Il Governo Meloni vuole tagliare le pensioni ai medici pubblici. La protesta dei sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesme che annunciano scioperi

I Governi di tutti i colori politici – dal Governo Berlusconi 2008-2011 fino all’attuale esecutivo – considerano i medici pubblici come una sorta di bancomat. Motivazione: i medici pubblici non possono scioperare perché non possono interrompere un servizio pubblico. Quindi possono essere penalizzati. Ma adesso ci sono due organizzazioni sindacali che annunciano possibili scioperi

Veramente il Governo di Giorgia Meloni, a caccia di soldi, vorrebbe tagliare le pensioni future ai medici e ai dirigenti sanitari? Già ieri il segretario politico di Siciliani Liberi, ha raccontato che una parte dei fondi del Pnrr sulla carta assegnati ai Comuni non verranno mai erogati, perché il Governo li ha utilizzati per fronteggiare evitare il default. Ora arriva la notizia che un Governo allo sbando vorrebbe tagliare le future pensioni di medici e dirigenti sanitari. Lo dicono i dirigenti di due organizzazioni sindacali, Anaao Assomed e Cimo-Fesme, che annunciano di stare lavorando a un’ampia convergenza tra tutti i medici pubblici per arrivare a dichiarare lo stato di agitazione e, in prospettiva, lo sciopero. La ‘scure’ dell’esecutivo colpisce anche i veterinari che operano nel servizio pubblico e i dirigenti sanitari che hanno già proclamato lo stato di agitazione. Il Governo, denunciano le due organizzazioni sindacali, per fare ‘cassa’, vorrebbe ridurre le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio. E’ una mossa cinica: il provvedimento andrebbe a colpire il personale anziano con una perdita dell’assegno pensionistico che varierebbe dal 5% al 25%. Il ragionamento è: tanto sono anziani, se gli ‘alleggeriamo’ un po’ le tasche. C’è il calcolo – lo ribadiamo cinico – dell’aspettativa di vita media. Insomma, se dovessero vivere a lungo sarebbero veramente fregati! Le due organizzazioni sindacali protestano anche per i tagli alla sanità pubblica. Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere che se la manovra riuscirà il prossimo anno non è da escludere un taglio generalizzato di tutte le pensioni dei medici pubblici in attività. Avete dubbi su questo?

Le altre organizzazioni sindacali, a cominciare da ‘qui quo qua’ (leggere Cgil, Cisl e Uil) che posizione assumono rispetto a questi tagli?

Sì, è veramente messa male la sanità pubblica italiana che è e rimane il bancomat dei Governi. Ricordiamo che il Governo Berlusconi 2008-2011 bloccò gli scatti di anzianità dei medici intruppandoli tra i dipendenti pubblici. Non parliamo di quello che hanno combinato il Governo di Mario Monti, il Governo di Enrico Letta, il Governo di Matteo Renzi e il Governo Gentiloni. Il primo Governo di Giuseppe Conte ha aumentato la spesa sanitaria non per tutta la sanità pubblica ma solo per il Covid. Anzi, fatti quattro conti, i tagli ai servizi sanitari ordinari sono stati più pesanti con i due Governi Conte, che si occupava della pandemia ma sguarniva gli altri reparti della sanità pubblica. Le proteste di PD e Movimento 5 Stelle sui tagli ala sanità pubblica sono solo demagogia spicciola, perché queste due forze politiche hanno letteralmente massacrato il servizio sanitario pubblico. Non è andata meglio con il Governo di Mario Monti e rischia di andare addirittura peggio con il Governo Meloni. Viene da chiedersi e chiedere: che fine hanno fatto le altre organizzazioni sindacali, a cominciare da ‘qui quo qua, ovvero Cgil, Cisl e Uil? Tutto ‘sto bordello di tagli alla sanità pubblica i Governi di tutti i colori li hanno potuti effettuare perché i medici pubblici, di fatto, sono dei “prigionieri politici”, nel senso che non possono scioperare come tutti gli altri lavoratori perché interromperebbero un servizio pubblico. Così la politica di tutti i colori ne approfitta per ‘spennarli’. Però adesso, da parte dei sindacalisti di Anaao Assomed e Cimo-Fesme leggiamo di possibili scioperi. Finalmente!

Foto tratta da L’Unità

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