Cari amici del Wwf, gli incendi boschivi in Sicilia non sono una maledizione mandata da Dio ma ci sono responsabilità nel Governo regionale

Deludente e non condivisibile l’analisi del Wwf sul fenomeno degli incendio boschivi in Sicilia

Con un po’ di ritardo il Wwf Sicilia torna ad analizzare il fenomeno degli incendi in Sicilia. La notizia è che, quest’anno, la nostra Isola ha ‘immolato’ nel nome del fuoco circa 50 mila ettari di macchia mediterranea. A noi, con rispetto parlando, sembra una stima al ribasso. Anzi, vogliamo sperare che sia una stima al ribasso. Perché? Perché la scorsa Estate, con cinque sciroccate – con la prima sciroccata di fine Luglio terribile, con temperature che per poco meno di 24 ore hanno toccato i 50 gradi centigradi – 50 mila ettari di verde andati in fumo ci sembrano pochi. Basti pensare che nell’Estate del 2021 – un po’ meno calda di quello di quest’anno e con un paio di sciroccate – il verde andato in fumo ha toccato gli 82 mila ettari. Non stiamo dicendo che i dati del Wwf siciliano siano sbagliati ma ci stiamo augurando che siano sottostimati, perché se fossero veri la situazione sarebbe veramente grave: significherebbe che il fuoco, in ampie parti della Sicilia, non ha più cosa bruciare, perché il verde è andato a farsi benedire. Torniamo al dossier del Wwf.

La Sicilia degli ultimi anni non ha puntato sulla prevenzione degli incendi boschivi ma sulla lotta agli incendi boschivi con i costosi mezzi volanti. Perché non dire queste semplici quanto oggettive considerazioni con chiarezza?

“Gli incendi in Sicilia? Ormai non più eventi eccezionali”. Il dossier analizza il contesto nel quale si consumano gli incendi. “Non c’è Estate in Sicilia senza incendi, divenuti un fatto di ordinaria normalità in quanto hanno del tutto perduto la loro connotazione di evento eccezionale – si legge nel comunicato del Wwf -. Solo quest’anno sono andati in fumo 50mila ettari di macchia mediterranea. Inevitabile che il Wwf prendesse parola attraverso un dossier che mette nero su bianco la situazione, chiarendo le responsabilità di chi avrebbe dovuto intervenire da tempo e, nonostante tutto, ha continuato e continua a sottovalutare le conseguenze. In una giornata con vento di scirocco e temperature elevate – si apre così il dossier dal titolo ‘Sicilia: Incendi vs Forestazione‘ – sappiamo già che il rombo che sentiamo sulle nostre teste è quello dei Canadair. E anche se tutto brucia, per le istituzioni regionali ‘il fuoco non brucia e le foreste crescono prosperose‘. Un’analisi, quella di Wwf, che mette in evidenza il ruolo determinante della politica siciliana, vecchia nuova e di tutti i colori, che ha sostituito progressivamente la funzione sociale/ambientale dei rimboschimenti del secondo dopoguerra, con la funzione clientelare/assistenziale del sistema antincendio”. Qui forse il Wwf avrebbe dovuto chiarire cosa intende per “funzione clientelare/assistenziale del sistema antincendio”. Non crediamo che l’affondo sia rivolto agli operai forestali, che in Sicilia sono poco utilizzati. La Sicilia degli ultimi anni, infatti, non ha puntato sulla prevenzione degli incendi boschivi ma sulla lotta agli incendi boschivi con i costosi mezzi volanti. Perché non dire queste semplici quanto oggettive considerazioni con chiarezza?

“Noi non ce la prendiamo con la Regione tout court”, scrivono i dirigenti del Wwf. E con chi ce la dovremmo prendere?

