Gesù mostra la vera natura del suo messianesimo cavalcando l’asinello come era stato anticipato quattro secoli prima da Zaccaria

Vangelo della Domenica delle Palme (anno B): Marco 11, 1-10

1 Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli 2 e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. 3 E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». 4 Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 5 E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». 6 Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. 7 Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. 8 E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 9 Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:

Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

10 Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide!

Osanna nel più alto dei cieli!

di Frate Domenico Spatola

Gesù fu prigioniero della loro paranoia di potere e al grido di osanna al Regno di Davide

Betfage e Betania, considerati unico villaggio satellitare di Gerusalemme, perché la tradizione irremovibile li accomunava. Gesù provò l’incursione per cambiarla. Chiese la collaborazione a due discepoli. Voleva mostrare a tutti la vera natura del suo messianismo, cavalcando l’asinello. L’episodio era stato anticipato profeticamente, quattro secoli prima, da Zaccaria. Fu tuttavia sgradita ai contemporanei, quella profezia per la ferialità del modello prospettato: “Il Messia cavalcherà un asino”. Il simbolo era modesto per chi nutriva ambizioni di grandezza! Così dai coevi di Zaccaria, la figura venne rimossa e la profezia “legata”. Ma con Gesù era l’ora di “scioglierla”. I discepoli inviati a prelevare il puledro, avrebbero dovuto rispondere: “Serve al Signore!”. Convinsero e Gesù cavalcò il puledro. Le reazioni? Coerenti al proprio “credo”. Chi aderiva al progetto di Gesù, aveva posto sulla cavalcatura il proprio mantello, come a consegnare l’esistenza. Chi sognava il Messia trionfatore, gli professava sottomissione, col mantello in terra, perché Gesù lo calpestasse. Con prepotenza si posero alla guida del corteo coloro che volevano imporre l’itinerario, mentre, da dietro, altri controllavano il percorso. Gesù fu prigioniero della loro paranoia di potere e al grido di osanna al Regno di Davide.

Era l’ambiguità del brano!

Foto tratta da di briciole di Vangelo

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