La strage di Mosca avrebbe dovuto fermare l’avanzata russa e i bombardamenti in Ucraina. Ma così non è stato. Ora servono 500 mila militari. Li chiederanno alla Ue?

Vediamo di illustrare come stanno le cose al di là delle fesserie che i mezzi di informazione occidentale continuano a raccontare sulla strage di Mosca e sullo scenario di guerra in Ucraina

L’Ucraina è a corto di munizioni e di soldati. E la Russia non ha esaurito la scorta di missili, tant’è vero che ormai da quasi una settimana continua a bombardare città piccole e grandi distruggendo soprattutto centrali elettriche. I militari ucraini impegnati in prima linea sono esausti e chiedono di essere sostituiti per riposare. E fino a questo momento nessuno, in Occidente, se la sente di inviare soldati in prima linea nella guerra contro la Russia. Che, lo ribadiamo, continua a bombardare e a guadagnare posizioni in Ucraina. La strage di Mosca, al di là della demagogia dei media occidentali, sarebbe dovuta servire a ridurre la pressione dei bombardamenti russi in Ucraina e a ridurre la pressione dei militari russi che continuano a conquistare posizioni. Ma così non è stato. I russi vanno avanti come rulli compressori. La situazione diventa ogni giorno più critica: i bombardamenti russi non danno tregua, le centrali elettriche vengono distrutte e tanti cittadini ucraini rimangono senza energia in casa e mancano i militari. Entro quest’anno all’Ucraina servono non meno di 500 mila soldati ma non si sa da dove prenderli. Mercenari non se ne trovano quasi più. Gli Stati Uniti d’America sono in campagna elettorale per le elezioni presidenziali che si concluderanno nel Gennaio del prossimo anno e non invieranno nemmeno un soldato. A mandare almeno 500 mila militari dovrebbe essere soprattutto l’Unione europea: le dichiarazioni del presidente francese Macron non nascono dal nulla ma il resto dell’Unione europea, con qualche eccezione, non ne vuole sapere di una partecipazione diretta alla guerra contro la Russia. Nessuno vuole un esercito europeo pronto per essere mandato in Ucraina. Immaginate che succederebbe in Italia se il Governo di Giorgia Meloni dovesse decidere di entrare in guerra contro la Russia. Dubitiamo che il Parlamento italiano autorizzerà la partenza di militari italiani nella guerra in Ucraina. Né sarebbe facile far passare la partenza dei militari italiani in Ucraina come una “missione di pace”: anche i professionisti della manipolazione dell’informazione, questa volta, avrebbero difficoltà a raccontare minchiate. Succederebbe un gran casino, questa è la verità.

Mandare militari dei Paesi europei al fronte in Ucraina scatenerebbe proteste popolari e provocherebbe il rinvio delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e, contestualmente, bloccherebbe il rinnovo della Commissione europea

I fatti sono ormai sotto gli occhi di tutti, ribadiamo, al di là delle fesserie che raccontano i mezzi di informazione occidentali. L’Unione europea vive in piena contraddizione: da una parte si schiera per il proseguimento della guerra contro la Russia; dall’altra parte la Commissione europea non se la sente di predisporre l’invio di militari forzando la mano con i Paesi della stessa Ue. Insomma una variante del cosiddetto “Armiamoci e partite“… A parte Lettonia ed Estonia – un milione e 800 mila abitanti circa il primo, poco più di un milione e 300 mila abitanti il secondo – che chiedono ai Paesi dell’Unione europea di ripristinare la coscrizione militare, nessun Paese Ue vuole entrare in guerra contro la Russia e, soprattutto, nessun Paese europeo vuole inviare militari nei campi di battaglia dell’Ucraina dove si muore. Tra l’altro, mandare militari dei Paesi europei al fronte in Ucraina significherebbe rinviare le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e rinviare, contestualmente, il rinnovo della Commissione europea. Già l’Unione europea sta sulle scatole a quasi tutti gli abitanti europei, tra insetti a tavola, politiche ‘green’ demenziali e affaristiche, vaccini farlocchi, pannelli fotovoltaici al posto dei campi di grano, ‘cappotti termici’ alle abitazioni, auto elettriche con le batterie che esplodono e altre buttanate. Figuriamoci cosa succederebbe se la Ue, che ha ormai un’economia con ‘il culo a terra’, dovesse decidere di inviare truppe in Ucraina. L’unica possibile soluzione è avviare la trattativa per la pace, ma a dettare le condizioni prima per una tregua e poi per la pace sarebbe la Russia di Putin che, soprattutto dopo la strage di Mosca, farebbe valere la legge del “Guai ai vinti”, legge che gli italiani conoscono molto bene, dall’antica Roma fino alla resa senza condizioni firmata a Cassibile nel 1943 contrabbandata come ‘armistizio’…

Foto tratta da Il Riformista

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