Il ritorno dei Forconi che puntano all’Indipendenza della Sicilia e il progetto di un nuovo partito degli agricoltori della nostra Isola

Finalmente i Siciliani si stanno svegliando dopo un lungo letargo

Ci sono due notizie politiche che danno qualche speranza a una Sicilia addormentata. Dal mondo agricolo dell’Isola sembra che finalmente stia prendendo forma l’ipotesi di dare vita a un nuovo soggetto politico. Sono tornati anche i Forconi siciliani che stamattina a Palermo hanno dato vita a una conferenza stampa. Due iniziative separate, che comunque danno il segno che la società isolana si va svegliando.

L’Indipendenza della Sicilia? In disegno di legge sull’Autonomia differenziata, se approvato, giustificherà la richiesta di Indipendenza della Sicilia e, in generale, di tutto il Sud

Cominciamo con i Forconi. Non abbiamo potuto partecipare alla conferenza stampa dei Forconi. Abbiamo letto il programma imperniato sul rilancio dell’Indipendentismo siciliano, anche se non manca qualche perplessità. Interessante il progetto di un referendum per chiedere ai siciliani se sono d’accordo o meno sull’indipendenza della nostra Isola. I protagonisti del rilancio dei Forconi sono convinti di poter raccogliere oltre 500 mila firme per presentare la richiesta di referendum. E’ percorribilela strada di un referendun popolare per chiedere ai siciliani se sono d’accordo a distaccarsi dall’Italia? Qualche perplessità non manca. Certo, se i Forconi riusciranno, oltre a raccogliere oltre 500 mila firma e a portare in piazza il popolo siciliano il discorso cambierebbe. Si trattarebbe di un’autonomia spinta o di una secessione? Un fatto è certo: l’Autonomia differenziata in discussione nel Parlamento nazionale – che fatti quattro conti punta a scippare altri 60-70 miliardi di euro alle Regioni del Sud Italia e alla Sicilia – apre anche il dibattito non soltanto sull’Indipendenza della Sicilia ma anche dell’Indipendenza di tutto il Sud Italia a oltre 160 anni dall’invasione dei piemontesi. Non bisogna dimenticare che la sceneggiata dell’invasione dei mille di Garibaldi in Sicilia e poi nel Sud Italia è stata effettuata in violazione del Diritto Internazionale. Sono passati, come ricordato, oltre 160 anni, ma gli eccidi perpetrati dai Savoia nel Sud e in Sicilia non sono stati dimenticati, semmai sono stati denunciati da intellettuali e scrittori del Sud e della Sicilia con libri di grande successo.

Incomprensile l’idea dei Forconi di eliminare il denaro contante in favore dei pagamenti elettronici. La libertà dei siciliani la si ottiene con l’esatto contrario

Poco convincente, invece, la parte economica del programma presentato dai Forconi. Passi la creazione di una Banca siciliana, supponiamo pubblica: ciò presuppone non soltanto la secessione dall’Italia ma anche l’addio all’Unione europea. Del resto, una volta conquistata l’Indipendenza dall’Italia l’addio all’Unione europea sarebbe matematico, ammesso che la stessa Unione europea resista ai disastri del tempo che stiamo vivendo. Non è da escludere, infatti, che con la guerra in Ucraina l’Unione europea si dissolva: e sarebbe un fatto estremamente positivo. Incomprensibile, invece, almeno per noi, l’idea di eliminare la moneta contante da sostituire del tutto con la moneta elettronica. Un’idea che va in direzione opposta alla libertà propugnata dai Forconi. La moneta elettronica segna il dominio delle banche che, con le transazioni effettuate con carte di credito e bancomat, guadagnano una barca di soldi a spese dei cittadini. Non c’è bisogno di essere matematici o economisti per comprendere che con il denaro contante le banche si mettono a ‘dieta’ e i cittadini sono liberi di acquistare ciò che vogliono senza perdere denaro e senza essere controllati. E’ palese che la moneta elettronica, oltre ad assicurare, come già accennato, utili alle banche, è una forma di controllo che il potere esercita sui cittadini attraverso le banche. Su questo punto forse i protagonisti del ritorno dei Forconi dovrebbero riflettere.

