Un anno fa in Sicilia un corso di Formazione professionale per ‘sostenere’ l’emigrazione dei giovani siciliani. Va bene così?

L’esperienza verrà ripetuta anche quest’anno?

Ci fu un tempo, in Sicilia, quando la politica era ancora politica, in cui la Formazione professionale era pubblica e perseguiva non soltanto l’interesse pubblico ma formava giovani che trovavano lavoro in quello che un tempo si definiva il “Tessuto produttivo” della nostra Isola. Un omaggio linguistico all’istologia che aveva anche una significazione sociologica. Certo, allora come oggi – in verità molto meno di oggi, perché oggi, in Sicilia, di economia vera ce n’è molto poca rispetto al passato – l’economia non brillava, così la Formazione professionale gestita dagli Enti formativi storici, accompagnava, se così si può dire, l’economia che c’era: poche industrie, molto artigianato e terziario classico. C’erano dei limiti? Certo. Ma erano, in buona parte, limiti legati al contesto economico di quegli anni che – lo ribadiamo – era decisamente migliore del contesto economico di oggi dove a trionfare è l’assistenzialismo (vedere Reddito di cittadinanza), il precariato nella pubblica amministrazione (altra forma di assistenzialismo), l’assalto alle Aziende Sanitarie Provinciali e alle Aziende ospedaliere, tra precari stabilizzati e precari che, alla fine, sono tra i responsabili delle basse retribuzioni del personale medico (una forma clientelare di redistribuzione del reddito a scapito non soltanto del personale medico ma anche dei cittadini siciliani ai quali viene offerto un servizio sanitario pubblico sempre più scadente). Nel complesso, la Formazione professionale di allora formava giovani che trovavano lavoro in Sicilia potenziando aziende che pagavano le imposte in Sicilia. Oggi, invece, come vedremo, la Formazione professionale siciliana forma anche giovani pronti a emigrare, per trovare lavoro presso aziende che pagano le imposte fuori dalla Sicilia. Una ‘genialata’!

I danni economici e sociali provocati dalla privatizzazione della Formazione professionale siciliana 

La Formazione professionale, soprattutto in una Regione del Sud come la Sicilia ad alto tasso di dispersione scolastica diventa un elemento strategico. Concetto che, nella seconda metà degli anni ’90, è stato pressoché impossibile illustrare agli esponenti di centrodestra – soprattutto agli esponenti di Forza Italia che allora erano novizi della politica – che hanno iniziato il processo di privatizzazione della Formazione professionale siciliana. In un’area ad alta dispersione scolastica se non funzione la Formazione professionale aumentano emigrazione e precariato. Che è quello che è avvenuto in Sicilia a partire dai primi anni 2000. Se poi si aggiunge la crisi finanziaria del sistema degli Enti locali – Regione, Province e Comuni – il fenomeno si accentua e vanno via anche i giovani laureati: che è quello che succede in Sicilia e nel Sud da tempo. E se un tempo, come segnalava lo scrittore Leonardo Sciascia, ad andare verso il Nord Italia era “la linea della palma” – una metafora per indicare mafia e malaffare – adesso verso al Nord sta arrivando a grandi falcate il sottosviluppo economico: l’Autonomia differenziata tanto agognata dalla Lega di Matteo Salvini e Roberto Calderoli (con il corollario degli ‘ascari’ leghisti meridionali e siciliani) non è altro che un demenziale tentativo di salvare il Nord Italia dalla povertà che avanza scippando al Sud e alla Sicilia altri 60-70 miliardi di euro all’anno: un’illusione, perché ormai nel lager dell’Unione europea dell’euro il Nord Italia è la periferia della Germania.

Formare i giovani siciliani per aiutarli ad emigrare

Ma stiamo divagando. Torniamo alla Formazione professionale. Dicevamo di una Formazione professionale siciliana in parte ormai slegata da un’economia siciliana in dissoluzione. Così la Regione siciliana ha deciso di formare giovani pronti per andare a lavorare altrove. Leggiamo insieme un comunicato stampa della Regione siciliana – per la precisione, dell’assessore alla Formazione professionale siciliana Mimmo Turano, sulle nuove ‘frontiere’ della Formazione professionale in salsa sicula: “Saranno quattro i corsi finanziati dalla Regione siciliana con le risorse del Fondo sociale europeo per la formazione del personale destinato alle navi di Costa Crociere. L’obiettivo è quello di formare quattro diverse figure professionali da inserire a bordo delle navi Costa: animatore, animatore bambini e ragazzi, tecnico dell’intrattenimento e addetto alle escursioni. I posti a disposizione saranno 15 per ognuno dei quattro corsi, finanziati attraverso l’ex Avviso 33/2019 ‘Formazione per la creazione di nuova occupazione. Gli studenti selezionati avranno la possibilità di accedere a una formazione di assoluta eccellenza, che prevede 300 ore d’aula e 90 di stage, nella sede di Palermo della Global Service for Enterprises. Al termine dei corsi, Costa Crociere si impegna ad assumere a bordo delle sue navi, con contratto a tempo determinato rinnovabile, almeno il 55% degli studenti idonei”.

Foto tratta da Palermo Today

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *