I senatori del Sud approvando l’Autonomia differenziata voluta dagli eredi di Alberto di Giussano (leggere leghisti) hanno tradito lo stesso Sud

Al Senato è arrivato il primo sì a quella che viene definita la ‘Secessione dei ricchi’

di Frate Domenico Spatola

Gongola il Ministro leghista Roberto Calderoli, e più Matteo Salvini. Che ne pensa Ignazio La Russa? Non sarebbe piaciuto neanche a Mussolini vedere quei tanti, o pochi, che si ispirano alla sua idea unitaria di “Patria, Dio e Famiglia”. A Palazzo Madama i senatori dei Fratelli d’Italia, in combutta con i figli di Alberto di Giussano, i leghisti (per intenderci) hanno votato sì, con 110 a favore, all’Autonomia delle Regioni d’Italia, ora tempo di Carnevale, “in Arlecchino”. Le opposizioni hanno intonato, a sfottò o convintamente, l’inno di Mameli per “una Italia unita” , mentre dalla sponda opposta si è levato il coro di Alberto di Giussano (sic!). Provo a capire quale possa essere. Penso al “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi. Ma il nome di questi serviva ai patrioti risorgimentali, nel XIX secolo, per avere dagli Austriaci l’Italia unita. Grande il marasma!

Italia sempre più spaccata. Saremo più divisi fino a ignorarci

Salvini, giunse in tempo per attribuirsi la vittoria. La dedicò a Bobo Maroni, morto “in fama di secessionismo”. Era la poetica inconfondibile del fondatore della Lega Umberto Bossi, già dalla prima ora. E i discepoli di Benito? Lì a sacrificare il Sud improduttivo e ingombrante. Palla al piede per le ricche economie del Nord. E in fatto di “sanità e istruzione”? Il “fai da te! “A ridateci i Florio e i Rubattino!”. Coi Borboni, il Meridione, Sicilia compresa, contava! Saremo più divisi fino ad ignorarci. Ci vorrà il passaporto per Milano, Torino, Venezia… Chi le conosce? In tempo di Brexit, va bene anche il “Regioexit”. Scusate il neologismo, inedito, almeno finora! Altri Stati? Concordo con Vincenzo De Luca, il governatore ineffabile della Campania: “I senatori del Sud, hanno votato contro il Sud, tradendolo”. Se questi sono uomini! (Primo Levi)
Al varco, il giudizio ragionato, in dialettica aggressiva e disarmante della Giorgia Meloni, campionessa nel genere.

Foto tratta da Quotidiano del Sud

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