Gesù insegna a Cafarnao e si scontra drammaticamente con un indemoniato: il male grida, minaccia ma viene sconfitto

di Frate Domenico Spatola

9 Gennaio 2024, Martedì della prima settimana del tempo ordinario: Marco 1,21-28

Cafarnao era la città di frontiera con la pagana e ricca confederazione della dieci città (Decapoli). Gesù vi dimorò per un anno, perché dava più opportunità di incontri, che non la sua Nazaret, fuori dalle strade commerciali. Al solito, di Sabato, entrava nella sinagoga. Non si lasciava sfuggire l’occasione per insegnare, spiegando le Scritture agli Ebrei. Suscitava stupore il suo stile autorevole e non come quello degli abituali maestri, che evadevano dai problemi reali posti dalla gente. Si trinceravano a ripetere altrui sentenze, avulse dalle reali esigenze della gente, la quale non finiva di elogiare il nuovo metodo. Tra i presenti quella mattina, in sinagoga, qualcuno si risentì. Spinto da spirito diverso e contrario a quello di Gesù, cominciò a gridare. Difendeva i maestri di Israele (scribi) dal modello e dal nuovo messaggio. Riteneva che Gesù facesse scricchiolare il sistema religioso che riteneva la forza del suo popolo. Piuttosto provava a sedurre Gesù il Nazareno, perché si collocasse dalla stessa sponda degli scribi per non rovinare Israele. Aggiunse, a sfidarlo, che aveva capito che egli era il Messia, cioè “il santo di Dio”. Gesù gli imponeva severamente di tacere, ma la lotta ideologica fu drammatica. Gesù ebbe la meglio, nello stupore dei presenti che si interrogavano su di lui, che riconoscevano autorevole e soprattutto liberante. Presto in tutta la Galilea la sua fama si accrebbe e si cominciò a parlare di lui.

Foto tratta da Domenicane di Santa Maria del Rosario

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