Cosimo Gioia: “Noi agricoltori dobbiamo chiedere al Governo nazionale la dichiarazione dello stato di crisi per bloccare i pagamenti di rate di mutui, debiti con le banche e cambiali agrarie”

Parla Cosimo Gioia, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia. “Protestare è giusto ma dobbiamo evitare che mentre protestiamo banche e soggetti vari ci mettano in difficoltà”

“Per carità, da agricoltore, sono il primo ad apprezzare gli sforzi degli agricoltori che scendono in piazza. Detto ciò, in questa fase c’è una priorità. Bisogna chiedere al Governo nazionale subito la dichiarazione di stato di crisi del settore agricolo. Questo è un passaggio fondamentale per proseguire la sacrosanta lotta per difendere l’agricoltura”. Lo dice Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, per la precisione dalle parti di Valledolmo, nel Palermitano. “Con la dichiarazione dello stato di crisi – aggiunge Gioia – si bloccano i pagamenti delle rate dei mutui e dei debiti delle banche; e si bloccano anche i pagamenti delle cambiali agrarie. Del resto, lo stato di crisi dell’agricoltura è nei fatti. Le aziende agricole non ce la fanno più andare avanti tra aumento del prezzo del gasolio agricolo, aumento del prezzo delle sementi, aumenti del costo dell’energia”.

“Ricordo ai colleghi agricoltori che mentre noi manifestiamo i signori delle banche non si fermano”

“Con costi di produzione così elevati – dice ancora Gioia – non possiamo andare avanti, anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, i nostri prodotti agricoli vengono deprezzati dall’invasione di prodotti agricoli esteri, spesso di scarsa qualità perché pieni di residui di pesticidi che in Italia non si usano più da decenni perché dannosi per la salute umana, ma che costano molto meno e soppiantano i nostro prodotti. Non solo. Dalle nostre parti il costo del lavoro agricolo si attesta intorno a 80 euro al giorno per un operaio, mentre nei Paesi che spediscono i propri prodotti agricoli da noi il costo di un operaio agricolo non supera i 4-5 euro al giorno. Impossibile competere in queste condizioni. Ricordo ai colleghi agricoltori che mentre noi manifestiamo i signori delle banche non si fermano. Invece bisogna fermarli con la richiesta al Governo nazionale della dichiarazione dello stato di crisi. Questa è una priorità”.

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