Gesù: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”

di Frate Domenico Spatola

13 Gennaio 2024, Sabato della prima settimana del tempo ordinario: Marco 2,13-17

Spazi aperti per la libertà della Parola, lungo il mare. A Cafarnao è andirivieni incessante di folla. Attratta da Gesù e dal suo insegnamento, nuovo e vitalizzante. La scena è in fermento, e anche Gesù in vena di spostamenti e, passando dalla dogana, vide Levi. Si sa il patronimico: figlio di Alfeo. Era in piena attività, seduto alla gabella a riscuotere imposte. Odiato per quel mestiere “sanguisuga” insieme ai romani, che ne erano i committenti. Gesù lo notò, come mai nessun altro. Ne volle fare un servitore del Regno. A bruciapelo e senza previ patteggiamenti: “Seguimi!”, gli disse. Fulmineo lo seguì. Si era finalmente da qualcuno sentito amato. Alzatosi dal banco, gettò alle ortiche il passato e il mestiere, pure molto redditizio. Il cambiamento fu la sua rinascita. L’inizio della più bella avventura andava festeggiato, con i compagni, forse ora gelosi per la sorte a lui toccata. Per il banchetto (nuziale?), invitò tutti. Corrisposero i pubblicani, suoi vecchi colleghi e i discepoli. Gesù non si lasciò scappare la ghiotta occasione, stare con coloro per cui era venuto. Scribi e farisei presero, sprezzanti, le distanze. Dalla loro postazione potevano condannare Gesù “impuro” perché mangiava dallo stesso piatto dei peccatori. Fanno sarcasmo con i suoi discepoli. E Gesù ricordò a tutti, e a noi: “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Stesso il messaggio che ci rinnova papa Francesco e ci dice come attuarlo.

Foto tratta da Non di Solo Pane

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