In Polonia gli agricoltori per protesta gettano nelle strade il grano ucraino. In Italia grazie all’attuale Governo il grano ucraino ha fatto crollare il prezzo del grano duro di Sud e Sicilia

Il Governo polacco ha tutelato i propri agricoltori. Il Governo italiani ha affossato gli agricoltori italiani, a cominciare dai produttori di grano duro di Sud e Sicilia

“Gli agricoltori polacchi, come parte di una protesta nazionale, hanno versato grano dai camion ucraini al checkpoint di Dorohusk. Gli agricoltori stanno bloccando le strade e gli accessi ai valichi di frontiera con l’Ucraina. Una delle loro richieste principali è quella di fermare l’importazione di prodotti agricoli dall’Ucraina. Il sindaco di Leopoli li ha definiti ‘provocatori filo-russi’”. La notizia che leggiamo in un canale Telegram, corredata dalla foto che vedete sopra Tratta da un canale Telegram, non ci stupisce. La Polonia è uno dei cique Paesi dell’Unione europea – per la precizione Europa dell’Est – che non ne vuole sapere di grano ucraino (gli altri quattro Paesi sono la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania e la Bulgaria). L’Unione europea vieta tassativamente a un Paese Ue di rifiutare le importazioni, perché questo viola il libero scambio, principio cardine dell’Europa ultra-liberista e globalista che, è noto, è al servizio delle multinazionali e degli Stati Uniti d’America. Ma la Polonia e gli altri quattro Paesi dell’Europa dell’Est se ne stanno tecnicamente ‘sbattendo i cabbasisi’ della Commissione europea e, in generale, dell’Unione europea. Il blocco delle importazioni di grano ucraino va avanti dall’Agosto della scorso anno, a parte una brivissima interruzione. Tra l’altro, si lamenta anche una pessima qualità del grano ucraino, duro e tenero, inquinato da quasi due anni di bombardamenti (ricordiamo che i contaminanti che si liberano con l’esplosione delle bombe vengono trascinati dagli agenti atmosferici: si chiama effetto deriva e non riguarda solo i pesticidi ma anche altri inquinanti).

Il fiume di grano ucraino arrivato in Italia, insieme con il grano canadese e, in minima parte, russo ha fatto crollare il prezzo del grano italiano. Un disastro per il grano duro del Mezzogiorno d’Italia

L’Ucraina, per sua fortuna, ha trovato un grande mercato di sbocco per il proprio grano – duro e tenero – in Italia, grazie all’attuale Governo nazionale che, dal Gennaio dello scorso anno, ha fatto entrare nel nostro Paese montagne di grano ucraino, il solito grano canadese e anche grano russo contrabbandato come grano proveniente dalla Turchia. Questo fiume di grano estero a basso prezzo ha fatto crollare il mercato del grano in Italia, creando danno notevoli ai produttrori di grano duro del Sud Italia e della Sicilia. Morale: i Governo di Polonia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania hanno tutelato i produttori di grano dei loro rispettivi Paesi. mentre l’attuale Governo italiano ha affossato i produttori di grano italiani e, segnatamente, gli agricoltori di Sud e Sicilia che coltivano grano duro.

Dal Gennaio dello scorso anno ad oggi non c’è stato un solo partito politico italiano che ha difeso l’agricoltura italiana contestando l’invasione di grano ucraino. I politici che oggi dicono di difendere l’agricoltura cercano solo voti

In questo momento ci sono politici che stanno cercando di strumentalizzare la protesta degli agricoltori italiani e, in particolare, siciliani. Si tratta di pagliacciate. Ricordiamo ai lettori e agli agricoltori che, a partire dal Gennaio dello scorso anno, non c’è stato un solo partito politico – nel Parlamento nazionale e in Assemblea regionale siciliana – che ha denunciato l’invasione di grano estero in Italia e in Sicilia, i danni arrecati agli agricoltori siciliani e i dubbi sulla qualità del grano ucraino, duro e tenero. Il problema riguarda la pasta (che si produce con il grano duro), i dolci industriali e artigianali (che si producono con il grano tenero) e il pane (che si produce con grano duro e grano tenero). Coloro i quali vanno dietro a queste pagliacciate politiche non fanno gli interessi degli agricoltori che producono grano in Italia. Lo stesso discorso vale per la Sicilia: chi va dietro ai politici siciliani che dicono di difendere l’agricoltura non fa gli interessi degli agricoltori siciliani.

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