E’ iniziata anche in Sicilia la protesta degli agricoltori con il primo presidio a Bolognetta. Nella chat si dibatte sul come organizzare il movimento in tutta l’Isola

Con molta probabilità, si dovrebbe dare vita a un coordinamento per raccogliere, sulla rete, le tante adesioni in vista della prima assemblea che potrebbe avere luogo a Enna

La ‘macchina’ della rivolta popolare è partita anche in Sicilia. Da stamattina un folto gruppo di agricoltori manifesta a Bolognetta, in provincia di Palermo. La chat del movimento è in crescita esponenziale e basta dare un’occhiata per capire che la partecipazione cresce di giorno in giorno. Del resto, l’agricoltura è in crisi in tutta la Sicilia e c’è tanta voglia di organizzare iniziative per riuscire a fare breccia nel mondo politico. Nella citata chat le proposte sono tante. In questa fase si sta provando a mettere insieme gli agricoltori di tutta l’Isola interessati a dare vita a un movimento corposo. Da quello che si capisce tutti si sentono protagonisti e si sta cercando di capire quanti saranno gli agricoltori interessati. Sempre leggendo la chat una domanda ricorre spesso: “Qui da noi chi organizza?”. Sono agricoltori siciliani – ma non soltanto agricoltori – di Comuni piccoli e grandi che chiedono di poter partecipare alla vita del movimento. Non è un momento semplice. La partenza di un movimento, si sa, è sempre difficile. Con molta probabilità, si dovrebbe dare vita a un coordinamento per raccogliere, sulla rete, le tante adesioni. Poi, quando si avrà il quadro della situazione provincia per provincia, si potrebbe organizzare – che si chiede in alcuni interventi nella chat – una prima assemblea ad Enna, luogo baricentrico per formalizzare la nascita del movimento.

Come evitare gli errori commessi nel 2011 dai Forconi siciliani

Sarà importante evitare l’errore commesso nel 2011 con i Forconi, quando uno ristretto gruppo di persone ha rappresentato il movimento provocando danni enormi. Se il movimento comincerà a radicarsi sarà bene che la piazza abbia sempre la meglio sul ‘chiuso dei palazzi’. Detto in parole semplici, se il movimento prenderà piede e si dovrà dialogare con i rappresentanti delle istituzioni, è bene che ciò avvengo all’aperto, alla presenza di chi vorrà prendere parte agli eventuali incontri. Ma già stiamo andando avanti. In questa fase va costruito il movimento, evitando i personalismi. Sarebbe opportuna la figura di un addetto per rendere noto, ogni quattro cinque giorni, gli interventi che si registrano nella chat, proprio per far diventare protagonisti chi si avvicinerà al movimento. Un secondo elemento importante è l’apertura di un dibattito, sulla chat, con un tema preciso: cosa pensano gli agricoltori che oggi protestano di Coldiretti, CIA, Confagricoltura, rappresentante delle cooperative che operano nel settore agricolo. Un terzo elemento è l’apertura verso altri settori economici della Sicilia in crisi: pensiamo al settore della pesca, per citare un esempio.

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