“Noi non ce la prendiamo con Regione tout court – afferma Pietro Ciulla, delegato del Wwf Italia per la Sicilia – ma al momento è l’unico nostro interlocutore”. E con chi ce la dovremmo prendere, invece, egregi amici del Wwf? Avete impiegato quattro mesi per commentare gli incendi boschivi che da Luglio a ottobre hanno colpito la nostra Isola per poi intervenire a Dicembre inoltrato quasi quasi assolvendo la Regione siciliana? “Crediamo che quanto stia accadendo – leggiamo sempre nel comunicato del Wwf – sia la conseguenza di anni di gravi errori della nostra politica che sono sotto gli occhi di tutti. Chi appicca il fuoco ha il suo livello di responsabilità, non ci sono dubbi, ma è comunque una responsabilità che possiamo definire secondaria perché l’incendio dimostrativo inarrestabile fa parte di una perfetta pianificazione da parte di un sistema. La responsabilità primaria ricade sulla politica siciliana – sottolinea il Wwf – che, da decenni, ha consentito che il sistema antincendio prosperasse, senza avere il coraggio e la capacità di cambiare e di abbandonare i suoi dannosi meccanismi clientelari e assistenziali. Dobbiamo avere ben chiaro che, se la politica non scioglierà i suoi ormai vecchi nodi, gli incendi dimostrativi continueranno a devastare i nostri boschi trascurati e indifesi”. Chiacchiere allo stato puro, come si può notare. Senza nemmeno l’ombra della ricerca dei veri responsabili. Che senso ha chiamare in causa la “politica” in senso generale? Ribadiamo: ci sono chiare responsabilità dell’attuale Governo regionale e, segnatamente, dell’assessorato al Territorio e Ambiente. Nel comunicato si dice che il dossier andrebbe “dritto al punto, fornendo dati e tabelle, ma partendo anche dalla storia dei rimboschimenti in Sicilia per spiegare che vuol dire cambiamento climatico secondo l’obiettivo di forestazione della Comunità Europea; spiegando, per esempio, la funzione degli inventari forestali e le anomalie siciliane, ma anche cosa vuol dire oggi ‘sistema antincendio siciliano’. Con la certezza che gli incendi sono la leva per movimentare ingenti risorse economiche a danno della forestazione”. Altre accuse generiche e bla bla bla.

Il Wwf lancia accuse generiche alla politica siciliana. E l’attuale Governo regionale, con riferimento soprattutto all’assessorato al Territorio e Ambiente? E il Corpo Forestale della Sicilia? E la Protezione civile regionale? Tutti bravi?

“La Sicilia è ultima per copertura forestale – leggiamo ancora nel dossier -, ma è prima per le superfici coperte dal fuoco. Il ‘sistema antincendio boschivo’ è diventato una ghiotta opportunità per utilizzare, in un continuo clima emergenziale, ingenti risorse economiche, portatrici di tutele clientelari, sprechi e assistenzialismo, senza alcuna programmazione e controllo. I danni causati da questo sistema sono incalcolabili e non si limitano solo a quelli dell’incendio. La mancanza di interventi di forestazione, per la carenza di risorse economiche appannaggio dell’antincendio, ha depauperato il patrimonio forestale che non è così riuscito a far crescere la sua funzione ambientale e sociale”. Perfetto, amici del Wwf: ma chi sono i responsabili di tutto questo? Queste – lo ribadiamo ancora una volta – sono accuse vaghe che lasciano il tempo che trovano. I responsabili ci sono e hanno nome e cognome. Il Governo regionale, l’attuale Governo regionale, ha commesso gravi errori. Con riferimento soprattutto all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Non solo: cosa hanno fatto, in materia di prevenzione degli incendi boschivi, il Corpo Forestale e la Protezione civile messi in campo dal Governo regionale siciliano? Anche il passaggio sulla “mancanza di interventi di forestazione” andrebbe spiegato meglio. Perché spesso, in Sicilia, la forestazione ha creato i presupposti per gli incendi boschivi. Piantare alberi ricchi di resine come pini e abeti, in tempi di incendi boschivi, è un errore, perché le resine sono infiammabili. E poi chi dovrebbe effettuare la forestazione visto che il passato Governo di Raffaele Lombardo ha ‘riformato’ l’Azienda Foreste Demaniali della Regione? E’ stata una riforma sbagliata, sbagliatissima e i protagonisti di questa riforma sbagliata sono ancora parte integrante dell’attuale Governo regionale.

Abbiamo bisogno dell’indagine del Corpo Forestale per sapere che quasi il 100% degli incendi boschivi sono dolosi?

