Il Governo Schifani istituisce ‘L’unità di crisi sull’agricoltura’? Spedisca chi ne fa parte nelle strade a parlare con gli agricoltori. E faccia chiarezza sul grano estero arrivato a Pozzallo

Le sembra normale, presidente Schifani, che il Governo che presiede, nel pieno di una protesta popolare degli agricoltori, non abbia dato notizie sul grano estero arrivato nei giorni scorsi a Pozzallo? Sono stati effettuati i controlli sanitari? Se sì, dove sono i risultati?

Adesso che gli agricoltori siciliani cominciano a ribellarsi ai ‘banditi’ dell’Unione europea, al Governo nazionale che dal Gennaio dello scorso anno ad oggi ha riempito l’Italia di grano estero per favorire le industrie sulla pelle degli agricoltori e contro un Governo regionale siciliano totalmente inetto in materia di agricoltura, tutti sono “vicini” agli agricoltori in lotta. Qualcuno che merita di stare vicino agli agricoltori c’è, per carità, ma nella stragrande maggioranza dei casi si avverte solo una “vicinanza pelosa”. La vicinanza di chi pensa: “Ma quando la finite, agricoltori, di rompere i cabbasisi che noi ci dobbiamo fare i cavoli nostri? A noi dell’agricoltura e degli agricoltori siciliani non ce ne può fregare di meno e in questo siamo in linea con il Governo romano di Giorgia Meloni e con la Ue. Tra poco più di quattro mesi si vota per le elezioni europee e noi ci dobbiamo prendere i vostri per poi farci i fatti nostri come abbiamo sempre fatto. Lo diceva Federico De Roberto ne I Viceré: ‘Fatta l’Italia ora facciamoci i fatti nostri’. E noi questo vogliamo continuare a fare. Ma se voi non la smettete di protestare come facciamo a ‘incaprettarvi? Cercate di capirci, agricoltori siciliani, fate i buoni, lasciatevi ‘incaprettare’…”.

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Ecco la Regione siciliana del bla bla bla: “Il Governo regionale – leggiamo in un comunicato stampa – ha istituito l’Unità di crisi sull’agricoltura con l’obiettivo di fronteggiare le gravi difficoltà che il settore sta vivendo in Sicilia, come nel resto d’Europa. A presiederla sarà l’assessore regionale al ramo, Luca Sammartino. La prima riunione è prevista per martedì 6 febbraio alle 15 a Palazzo d’Orléans, alla presenza del presidente della Regione, Renato Schifani. Ne faranno parte, oltre all’assessore, i dirigenti generali dei dipartimenti Agricoltura, Attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico (Dasoe), Acqua e rifiuti e Protezione civile, oltre al segretario generale dell’Autorità di bacino. Questi i principali compiti assegnati alla Commissione: ricevere le segnalazioni delle aree più colpite (ad esempio gli allevamenti senza acqua) e richiedere l’eventuale intervento della Protezione civile, coinvolgendo anche i Comuni; individuare la necessità di deroghe e provvedimenti che derivano dallo stato di crisi, che bloccano altri percorsi come, per esempio, l’agricoltura biologica; inglobare le strategie di adattamento climatico dell’agricoltura nei bandi del Piano strategico della Politica agricola comune (Psp), analizzando gli effetti del Pnrr e valutando la cancellazione di sussidi ambientalmente dannosi (come quelli su gasolio agricolo, meccanizzazione elettrica, acque reflue, ecc). La Commissione è aperta al confronto con le associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e rappresentanti del settore agricolo. Siamo vicini al mondo dell’agricoltura – dice il presidente Schifani – che rappresenta un settore chiave dell’economia, con grandi potenzialità, soprattutto in Sicilia, regione che vanta eccellenze che ci vengono riconosciute in tutto il mondo. Siamo consapevoli che i problemi che attanagliano gli agricoltori spesso hanno cause endogene. Le politiche europee, infatti, non sono state all’altezza di valorizzare le produzioni italiane, soprattutto quelle meridionali, e la globalizzazione ha fatto il resto. Ma – continua Schifani – come Governo regionale siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario per affiancare gli agricoltori e gli allevatori in quella che speriamo possa essere un’inversione di tendenza, a livello nazionale ed europeo”. 

A creare i problemi sono i prodotti agricoli esteri che invadono la Sicilia nel nome della criminale globalizzazione dell’economia imposta di ‘banditi’ di un’Unione europea ultra-liberista e globalista al servizio delle multinazionali e degli Stati Uniti d’America

Egregio presidente Schifani: associazioni di categoria e organizzazioni sindacali – supponiamo si riferisca alle organizzazioni agricole Coldiretti, Cia e Confagricoltura – non rappresentano gli agricoltori siciliani in lotta per il proprio futuro: rappresentano se stesse e gli agricoltori siciliani illusi che ancora gli vanno dietro. Se lei, presidente, vuole fare qualcosa di utile per gli agricoltori siciliani e per i cittadini siciliani ci dica se avete effettuato i controlli sul grano estero che è arrivato nei giorni scorsi nel porto di Pozzallo; renda noti i risultati di questi controlli sanitari con la firma di chi li ha effettuali; dopo che avrete reso noti i risultati di queste analisi capirete perché è necessario che ci sia la firma di chi li ha effettuati. Se non avete effettuato tali controlli spiegate dove verranno commercializzati i derivati di questo grano estero arrivato nel porto di Pozzallo: avete il dovere di dire la verità su questo grano. Egregio presidente Schifani, i veri problemi dell’agricoltura siciliana, contrariamente a quello che si legge nel comunicato, non hanno “cause endogene”: al contrario, hanno cause esogene: a creare i problemi sono i prodotti agricoli esteri che invadono la Sicilia nel nome della criminale globalizzazione dell’economia imposta dai ‘banditi’ di un’Unione europea ultra-liberista e globalista al servizio delle multinazionali e degli Stati Uniti d’America. Sappia che i problemi ‘endogeni’ che dipendono dagli agricoltori siciliani possono essere risolti benissimo dagli stessi agricoltori; invece i problemi ‘endogeni’ che dipendono da un assessorato regionale all’Agricoltura utilizzato per ‘produrre’ consenso elettorale e non certo per aiutare gli agricoltori li deve risolvere lei, presidente, e non gli agricoltori, mandando a casa un assessore – Luca Sammartino – che fino ad oggi, a parte le passerelle sui fondi europei, ha brillato solo per grande inefficienza. Se l’Unità di crisi sull’agricoltura che sta istituendo vuole fare qualcosa di utile, ebbene, mandi chi ne fa parte nelle strade e nelle piazze a raccogliere le istanze degli agricoltori in lotta. Il resto è inutile e stucchevole retorica.  

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