Da Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) una riflessione sul Popolarismo della Nuova Dc di Cuffaro e su un’Unione europea oggi percepita come uno strumento di oppressione che produce povertà

di Ciro Lomonte
Segretario politico di Siciliani Liberi
riceviamo e pubblichiamo

L’Italia falcidiata dall’emigrazione

Sappiamo e ci fa molto piacere per loro e per il futuro migliore della Sicilia che le analisi politiche di Siciliani Liberi sono lette da quasi tutti gli amministrativi locali e dai parlamentari regionali. La Sicilia è a un passo dalla più grave crisi finanziaria, economica e sociale della sua storia unitaria. Più grave, con la dichiarazione di insolvenza del Tesoro a Roma e la fine dell’euro, degli anni 1943-48. Il motivo di questa crisi sta nel tradimento politico del popolarismo politico in larga parte derivato dalla cosiddetta “dottrina sociale” della Chiesa e del socialismo. Il motivo per cui non solo la Sicilia, ma tutte le Regioni italiane, si svuotano falcidiate da emigrazione giovanile e azzeramento della natalità è semplice: in Italia il costo del lavoro è 2 – 3 volte più alto di quanto pagato dal datore di lavoro. Se una persona guadagna 1000 euro al mese, il suo datore di lavoro ne paga 2.300. La differenza va tutta allo Stato, evidentemente fallito. (sopra, foto tratta da Avvenire).

1992: l’azzeramento delle forze politiche popolari e socialiste

Questo è accaduto perché le forze politiche popolari e socialiste sono state azzerate nel 1992. Sostituite da cartelli elettorali apparentemente diversi, ma in realtà accomunati da un ottocentesco liberismo economico che ha portato alla situazione attuale: quale giovane vorrebbe aprire un’attività economica in un Paese dove il lavoro costa quasi 3 volte quanto percepito in busta paga? Ecco perchè la proposta degli amici Madoniti che chiedevano a gran voce l’istituzione di una Zona economica speciale nel loro territorio – dove cioè non si pagassero più simili assurde tasse e contributi sul lavoro – è stata ignorata. Come lo sono stati i “Forconi”. E tutti gli altri. (sopra foto di Ciro Lomonte)

La privatizzazione del servizio idrico siciliano

Ci rivolgiamo come sempre in spirito come sempre di amicizia e costruttivo agli amici che si dicono eredi del popolarismo – e quindi ai cattolici siciliani della Nuova DC e a molti altri: Siciliani Liberi è come loro una forza politica che viene da lontano. La rovinosa conduzione della Regione siciliana che porta il Sindaco di Caltanissetta a protestare perche “il tubo non si può rompere ogni 24 ore” ha origine in un tradimento politico. A fine anni ‘90, l’On.le Cuffaro è potente assessore all’Agricoltura. Le imprese ricevono finanziamenti a copertura integrale per costruire nuovi frantoi, nuove cantine, acquistare nuovi mezzi meccanici e rinnovare le colture. Quando però pochi anni dopo diventa primo Presidente della Regione eletto direttamente dal corpo elettorale, il suo governo vara le dissennate privatizzazioni del servizio idrico regionale, incluso l’abbandono a sé stesso dell’Ente di sviluppo agricolo (Esa) che le dighe aveva commissionato e che gestiva, e la svendita del patrimonio immobiliare della Regione. Sono scelte liberiste opposte alla dottrina sociale della Chiesa. E conformi ai voleri dei diktat “comunitari” del feroce liberismo economico di ispirazione anglosassone che dominano la nuova “Unione europea” che non è più quella creata da Adenauer e Fanfani. Ma un’unione finanziaria opposta – come si vedrà nel ventennio successivo – a qualsiasi sviluppo dei popoli e dei territori.

Il ritorno al vero popolarismo

Ecco perché, On.le Cuffaro, nessuno andrà a votare per le finte Elezioni europee: perché tutti ormai percepiscono l’Europa come sinonimo di oppressione e causa della diffusa povertà che ha trasformato l’Italia intera in ciò che era già divenuta la Sicilia: un Paese deindustrializzato in cui si vive di assistenzialismo (RdC, Bonus, click-day etc) ed espedienti. Siciliani Liberi si rivolge così a tutti i cattolici e a tutti i liberi e i forti: preparatevi a governare insieme la Sicilia ispirati al vero popolarismo: pianificazione pubblica. Intervento diretto e non più dello Stato e della Regione siciliana nell’economia. Ricostituzione dell’IRI. Ristrutturazione del debito pubblico e abbattimento del 90% del carico fiscale e contributivo. Per farlo, serve una nuova classe dirigente. Che Siciliani Liberi da oltre 8 anni sta contribuendo a formare.

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