Il dibattito sui polpi: non vanno mangiati perché sono animali senzienti. Mentre i tanti altri animali che finiscono sulle nostre tavole non sono sensibili?

La verità è che questo dibattito è duro da mandare giù. Il flop degli insetti a tavola promossi dai massoni dell’Unione europea

E’ iniziato sulla rete un dibattito sui polpi. E’ giusto mangiarli? Tema complicato. Coloro i quali sostengono che i polpi non vanno portati in tavola adducono come motivazione che sono animali intelligenti e sensibili. Tesi un po’ debole. Allora è consentito mangiare animali considerati non intelligenti? Chi ha stabilito che ci sono animali insensibili? Con rispetto parlando, sembrano discorsi da Unione europea, cioè inutili e poco intelligenti. E’ di pochi mesi fa la crociata lanciata dal Governo olandese che avrebbe voluto eliminare gli allevamenti di animali di questo Paese. Risultato: la rivolta degli allevatori. Sempre qualche mese fa abbiamo assistito a un’altra pagliacciata dell’Unione europea, ovvero il maldestro tentativo di introdurre gli insetti nella dieta dei cittadini europei. Solita partenza scoppiettante dell’informazione ‘libera’ con piatti a base di insetti magnificati di qua e di là. Nel Nord Italia – che non a caso è il Nord Italia – sono venuti fuori anche panini a base non di farina di insetti (come erroneamente scritto da chi ha poca dimestichezza con la scienza e con la conoscenza delle farine) ma di insetti essiccati e macinati Insomma, lo schifo totale che solo un’Unione europea fallimentare poteva celebrare. Una campagna pro-insetti a tavola che è durata, sì e no, un mese e finita, come si usa dire in Sicilia, a fischi & piriti, cioè con un flop. Almeno in Italia è stato così ma sarà stato lo stesso nel resto d’Europa.

L’articolo di greenMe del 2021

A parte lo schifo degli insetti a tavola, la campagna ‘europeista’ è naufragata per difetto di logica e di etica. Se va presa in considerazione la tesi che bisogna abituarsi ad non uccidere gli animali, anche perché oggi le proteine vegetali possono sostituire quelle animali, non si capisce perché, al posto dei bovini, ovini caprini e via continuando bisogna mangiare gli insetti: come se gli insetti non appartenessero al regno animale! Del resto, da un’Unione europea che ha ‘santificato’ i presunti ‘vaccini’ che non vaccinano contro il Covid – ignorando che un vaccino contro un Coronavirus ad Rna non può esistere, se non nell’immaginazione affaristica delle multinazionali farmaceutiche – che cosa c’è da espettarsi? Più serio il dibattito sui polpi. Che in realtà non è nuovo. Ricordiamo un articolo del 2021 pubblicato su greenMe, il magazine di benessere, alimentazione e salute naturale, green living, turismo sostenibile. “Svolta storica nel Regno Unito! Polpi, aragoste e granchi riconosciuti come esseri senzienti”. Un articolo che ha fatto riflettere sulla nostra alimentazione che, spesso, si fonda sulla sofferenza di altri esseri viventi. E’ noto che in tanti non amano questi argomenti, perché preferiscono non pensarci. Rimozione. Però nascondere una questione che fa riflettere, almeno a una parte della popolazione umana, serve a poco. meglio affrontarla. Scrive greenMe: “Polpi, granchi e aragoste provano sofferenze. A riconoscerlo, finalmente, è il Governo del Regno Unito, che ha annunciato che inserirà queste creature marine nell’elenco degli esseri senzienti da tutelare nel disegno di legge sul benessere animale”. Da qui un lavoro svolto da un nutrito gruppo di scienziati della London School of Economics. In questo studio si sostiene che, dopo prove scientifiche inoppugnabili questi animali provano dolore. “Nel report – leggiamo sempre nell’articolo – si chiarisce che i cefalopodi (come polpi, calamari e seppie) e i decapodi (tra cui granchi, aragoste e gamberi) sono in grado di provare dolore e, di conseguenza, dovrebbero essere trattati come esseri senzienti al pari dei vertebrati (già oggetto di tutela nell’Animal Sentience Bill)”.

Le contraddizioni e le vergogne degli allevamenti intensivi

Viene da chiedersi: mentre altri animali che finiscono sulle nostre tavole non sentono dolore? Gli animali che vengono abbattuti dalle doppiette dei cacciatori provano forse piacere? I pesci che finiscono nelle reti a strascico o di posta si divertono? La verità è che un tema così delicato non può riguardare alcuni animali e ignorarne altri. E che dire degli allevamenti intensivi. Oggi conosciamo bene la sofferenza immane alla quale vengono sottoposti soprattutto i polli e i maiali, per non parlare dell’inquinamento che questi folli allevamenti intensivi provocano nell’ambiente, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, per citare due Regioni particolarmente ‘vocate’ in questa scienza della sofferenza: sofferenza alla quale questi animali vengono sottoposti, sofferenza dell’ambiente, sofferenza trasferita anche all’uomo, che diventa vittima dell’inquinamento. Non c’è nulla di naturale negli allevamenti intensivi. Solo il profitto li tiene legati all’agricoltura per motivi economici e fiscali. Incredibile, semplicemente incredibile quello che continua a succedere in Italia con la Soccidaun contratto agrario di fatto utilizzato in un’attività industriale altamente inquinante per motivi economici e fiscali. Bravissimi i nostri amici del Nord Italia sempre alla ricerca di denaro facile… Che dire, infine? Che forse gli animali marini e terrestri andrebbero trattati un po’ meglio e, magari, lasciati in pace. Sì, forse è giunto il tempo di cominciare a riflettere sul mondo animale. Sulle abitudini che ci portiamo dietro da sempre. Si può cominciare piano piano a cambiare.

Foto tratta da Essere Animali

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