Di questo documento del Wwf non condividiamo quasi nulla. Altro esempio: con rispetto parlando, l’indagine del Corpo Forestale dello Stato sulle cause principali degli incendi boschivi ci sembra una perdita di tempo: abbiamo bisogno del Corpo Forestale per sapere che quasi il 100% degli incendi boschivi sono dolosi? Seguono altre parole, parole, parole: “Anche se consapevoli che c’è una mano che appicca il fuoco – leggiamo sempre nel comunicato del Wwf – altrettanto certo è che questa difficilmente potrà essere trovata. Magari si potrebbe cercare di capire qual è il malessere sociale che ha spinto quella mano o, per essere ancora più espliciti, qual è l’interesse criminale dell’incendiario e chi è l’interlocutore a cui è rivolto l’avvertimento. Gli incendi di questa Estate sono stati l’ennesima conferma che gli incendi dimostrativi sono inarrestabili e che non c’è alcun meccanismo di prevenzione o di estinzione in grado di fermarli. È pertanto più che evidente che non è aumentando i costi di prevenzione ed estinzione che si riusciranno a fermare. Siamo convinti che gli investimenti alla cieca, senza avere capito il fenomeno della forestazione e degli incendi, senza avere costruito un meccanismo di difesa del bosco, sono inutili, anzi i promessi investimenti potranno costituire la causa stessa di una finta forestazione e di veri incendi in quanto attrattori di appetiti illegali e criminali. Questo si può evitare se si costruisce un sistema efficace ed efficiente di conoscenza e di controllo del processo stesso“. Ancora parole, ancora ‘filosofia’. Ma chi l’ha detto che “non c’è alcun meccanismo di prevenzione” degli incendi boschivi? Cosa sono gli incendi boschivi? Una maledizione mandata da Dio? Non è così e ci dispiace che gli amici del Wwf scrivano queste cose che somigliano tanto a luoghi comuni. La prevenzione degli incendi boschivi esiste, anche se oggi la questione è molto complessa, visto che gli incendi boschivi colpiscono mezzo mondo.

Ma gli esponenti del Wwf hanno contezza degli incendi boschivi che negli ultimi anni stanno funestando mezzo mondo?

A parte il diluvio di parole non leggiamo, nel comunicato del Wwf che illustra il dossier degli stessi ambientalisti, alcun cenno agli incendi boschivi che, da anni, funestano mezzo mondo (foto sopra). Non c’è alcun accenno ai 18 milioni di ettari – avete letto bene: 18 milioni di ettari! – di boschi andati in fumo in Canada tra Aprile e Ottobre (in pratica, in Canada, quest’anno, è andato in cenere oltre il 10% del patrimonio boschivo di questo Paese: foto sotto tratta da Emergenza 24). Non c’è alcun cenno agli spaventosi incendi che la scorsa Estate hanno colpito l’Africa: il Nord Africa e soprattutto il Centro Africa (degli incendi del Nord Africa – Algeria, Tunisia e Marocco – qualcosa si è saputo; degli incendi del Centro Africa, ribadiamo spaventosi, silenzio su tutta la linea). Non si fa cenno agli incendi in Siberia, agli incendi – altrettanto spaventosi – in Sudamerica, in California, nel Nord Europa, in Turchia e soprattutto in Grecia. In questo dossier c’è solo un’analisi sugli incedi in Sicilia, tralasciando lo scenario mondiale. Vogliamo negare che sugli incendi boschivi c’è una regia mondiale? Siamo ‘complottisti’ se commentiamo quello che sta succedendo?

Se non si dice a chiare lettere chi sono i portatori di ” interessi clientelari e assistenziali” che stanno dietro al sistema antincendio come dovrebbero essere cancellati?

Anche i rimedi proposti dal Wwf per la lotta agli incendi boschivi in Sicilia – sempre con rispetto parlando – non ci sembrano risolutori. Che significa restituire “al sistema antincendio quel ruolo funzionale di supporto alla forestazione che può avere solo cancellando gli interessi clientelari e assistenziali?”. Ma se non si dice a chiare lettere chi sono i portatori di ” interessi clientelari e assistenziali” come dovrebbero essere cancellati? E soprattutto da chi dovrebbero essere cancellati? Seguono altre chiacchiere: “Quello che auspichiamo – leggiamo sempre nel comunicato del Wwf – è intanto la creazione di una unica struttura, snella, essenziale ed efficiente, che governi, con unica regia e unico portafoglio, il patrimonio forestale siciliano. Necessario cambiare gli obiettivi, passando dall’antincendio alla forestazione, innalzando il livello qualitativo del personale del sistema forestale formato da professionisti, selezionati da entità lontane dalla politica, ben motivati, fidelizzati e ben remunerati”. Il personale dell’antincendio boschivo andrebbe rafforzato, magari con l’immissione di personale giovane. Ma va detto che gli operai forestali siciliani che sanno come si prevengono gli incendi boschivi – prevengono, amici del Wwf – ci sono: solo che non vengono utilizzati a partire da Aprile per effettuare le opere di prevenzione del fuoco, tant’è vero che, nella stragrande maggioranza dei casi, le aree verdi della Sicilia, in Estate, sono piene di arbusti secchi ed erbe secche e non ci sono, se non in minima parte, viali parafuoco. Idem per le aree verdi private e di pertinenza dei Comuni. Una delle poche cose che condividiamo di questo comunicato del Wwf è che gli incendi boschivi, in Sicilia, sono un grande affare: e questo è assurdo e molto rischioso con i cambiamenti climatici in corso. E’ così difficile individuare chi gestisce questi affari?

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