. Non ha stretto l’alleanza con gli ‘europeisti’ affonda-barche e può giocare a tutto campo

Ha fatto discutere il mancato accordo tra i protagonisti di questa lista e la Nuova DC di Totò Cuffaro. Qui la storia è un po’ ‘inturciuniata’, come si usa dire in Sicilia. Cuffaro, in questa competizione elettorale, poteva seguire due strade. Prima strada: presentare la lista della Nuova Democrazia Cristiana in tutta l’Italia con notevoli difficoltà. Nel collegio Sicilia-Sardegna avrebbe avuto una buona affermazione ma la lista, a livello nazionale, non avrebbe raggiunto il quorum. Sarebbe stato un modo per scoprire le carte e far vedere quanto vale la Nuova Dc in Sicilia. Seconda strada: tentare un’alleanza con un partito nella circoscrizione Sicilia-Sardegna per eleggere un europarlamentare. Si è parlato di contatti con Forza Italia, con la Lega e poi con Stati Uniti d’Europa. I vertici di Forza Italia e della Lega hanno detto no. Ed è anche logico: la Nuova DC o con Forza Italia o con la Lega avrebbe eletto un europarlamentare a spese dell’uno o dell’altro partito. La vera fortuna di Cuffaro è stato il “No” che avrebbe incassato da Renzi. Il condizionale è d’obbligo, perché non è da escludere la ‘storia d’amore’ tra Cuffaro e Renzi sia stata una mezza sceneggiata. Il risultato è che sì, la DC di Cuffaro è rimasta fuori dalle elezioni europee ma nessuno, a parte Cuffaro, sa quanti voti ha questo partito che in Sicilia è in crescita. E questo è un grande vantaggio per lo stesso Cuffaro. Non è da escludere che, alla fine, i voti della Nuova DC vengano distribuiti ‘ecumenicamente’ tra Forza Italia e Lega.

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