Dicono che in Italia sia cresciuto il consumo di pasta prodotta con grano duro italiano? E tutto il grano duro estero importato che fine ha fatto?

In Italia lo scorso anno è arrivato tanto grano duro dal Canada e dall’Ucraina. Quest’anno nel nostro Paese c’è stata una ‘invasione’ di grano duro ucraino, canadese e russo. Hanno ‘esportato’ tutto il grano duro estero importato in Italia per produrre solo con grano duro italiano? Ragazzi per favore!

Ogni tanto qualche bella notizia rende felici le nostre vite. Eh sì, la notizia che ha allietato le nostre esistenze è legata alla voglia matta degli italiani di pasta prodotta con grano duro italiano. A quanto pare, la stragrande maggioranza di consumatori italiani vuole portare in tavola pasta prodotta con grano duro coltivato nel Belpaese. Una notizia che definire meravigliosa è poco. Ricordiamo che in Italia la legge prevede che la pasta debba essere prodotta solo con grano duro, a differenza di altri Paesi dove la pasta si può produrre anche con grano tenero. Pensate un po’: 4 pacchi di pasta su 10 sarebbero commercializzati nel nostro Paese sarebbero prodotti con grano duro italiano. Se le cose stanno così come mai l’Italia, da Gennaio ad oggi, ha importato tanto grano duro dall’Ucraina, dal Canada e negli ultimi mesi anche dalla Turchia? Per la cronaca, questo lo sanno tutti, il grano arrivato dalla Turchia è, in buona parete, grano russo. Ebbene: che fine ha fatto e fa il grano duro arrivato in Italia dall’estero? Lo ‘esportiamo’, come si fa con il fiume di olio d’oliva che arriva dalla Tunisia?

Quest’anno la produzione di grano duro italiano, per avverse condizioni climatiche, è stata disastrosa. Come fanno le industrie ad avere tanto grano duro italiano?

Vogliamo essere ‘buoni’ e diamo per vero che lo scorso anno il grano duro prodotto in Italia – che per l’80% viene prodotto nel Sud Italia e, segnatamente, in Puglia e in Sicilia – sia stato acquistato per lo più dalle industrie della pasta del Nord Italia e delle poche industrie della pasta del Mezzogiorno. Noi sappiamo che non è così, perché seguendo le cronache di questo settore sappiamo benissimo che anche lo scorso anno l’Italia ha importato grano duro canadese e ucraino. Ribadiamo: vogliano essere ‘buoni’ e credere alle favole. Passi, insomma, come già accennato, che il grano duro del Sud Italia e della Sicilia dello scorso anno abbia alimentato le industrie della pasta italiche nel 2022 e che ci sia ancora in giro pasta prodotta con il grano duro italiani di un anno fa. Per quest’anno, però, c’à, come dire?, un ‘problemino’. Ovvero? Nel Sud e in Sicilia, quest’anno, la Primavera ha fatto le bizze. Chi ‘mastica’ un po’ di agronomia e magari ha esperienza diretta con il grano sa che le piogge ad Aprile, per questa coltura cerealicola, sono benedette. Le piogge di Maggio, invece – specie se sono insistenti – sono preoccupanti. E le piogge del Maggio di quest’anno, per chi ha un po’ di memoria, sono state insistenti. Se ne deduce che, da preoccupanti, le piogge di Maggio – insistenti e copiose – sono diventate un problema. Di più: in Sicilia e in tante aree del Sud – per esempio in Puglia – è caduta la pioggia fino alla metà di Giugno. Per il grano – e non crediamo di scrivere nulla di nuovo – le piogge fino a metà Giugno, specie se sono state precedute da un Maggio piovoso, sono tecnicamente un disastro. E no crediamo che qualcuno ci possa smentire.

Dal marasma di un’annata granicola grama si è salvato solo il grano duro di alta collina e di montagna. Ci vogliono fare credere che tutto questo grano duro di alta collina e di montagna – con riferimento a Puglia e Sicilia, dove si produce la grande maggioranza del grano duro italiano – sia finito alle industrie della pasta, magari del Nord Italia? Mah

Questo è stato l’andamento climatico in Sicilia e in Puglia lo scorso Maggio e nei primi quindici giorni di Giugno. Non citiamo a caso Puglia e Sicilia, perché sono, come già accennato, le due Regioni italiane dove si produce la maggior parte del grano duro italiano. Non esageriamo se scriviamo che la produzione di grano duro di pianura e bassa collina è stata disastrosa e di qualità non eccelsa, perché se il grano si bagna e rimane bagnato per un certo numero di giorni arrivano i funghi che producono le micotossine. Anche in questo caso, non stiamo dicendo nulla di nuovo. Si è salvato solo il grano duro coltivato in alta collina e in montagna che ha avuto il tempo di essere asciugato dal Sole. Questo è quanto avvenuto. Da qui la domanda: con quale grano duro italiano sarebbe stata prodotta, quest’anno, la pasta? Il grano duro di alta collina e di montagna giustifica i 4 pacchi di pasta su 10 prodotti e commercializzati come pasta italiana? Dobbiamo credere che in Italia c’è tutto questo grano duro prodotto in alta collina e in montagna? Volendo fare l’esempio della Sicilia, va detto che nella nostra Isola non mancano certo industrie artigianali che producono pasta con grano duro siciliano. Aggiungiamo che in Sicilia ci sono produttori di grano duro di alta collina e di montagna che non hanno ancora venduto il grano duro perché il prezzo è basso: 30-32 euro al quintale. Ed è basso, il prezzo del grano duro italiano, proprio perché in Italia c’è stata una ‘invasione’ di grano duro estero. Si offende qualcuno se scriviamo che il grano duro siciliano prodotto in alta collina e in montagna è rimasto in buona parte in Sicilia? Insomma: dove l’hanno preso tutto questo grano duro italiano le industrie della pasta, soprattutto quelle del Nord?

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *