Gli inceneritori di rifiuti producono CO2 (idem per i termovalorizzatori). Ma la Ue non impone la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera?

dallOsservatorio permanente sui disastri ambientali
gruppo di lavoro gestione rifiuti Palermo
riceviamo e pubblichiamo

Se la politica ambientale dell’Unione europea è una cosa seria inceneritori di rifiuti e termovalorizzatori dovrebbero essere fuori legge. Sbagliala la gestione della discarica di Bellolampo a Palermo

Pessima e fallimentare gestione della discarica di Bellolampo, raccolta differenziata al 13% e per di più inefficiente, totale assenza di piani di prevenzione della produzione di rifiuti, così come prescritto dalle direttive europee e dal loro recepimento da parte dell’Italia sono la reale causa delle condizioni disastrose in cui versa la città. La risposta all’emergenza rifiuti non è la costruzione di un inceneritore o termovalorizzatore che dir si voglia. Qualsiasi affermazione in tal senso è totalmente falsa. Gli inceneritori, anche se di nuova generazione, emettono CO2, gas climalterante, le cui emissioni dovranno essere monitorate dagli Stati dell’Unione Europea a partire dal 2024. E dal 2028 quasi certamente gli inceneritori dovranno pagare per le quote di CO2 emesse con aumenti dei costi di gestione, che inevitabilmente ricadranno sui cittadini. Gli inceneritori sono pertanto in conflitto con la necessità di raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica previsti per tutti gli Stati europei al 2050. E non è un caso se tutti gli Stati che hanno puntato sugli inceneritori o non ne costruiscono più o hanno addirittura previsto un loro parziale ma significativo smantellamento.

Gli inceneritori di rifiuti inquinano (lo stesso discorso vale per i termovalorizzatori)

I fumi emessi dagli inceneritori contengono fra l’altro diossine, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, sostanze persistenti, bioaccumulabili con azioni cancerogena e di interferenza endocrina. I rischi per la salute dipendono dalle loro ricadute nel tempo sui terreni dei territori prossimi agli impianti, più che dalle loro concentrazioni in atmosfera. Queste sostanze sono in grado di trasferirsi attraverso le catene alimentari contaminando vegetali, animali di allevamento, uova, latte, formaggi, carni, ove possono raggiungere valori pericolosi per il consumo alimentare e quindi per la salute umana. Tutto ciò anche se le emissioni ai camini rispettano i limiti di legge. Gli inceneritori producono particolato, particelle di dimensioni da 10 a 0,1 micrometri in grado di raggiungere i polmoni e persino il sistema circolatorio, nel caso di quelle di minori dimensioni. Il particolato è stato classificato nel 2013 come cancerogeno di classe 1 dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro. La sua pericolosità dipende anche dal fatto che le particelle da cui è composto sono in grado di veicolare metalli pesanti e idrocarburi policiclici aromatici. L’inquinamento da polveri sottili oltre a determinare patologie a livello dell’apparato respiratorio determina danni anche al sistema cardiovascolare.

Il particolato ultrafine non è regolamentato

Durante il processo di incenerimento residuano scorie e ceneri che vanno trattate e conferite in discariche per rifiuti speciali, dai filtri si recuperano polveri tossiche che vanno smaltite in discariche per rifiuti speciali pericolosi. Questi materiali rappresentano il 25-30%del totale dei rifiuti inceneriti; in particolare, per ogni 1000 Kg di rifiuti indifferenziati inceneriti si producono 200-300 kg di scorie e ceneri e 20-30 kg di polveri. Gli inceneritori bruciano risorse e materiali recuperabili, ostacolano le azioni di riduzione dei rifiuti e l’incremento della raccolta differenziata, poiché ad essi deve essere garantito un apporto di rifiuti costante e uguale al tonnellaggio previsto per l’impianto stesso. Si crea un danno significativo all’ambiente e allo sviluppo dell’economia circolare, così come ampiamente ribadito dall’UE. Per tali motivi gli inceneritori non potranno essere finanziati con i fondi del PNRR e si dovrà ricorrere ad investimenti privati. In assenza di agevolazioni economiche i costi dell’energia elettrica prodotta, inferiore fra l’altro a quella di una centrale termoelettrica convenzionale, saranno elevati e ricadranno inevitabilmente sui consumatori. Una diversa politica di gestione dei rifiuti può fare a meno di inceneritori e può minimizzare il loro conferimento in discarica. Riduzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riuso, riciclo per recuperare e ridare nuova vita a materiali e beni di consumo altrimenti eliminati sono l’unica via da percorrere per affrontare in maniera sostenibile la gestione dei rifiuti”.

Foto tratta da La Mia Aria

Un commento

  1. Detto con tutto il rispetto: questo ragionamento sul CO2 emesso dalla combustione dei rifiuti non riciclabili è sbagliato. Il calcolo va fatto invece come un bilancio, mettendo nel conto il CO2 che è risparmiato (in almeno altre 3 voci) grazie a questo recupero di energia e di materia.

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