Coldiretti, CIA e ‘infiltrati’ vari senza volerlo stanno sostenendo il Movimento ‘La Sicilia alza la voce’. Ora però è arrivato il momento, dalle Alpi alla Sicilia, di danneggiare il Governo senza creare disagi ai cittadini

E’ arrivato il momento di alzare la qualità politica dello scontro

Giunti a questo punto proviamo a fare il punto della situazione sulla rivolta degli agricoltori in Italia. C’è una stasi? No, semmai si sta cercando di organizzare la protesta, nella consapevolezza che durerà ancora per molto tempo. Il Governo di Giorgia Meloni, le Regioni, i politici in cerca di voti, le organizzazioni agricole, gli ‘infiltrati’ nel Movimento e nelle chat pensano di avere disarticolato la protesta. Non è così. Lo stesso fatto che Coldiretti e CIA abbiano cambiato linea politica per cercare di non perdere iscritti è un fratto positivo. Cateno De Luca e il suo movimento, il PD e il Movimento 5 Stelle che si improvvisano difensori degli agricoltori sono un fatto positivo. Gli stessi agricoltori che stasera si sono riuniti a Pergusa sono un fatto positivo. Il fatto che tanti soggetti si siano dati una mossa è una vittoria del Movimento La Sicilia alza la voce. Il paradosso è che anche chi si è ‘infiltrato’ nel Movimento per dividerlo e screditarlo, beh, magari senza volerlo lo sta sostenendo.

Anche la provocazione del Governo Meloni con il ridicolo sconto di 10 mila euro sull’IRPEF è un fatto positivo, perché unisce e rafforza il Movimento

E poi? Adesso è arrivato il momento della riflessione. Fino ad ora – sarebbe un errore non ammetterlo – dal Governo nazionale e dalle regioni, per gli agricoltori non è arrivato nulla. Lo sconto IRPEF fino a 10 mila euro di reddito disposto dal Governo Meloni è una provocazione. Un imprenditore agricolo che guadagna 10 miloa euro all’anno non può esistere: al massimo questa cifra va bene per i giordinieri poveri, quelli che lavorano un giorno sì e dieci no. E’ chiaro che è un segnhale preciso del Governo agli agricoltori in lotta. “Non vi temiamo – sembrano dire – perché fino ad ora avete manifestato ma non ci avete deanneggiato. E noi vi gettiamo le briciole, perché non contate nulla”. Bisogna ammettere che è vero. La domanda che adesso gli agricoltori in lotta debbono porsi è: cosa possiamo fare per deanneggiare il Governo nazionale, tutelando i cittadini? I blocchi delle strade danneggiano i cittadini e vanno evitati. Bisogna inventarsi qualcosa per fare in modo che i politici nazionali e regionali comincino a correre con una mano davanti e un’altra dietro senza – lo ribadiamo – danneggiare i cittadini, che sono e debbono restare gli alleati degli agricoltori.

Martino Morsello: Cateno De Luca, invece di organizzare inutili gite a Roma organizzi una battaglia politica in Assemblea regionale siciliana per fare applicare lo Statuto

Tanto per cominciare, abbiamo raccolto un’idea da Martino Morsello, storico rappresentante degli agricoltori siciliani. “Cateno De Luca e il suo movimento – ci dice Morsello – ha organizzato una manifestazione a Roma. La sua è stata solo una perdita di tempo. E evidente che De Luca cerca di fare breccia nel mondo agricolo. La sua aspirazione è legittima. Perché, invece di organizzare gite a Roma, con il gruppo di parlamentari a lui vicini non comincia in Assemblea regionale siciliana una battaglia politica e perlamentare per applicare lo Statuto autonomistico siciliano? Lui e i deputati regionali del suo movimento Sud chiama Nord si trovano nel posto giusto per condurre una battaglia politica per applicare lo Statuto e difendere gli agricoltori”.

Foto tratta da Corriere della Calabria

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