Cosimo Gioia: “Cateno De Luca quattro anni fa si rifiutò di firmare una lettera a sostegno degli agricoltori”. Le contraddizioni e il trasformismo di CIA e Coldiretti

La verità è che in Sicilia, in materia di agricoltura, non sono credibili né i politici, né le tradizionali organizzazioni agricole

Sono credibili i politici siciliani che, a scoppio ritardato, si ergono oggi a difensori dell’agriocoltura e degli agricoltori della nostra Isola? Sono credibili organizzazioni agricole come CIA e Coldiretti che fino a qualche settimana fa snobbanavno la protesta degli agricoiltori e ora cercano di cavalcarla? Che speranze ha la Sicilia di salvarsi da una crisi economica e sociale che sta travolgendo tutto e tutti? Ieri, a Roma, manifestazione a sostegno dell’agricoltura organizzata dal partito-movimento politico Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Appuntamento un po’ raffazzonato annuciato su Facebook: “Non possiamo stare a guardare! Giovedì 22 Febbraio ore 11:00 tutti a Roma a sostegno della nostra agricoltura e della nostra salute. Abbiamo messo a disposizione gratuitamente dei pullman che partiranno da più citta d’Italia ed in base alle richieste che perverranno alla nostra segreteria organizzativa saranno aggiornati i luoghi di partenza”.

Cosimo Gioia ricorda quando Cateno De Luca, allora Sindaco di Messina, si rifiutò di firmare un appello insieme ad altri Sindaci siciliani. Quando il Governo regionale del ‘ribaltone’ di Raffaele Lombardo, appoggiato da PD e Confindustria Sicilia ‘silurò’ lo stesso Gioia dai vertici del Dipartimento Agricoltura

Commenta Cosimo Gioia (foto sopra), agricolotore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia: “L’On De Luca, quattro anni fa, a Santa Caterina Villermosa, si è rifiutato di firmare una lettera all’allora Ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio per la richiesta di un incontro. Allora era De Luca Sindaco di Messina. La lettera era stata firmata da ottanta Sindaci delle aree interne della nostra Isola, previa approvazione di delibera dei rispettivi Consigli comunali. De Luca on ha voluto firmare perché c’erano le scorse elezioni europee e non gli sembrava il caso. Se n’è andato sbattendo la porta. Ora, alla vigilia delle elezioni europee, si erge a difensore dell’agricoltura. BRAVO…”. Siamo stati testimoni della manifestazione promossa da un folto gruppo di produttori di grano duro della Sicilia, Cosimo Gioia in testa, e da tanti Sindaci. Quell’anno il grano duro estero che arrivava con le navi aveva fatto precipitare il prezzo del grano duro a 19 euro al quintale. Una vergogna. Gioia è un agricoltore che ha lottato veramente per difendere l’agricoltura siciliana e i consumatori siciliani. Tra il 2009 e il 2010 ha ricoperto l’incarico di dirigente generale presso il dipartimento dell’Agricoltura della Regione siciliana. ha messo su il progetto per un Marchio di pasta di grano duro siciliano e ha avviato i primi, veri controlli sulla salubrità del grano estero che arriva in Sicilia con le navi (qui trovate un articolo con la foto del logo del Marchio del grano duro siciliano). Per tutta risposta il Governo regionale dell’epoca presieduto da Raffaele Lombardo (foto sotto) lo ha ‘silurato’. Con il ‘siluramento’ di Gioia sono stati bloccati sul nascere i veri controlli sul grano estero che già allora arrivava a fiumi con le navi nei porti della Sicilia e il Marchio del grano duro siciliano.

PD e Movimento 5 Stelle sono due partiti che non hanno mai difeso gli agricoltori siciliani: anzi

Quelli che stiamo illustrando sono i fatti, non le chiacchiere dei politici che oggi cercano di cavalcare la protesta. Questi ultimi, come abbiamo scritto ieri, non sono interessati alle sorti dell’agricoltura siciliana, ma ai voti delle elezioni europee del prossimo Giugno (ammesso che le elezxioni europee verranno celebrate: cosa di cui noi dubitiamo). Nel caso di De Luca, ricordiamo che oggi è alleato di due formazioni politiche – il PD e il Movimento 5 Stelle – che hanno affossato l’agricoltura siciliana. Il PD, quando Gioia venne ‘silurato dai vertici del Dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, faceva parte del Governo del ‘ribaltone’ di Raffaele Lombardo insieme con Confindustria Sicilia di Antonello Montante. Affermare che il PD siciliano difende l’agricoltura siciliana è tragicomico. Non parliamo dei grillini, che con l’ex Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli hanno ignorato e ‘saccheggiato’ l’agricoltura siciliana e meridionale. Invitiamo gli agricoltori siciliani a tenersi a distanza da questi personaggi, così come debbono tenersi a distanza dall’attuale Governo nazionale di Giorgia Meloni che affossato e continua ad affossare l’agricoltura italiana, compresa l’agricoltura siciliana.

Il problema non è rappresentato da CIA e Coldiretti ma dagli agricoltori siciliani che vanno ancora dietro a queste due organizzazioni agricole. La necessità di avviare una ‘guerra’ contro Ue, Governo nazionale e Regioni

Non va meglio con CIA e Coldiretti della Sicilia. La CIA sta per Conderedazione Italiana degli Agricoltori. All’inizio della protesta degli agricoltori la CIA siciliana gettava acqua sul fuoco. Ricordiamo, nei primi giorni della protesta degli agricoltori una sorta di “lista della spesa” sbandierata a destra e a manca. Della serie: calmatevi perché ci sono i contributi di qua, i contgributi di là e bla bla bla. Invece di affrontare i problemi strutturali e di attaccare frontalmente un’Unione europea di massoni & banditi che vuole distruggere l’agricoltura mediterranea da sostituire con pannelli fotovoltaici, con insetti a tavola e carne sintetica, i signori della CIA siciliana magnificavano i provvedimenti-tampone. Oggi hanno cammbiato idea e cavalcano la protesta. Su Facebook leggiamo: “Assemblea con gli #agricoltori e #allevatori a Gangi (PA) – Affollata assemblea organizzata dalla CIA sulle Madonie. Tanti i temi trattati: dalle difficoltà applicative della PAC alle problematiche sanitarie degli allevamenti, dagli alti costi di produzione ai prezzi di vendita poco remunerativi. Continuano ulteriori iniziative sul territorio regionale”. E che dire della Coldiretti? Quando gli agricoltori hanno cominciato a protestare, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in un video ha detto che la sua organizzazione non partecipava alla protesta e, anzi, difendeva il Governo di Giorgia Meloni (qui il video di Prandini). Oggi i vertici della Coldiretti hanno cambiato linea politica e, dimenticando quanto affermavano un mese fa, propugnano “un piano Marshall per l’agricoltura siciliana“. Il problema non è il trasformismo di CIA e Coldiretti: il vero, drammatico problema è rappresentato dagli agricoltori e dagli allevatori siciliani che vanno ancora dietro a questa due organizzazioni agricole. Il nostro augurio è che gli agricoltori italiani che protestano diano vita a una nuova organizzazione sindacale agricola per avviare non il dialogo con l’Unione europea, il Governo nazionale e i Governi regionali ma una vera e propria ‘guerra’ contro l’Unione europea, il Governo nazionale e i Governi regionali. Guerra su tutta la linea: guerra dura, senza paura. Ne va della sopravvivenza degli stessi agricoltori.

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