Gli attacchi all’assessore Nuccia Albano per una storia di 60 anni fa sono tipici di chi fa politica cavalcando l’odio, il pregiudizio e il giustizialismo

Secondo alcuni ‘scienziati’ della politica senza politica della Sicilia, l’assessore Nuccia Albano si dovrebbe dimettere perché 60 anni fa, quando aveva dieci anni, il padre è stato condannato per reati connessi alla mafia

di Andrea Piazza

Conosco Nunzia Albano ( detta Nuccia ) da quando avevo 9 anni ( ovverosia da 46 anni ) perché era assistente universitaria a medicina legale di un mio parente, il Prof. Marco Stassi. Nuccia ha dimostrato sin dal corso di studi di essere una ” persona estremamente capace ” che si è fatta da sola, conseguendo con il sacrificio due lauree, una in Medicina e l’altra in Lettere e Filosofia. In ambito professionale si è affermata ad altissimi livelli, in un ambiente prevalentemente maschilista, riuscendo a conciliare senza nessun aiuto la vita familiare ( crescendo da sola le proprie figlie ) e la vita professionale. Resto ancorato al valore etico del principio illuministico di uguaglianza delle persone e, pertanto, una persona deve essere giudicata in relazione al proprio operato. Personalmente sono assolutamente orgoglioso di essere un amico di Nuccia e di tutta la famiglia Albano ( fratelli e nipoti ). Sono rimasto stupito dalla polemica sollevata su Nuccia Albano da chi, non avendo altri argomenti, tira fuori una storia di sessant’anni fa, quando Nuccia era una bambina di 10 anni. Di fatto, stanno rimproverando a Nuccia i problemi giudiziari – ribadisco: di 60 anni fa – del padre, chiedendo addirittura la sue dimissioni da assessore regionale. Tralasciando di evidenziare lo squallore per il tentativo di infangare l’onore e la dignità di una persona che si è fatta da sola, superando un livello maggiore di difficoltà perché arrivata, come si suol dire, dalla campagna di Borgetto ” senza avere né arte, né parte “, da buon cristiano non posso che augurare miglior sorte a tutti coloro che, sull’odio, strutturano la propria esistenza ritrovando rifugio nei valori negativi del pregiudizio e del giustizialismo. Questi signori rinunziano a farsi una propria idea sugli altri non per una caduta di stile ma probabilmente perché non credono nella possibilità di riscatto e di crescita delle persone. Mi ricordano, per certi versi, il geniale regista internazionale Stanley Kubrick che classificava l’essere umano malvagio per costituzione.

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