Il 7 Dicembre ricordiamo Sant’Ambrogio saggio e dotto e noto per la qualità di cui andava fiero: la misericordia

di Frate Domenico Spatola

Un grande uomo di Chiesa ‘esperto’ in umanità

Oggi lo festeggiano Milano e l’intera Lombardia. Il 7 Dicembre del 374, a 34 anni, fu battezzato e consacrato vescovo. Per volontà del popolo che, da governatore romano, lo aveva sperimentato “degno” (axios). Di origini germaniche (Treviri nel 340), per conto di Roma, governò il Nord Italia da Milano. Saggio e dotto lo raccontano i numerosi suoi Scritti. Di uno mi innamorai: L’Esaemeron. Commento ai “Sei giorni della Creazione”. La realizzazione dell’uomo diede a Dio, secondo Ambrogio, la stura per riposarsi. Ormai qualcuno gli avrebbe fatto esercitare la qualità di cui andava fiero: la misericordia. Altrettanto rivoluzionario, il suo ideale di Chiesa: “Casta meretrix“, la disse, per la missione di dovere accogliere tutti, santi e peccatori. Sant’Agostino, ancora manicheo, fu il discepolo illustre. Le sue omelie quaresimali lo convertirono a Cristo. Ambrogio fu intransigente con lo stesso sovrano e contro il suo fanatismo. L’imperatore Teodosio infatti a Salonicco, con pretesti di natura religiosa, aveva fatto massacrare settemila persone. Ambrogio lo fermò all’ingresso della chiesa, per una lunga penitenza. Oltre gli Scritti, eredità fu la sua liturgia, appunto dal suo nome detta “ambrosiana”. Mai assorbita, come al contrario capiterà a tante altre coeve, da quella romana. In omaggio al Patrono, ogni anno, Milano inaugura la “stagione lirica”, dal repertorio dei grandi maestri italiani, le cui opere sono state riconosciute, in questi giorni, dall’UNESCO un “bene dell’Umanità”.

Foto tratta da Il Messaggero

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