Israele che attacca gli abitanti della Striscia di Gaza come il leone distratto che vuole farla pagare al topolino. Ricordino che violenza chiama violenza

di Frate Domenico Spatola

Non tutti sono Hamas, che per altro sono infiltrati da altri Paesi “canaglia”

Ce l’ha in trappola e lo guarda ringhioso. Gaza è la gabbia. Il topolino ha sorpreso il leone distratto, e questi offeso mostra i muscoli per fargliela pagare. Cara. Gli ha tolto la luce, il gas, ma prima ancora terreno e spazio vitale. Caro leone, non puoi pensare che la tua preda non provi a difendersi, l’ha fatto nel modo peggiore, richiamando l’attenzione del mondo su un problema che tu non hai voluto risolvere, perché alle tue condizioni qualunque competitor doveva soccombere. Se non dai la mano, ma ostenti il pugno di ferro non fermi l’ingiustizia. Violenza chiama violenza, e la catena di vendetta richiama quella di Lamec: “Settanta volte sette”. Trovate l’accordo sulla giustizia e i diritti che ogni popolo ha di autodeterminazione. Ci sono bimbi, anziani, gente inerme anche dall’altro lato. Non tutti sono Hamas, che per altro sono infiltrati da altri Paesi “canaglia”. Papa Francesco vi implora perché si abbia compassione. La migliore vendetta sarà il perdono, e il cruento martirio dei giusti innocenti, con il loro sangue, avranno favorito la realizzazione di un’era di pace, di cui sogniamo l’avvento. Non ci bastava l’Ucraina, oggi anche Gaza, striscia sempre più minuscola e minore spazio vitale, per tanta gente costretta a vivere in ambiti spregiatamente resi soffocanti, e ora anche senza cibo e senza acqua. Il sangue di Abele lancia forte il suo grido.

Foto tratta da Il Quotidiano del Sud

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