Egregia presidente Meloni ed egregio Ministro Lollobrigida: l’IRPEF agricola ve la dovere rimangiare. Se cercate soldi perché non varate una tassa sulla produzione di pasta con grano duro estero?

Il Governo Meloni incontra i rappresentanti di CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative. Ma chi rappresentano?

Da ridere. Sì, c’è da ridere. Mentre gli agricoltori italiani manifestano nelle piazze chi va a convocare il Governo di Giorgia Meloni che ha affossato l’agricoltura, a cominciare dal grano duro italiano del Sud e della Sicilia? I rappresentanti di CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative. In pratica, va a incontrare le organizzazioni che hanno sempre avallato le linee politiche dell’Unione europea in materia di agricoltura e le azioni dei vari Governi nazionali, con qualche eccezione: per esempio, Confagricoltura di Viterbo che difende le produzioni agricole laziali e la CIA della Puglia che ha difeso il grano duro pugliese e meridionale. E’ in questo scenario che si è materializzato il tentativo del Governo Meloni di dividere il mondo agricolo, con la proposta di reintrodurre l’esenzione dell’IRPEF agricola sotto i 10 mila euro. E’ l’ennesima scorrettezza di un esecutivo che, da quando si è insediato, non ha fatto altro che considerare l’agricoltura italiana un settore a perdere e gli agricoltori polli da ‘spennare’. Esageriamo? Assolutamente no. Parlano i fatti che proviamo a sintetizzare.

Qualcuno sta informando i consumatori italiani sulla qualità del grano duro che viene utilizzato per produrre la pasta italiana che stanno mangiando?

Che dire della proposta lanciata alla Sicilia di diventare un hub energetico? La nostra Isola produce già tanta energia e non ha bisogno di produrne ancora. Tra l’altro, nella testa della signora Meloni, la Sicilia dovrebbe produrre energia fotovoltaica. Dove? Magari al posto dei fondi agricoli, segnatamente cerealicoli. Questo la signora Meloni e i suoi Ministri non lo dicono chiaramente. Però, guarda caso, a partire dal Gennaio dello scorso anno, hanno consentito al grano proveniente dall’Ucraina di invadere l’Italia. Idem per il solito grano canadese. Un caso? Non esattamente. Con questa invasione di grano estero in Italia sono stati raggiunti due obiettivi. Primo obiettivo: il prezzo del grano duro è crollato del 40-50%. Una rovina per gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia che dovrebbero vendere il loro grano in perdita. Non è un caso che tanti produttori di grano duro del Sud e della Sicilia siano intenzionati ad affittare o addirittura a vendere i propri terreni ai ‘Signori del fotovoltaico’. Secondo obiettivo: con l’invasione del grano estero – duro ma anche tenero – gli industriali si sono fatti i classici ‘bagni’ perché hanno acquistato, per l’appunto, grano estero a basso prezzo. Va precisato che il grano estero che arriva in Italia – duro e tenero – non sempre è di qualità, se è vero che contiene contaminanti, dal glifosato alle micotossine, fino ai metalli pesanti. Però di questo non si parla e nelle pubblicità farlocche si racconta di “pasta prodotta con grano duro italiano”, “pane prodotto con grano italiano” e via continuando con i dolci e altri derivati del grano. Nella maggioranza dei casi, fesserie allo stato puro degne della televisione che li propala.

L’ortofrutta che arriva dai Paesi esteri è buona? Meglio una domanda di riserva…

Lo stesso discorso vale per altre produzioni agricole, con riferimento a ortaggi e frutta: invasione, in Italia, di ortofrutta estera che ‘ammazza’ le produzioni locali. Con l’aggiunta che mentre i nostri agricoltori utilizzano in modo oculato i pesticidi, in alcuni Paesi del mondo che esportano ortofrutta in Italia utilizzano a man bassa pesticidi che l’Italia ha bandito da decenni perché pericolosi per la salute umana. Qualcuno osserverà: anche gli agricoltori italiani esportano. Intanto ad esportare all’estero prodotti agricoli sono le grandi imprese agricole o le cooperative o, in generale, grandi organizzazioni. Solo che da quando i ribelli Houthi – appoggiati da Iran, Russia e Cina – hanno incasinato il Mar Rosso esportare ortofrutta nei Paesi asiatici è diventato un problema, perché bisogna attraversare un teatro di guerra. Morale: fine o quasi delle esportazioni di ortofrutta italiana nei Paesi asiatici. Anche i ricchi dell’agricoltura italiana qualche volta piangono.

L’IRPEF agricola va tolta a tutti gli agricoltori: la presidente Meloni e i suoi Ministri debbono fare marcia indietro, che gli piaccia o no

Fatti quattro conti, il Governo Meloni ha affossato il grano duro italiano; avalla la politica aggressiva dell’Occidente in Medio Oriente, visto che ormai l’Italia è schierata ‘pancia a terra’ contro Russia e Cina, con il risultato di bloccare le aziende agricole che esportavano ortofrutta in Asia; e ha eliminato l’esenzione dell’IRPEF per le aziende agricole per fare ‘cassa’ sulla pelle degli agricoltori. Ora che ha tutto il mondo dell’agricoltura contro, il Governo Meloni ha messo in campo un tentativo scorretto di far pagare l’IRPEF agricola ad alcuni agricoltori esentando dal pagamento altri agricoltori. Ribadiamo: un palese tentativo di dividere il mondo agricolo, accompagnato da tragicomiche sceneggiate nelle quali agricoltori che non si da dove siano spuntati vanno ad applaudire l’attuale Ministro delle Politiche Agricole, Francesco Lollobrigida. Pensate un po’: gli agricoltori che vanno ad applaudire il Ministro che li ha massacrati. Che dire, in conclusione, signori del Governo Meloni? Quello che potete leggere nella foto sopra: la signora Meloni e il cognato-Ministro Lollobrigida, tanto per cominciare, si debbono rimangiare l’IRPEF agricola che stanno cercando di far pagare agli agricoltori. L’IRPEF agricola va tolta a tutti gli agricoltori. Cerca soldi, presidente del Consiglio Meloni? Perché non introduce una tassa sulla pasta prodotta con il grano estero? Non ha idea quanti soldi incasserebbe lo Stato Italiano.

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