Il post di Franco Calderone sul nuovo partito politico degli agricoltori

Andiamo al nuovo partito degli agricoltori. Ne parla in un post Franco Calderone (foto sopra), tra i protagonisti delle proteste degli agricoltori siciliani. “Alla luce dei dialoghi sorti nelle varie chat entro le quali sono presente e rilevando che la politica attuale non è in grado di gestire e garantire la sussistenza e la sicurezza alimentare delle aziende agricole e dei consumatori – scrive Calderone – ritengo indispensabile, coerentemente con quanto affermo ormai da un bel po’ di tempo, cominciare a costruire un partito degli agricoltori e dei consumatori. Un partito separato dall’ attuale politica partitica e che guardi al futuro. La base sarà un atto costitutivo ed uno statuto che verranno concordati con tutti coloro che vorranno farne parte e che vorranno dare il loro apporto culturale ed intellettivo. Parlo di un partito orizzontale, dove chiunque potrà ricavarsi uno spazio ed ove saranno prese le decisioni dopo averle sottoposte alla base degli iscritti. Per arrivare a questo bisogna costituire legalmente un’ associazione che poi si trasformerà in partito politico. Saranno costituite delle commissioni tematiche che poi produrranno lo statuto. Ritengo che questa sia oramai una strada obbligata da percorrere, e che ognuno di noi dovrà dare l’apporto di cui è capace. Dovremo stabilire i campi di azione, fare le analisi e proporre le soluzioni ai problemi. Niente chiacchere ma fatti. Il tempo delle lamentele è ormai finito, attiviamoci tutti”.

Mettere fuori dalle chat degli agricoltori chi semina zizzania e dubbi circa il progetto di un nuovo partito degli agricoltori

“Ritengo inoltre indispensabile – prosegue Calderone – fare partire il progetto prima delle elezioni europee, dato che potremmo avere un risalto mediatico notevole. Sarebbe un modo per squalificare la politica partitica attuale e creare l’attesa per ciò che costruiremo. Questa è la svolta che dobbiamo attuare, possiamo programmare una riunione a centro Sicilia oppure riunioni provinciali, entro le quali individuare le persone che dovranno elaborare il nostro progetto. Ritengo inoltre utile bloccare qualsiasi altro post in attesa che ci si pronunci su questa mia proposta, perciò verranno momentaneamente sospesi e cancellati tutti i post non facenti riferimento a questo percorso. Grazie a tutti per l’attenzione. Adesso vedremo – conclude Calderone – chi vorrà continuare a chiacchierare e lamentarsi inutilmente e chi vorrà veramente attivarsi per raggiungere l’obiettivo di organizzare una nuova società che valorizzi gli agricoltori, i consumatori, le famiglie ed i giovani”. Che dire? Che fino ad oggi gli agricoltori siciliani hanno perso tempo. Ovviamente, i partiti politici siciliani e le vecchie organizzazioni agricole sguinzaglieranno subito i loro tirapiedi, che si sono già da tempo infiltrati nelle chat degli agricoltori, per bloccare ogni forma di indipendenza degli agricoltori dalla vecchia politica e dal vecchio sindacalismo agricolo parassitario. Diamo un consiglio: coloro i quali sono d’accordo con il progetto debbono mettere fuori dalle chat i dissenzienti. Del resto: se non sono d’accordo con il progetto perché tenerli nelle chat? Per continuare a dargli l’opportunità di seminare zizzania e dubbi? Diranno che siete stalinisti? Fregatevene. La strada del nuovo partito degli agricoltori è quella giusta. Anche se all’inizio ci saranno poche adesioni bisognerà andare avanti.

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