Possibile che un uomo di 102 anni per potere usufruire di trattamenti fisioterapici domiciliari gratuiti o in convenzione debba attendere un anno?

da Giacinto Vaccarella
riceviamo e pubblichiamo

La storia la racconta il figlio di un ultracentenario che potrebbe vedere riscontrata la sua legittima richiesta da qui ad un anno, col dubbio di essere ancora in vita. Non c’è, da parte dei burocrati della sanità pubblica siciliana, un po’ di insensibilità da Castello di Kafka?

Chi scrive è il dott. Giacinto Vaccarella, Questore in quiescenza, allo scopo di segnalare un ennesimo episodio apparentemente di mala sanità ma che ovviamente va oltre per il disincanto e la freddezza dimostrata della classe dirigente preposta presso gli Uffici Invalidi Civili di questa via Mariano Stabile, a Palermo. Accade che mio papà, che oggi vanta la veneranda e venerabile età di 102 anni, già oltre 25 anni orsono veniva riconosciuto invalido civile al 💯 x 💯 da un apposita Commissione e contestualmente reso beneficiario di un piccolo trattamento pensionistico supplementare c.d. di accompagnamento. Accade anche che per tutti questi anni egli non abbia mai richiesto di accedere, in nessun caso, ai benefici previsti dalla relativa Legge 104. Sennonché, stante il carico degli anni e la quasi totale assenza di capacità motoria da parte di mio papà, al fine di scongiurare inconvenienti da de cubito, mi attivavo per richiedere dei trattamenti fisioterapici domiciliari presso la Casa Famiglia “Azalea” ove soggiorna. Tutto ciò nel pieno convincimento che il Verbale redatto dall’ apposita Commissione Medica per l’accertamento delle invalidità Civili, unitamente al correlato trattamento pensionistico accessorio riconosciuto, a suo tempo, fossero requisiti definitivi e determinanti per l’accesso a prestazioni medico-sanitarie gratuite e/o convenzionate.

Purtroppo, mio malgrado, scoprivo con amarezza e disappunto che era imprescindibile un ulteriore passaggio burocratico e cioè che una Commissione preposta all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) si riunisse affinché formalizzasse il tutto per l’ottenimento di detto trattamento fisioterapico. E solamente ieri, a cospetto di una Dirigente-medico degli Uffici dell’ASP, all’uopo preposti, apprendevo che la tempistica ammonti ad almeno un anno. A fronte di una siffatta ed aggrovigliata burocrazia prontamente desistevo dal mio intendimento originario… ovviamente. Mi chiedo se una sanità così disincantata, con atteggiamenti distaccati a tutela dei bisogni primordiali dei cittadini sia affatto lontana dalla configurazione di quel concetto di prevaricazione o violenza che contraddistingue le condotte delinquenziali in genere, ispecie se coinvolgono anziani, vecchi ovvero persone fragili e vulnerabili nella vita di relazione ed in particolar modo un “centoduenne” che potrebbe vedere riscontrata la sua legittima richiesta da qui ad un anno e col dubbio di essere ancora in vita.

Foto tratta da Agenda Digitale

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