La Caronte&Tourist annuncia che non gestirà più i collegamenti con le navi tra la Sicilia e le Isole Minori. Sullo sfondo l’inchiesta della Magistratura

Se non abbiamo capito male, gli abitanti delle Isole Minori della Sicilia non usufruiscono più del servizio di trasporto via nave

Non riusciamo ancora a capire se si tratta di un colpo di scena o se quello che sta avvenendo in queste ore è il frutto di copione. Fatto sta che, in questo momento, non ci sono collegamenti via nave tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi definiti impropriamente Isole Minori. Che sta succedendo? Succede che i vertici della Caronte&Tourist – la società che fino ad oggi ha gestito i servizi di collegamento via nave tra la Sicilia e le Isole Minori – hanno scritto una lettera all’amministrazione regionale, per la precisione all’assessorato regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti, annunciando di non potere più gestire questo servizio. “Dobbiamo purtroppo rappresentare l’impossibilità di assumere nuovi impegni contrattuali a fronte delle modalità di attuazione, da parte del PM e della GdF delegata, del sequestro preventivo disposto a nostro carico con decreto del 23 Maggio scorso emesso dal GIP del Tribunale di Messina”, si legge in un comunicato della Caronte&Tourist. Se non abbiamo capito male, da questo momento gli abitanti delle Isole Minori della Sicilia non usufruiscono più del servizio di trasporto via nave. Nel comunicato – che ovviamente rappresenta la versione dei fatti da parte della società – si legge che nella “tarda serata di ieri, Caronte & Tourist Isole Minori ha risposto, per il tramite del consorzio SNS, all’assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità che aveva urgentemente invitato la società a dare il proprio assenso all’inserimento dei servizi integrativi regionali a mezzo nave traghetto in relazione alle tratte con le Isole Eolie, Egadi, Ustica e Pantelleria come estensione della convenzione col Ministero dei Trasporti a partire dall’11 Ottobre”.

La Regione siciliana più ‘integrare’ con propri fondi un servizio dello Stato?

Confessiamo che siamo un po’ confusi. Intanto rispunta la sigla SNS, che sta per Società di Navigazione Siciliana, una società consortile che vede insieme i gruppi Morace e Franza. I Morace gestiscono i trasporti con gli aliscafi e altri mezzi di trasporto marittimo veloci (Liberty Lines), i Franza operano con le navi (la citata Caronte&Tourist). La SNS, dopo aver rilevato la Siremar, è stata ‘spacchettata’ (come potete leggere qui), ma ogni tanto torna in auge. Ma non è tanto il ritorno della sigla SNS che ci ha colpiti, quanto un passo del comunicato dove si legge dell’inserimento di “servizi integrativi regionali a mezzo nave traghetto in relazione alle tratte con le Isole Eolie, Egadi, Ustica e Pantelleria come estensione della convenzione col Ministero dei Trasporti a partire dall’11 Ottobre”. Ci chiediamo e chiediamo: la Regione siciliana può integrare con propri fondi un servizio dello Stato? Attenzione: la nostra è solo una domanda rispetto a quella che appare come un’anomalia.

Le tappe di questa tormentata vicenda giudiziaria viste dalla parte della società che gestisce il servizio di trasporto via mare con le navi

Torniamo al comunicato della società messinese che fino ad oggi ha gestito il servizio di trasporto via nave tra la Sicilia e i propri arcipelaghi: “Nella comunicazione, C&T IM ripercorre le tappe di una vicenda che trae origine dal sequestro, avvenuto lo scorso Giugno, di beni immobili, navi, crediti e partecipazioni per una cifra totale di quasi 29 milioni di euro con contestuale fermo di tre navi”. Navi che, a parere della società, sono “munite di tutte le certificazioni di legge” e “adibite ai servizi regionali”. “Va ricordato – prosegue il comunicato – che a ciò era seguita la risoluzione anticipata per ‘impossibilità sopravvenuta’ dei contratti con la Regione per le linee da e verso le Eolie, le Egadi e Ustica, assicurandosi tuttavia una prosecuzione del servizio con altre navi fino al 30 Settembre, in regime di libero mercato, ossia senza percepire alcun contributo pubblico. Ciò, per non creare ulteriori disagi alle comunità isolane e nel contempo per consentire alla Regione di avviare le procedure necessarie affinché il trasporto verso le Isole Minori potesse essere regolarizzato. Cosa che la Regione ha prontamente posto in essere, indicendo le relative gare d’appalto e inviando le richieste di manifestazione d’interesse che però – per quanto se ne sa – non hanno avuto seguito”.

La polemica sul sequestro operato dalla Magistratura

“A impedire alla società l’assunzione di nuovi impegni con l’Ente Regionale, in una situazione comunque delicata e complessa – leggiamo sempre nel comunicato di Caronte&Tourist – è stata un’ulteriore iniziativa, sempre della GdF d’intesa con il PM responsabile dell’esecuzione della misura, che ha visto sequestrare un’ulteriore somma in denaro di 2,8 milioni di euro che la Regione si accingeva a pagare all’azienda messinese per i servizi resi nel secondo trimestre del 2023 per i lotti relativi a Pantelleria e alle Pelagie (non interessate dal procedimento penale), al contempo liberando l’equivalente valore di una delle navi sequestrate (il cui utilizzo è rimasto comunque inibito)”. Nella lettera all’assessorato, la società ricorda come “con istanza del 3 Ottobre 2023, aveva chiesto all’Autorità Giudiziaria che ‘le operazioni di sequestro venissero immediatamente e definitivamente chiuse, rappresentando l’assoluta illegittimità di questo modus operandi, in specie quello della sostituzione continua e progressiva di beni già appresi con crediti e importi di denaro che ammontano a 29 milioni affluiti successivamente alla prima esecuzione della misura’, Ma aveva anche rappresentato che ‘la pendenza sine die del sequestro impedisce la necessaria prevedibilità e programmabilità dell’attività d’impresa’. L’istanza è stata respinta dal GIP il 9 Ottobre scorso e ciò ha determinato, scrivono ancora gli Amministratori di C&T IM, una situazione di ‘incertezza circa gli sviluppi del sequestro’ che impedisce ‘di svolgere il doveroso monitoraggio sull’andamento economico-finanziario dell’impresa e adottare le decisioni gestionali’ imposte dalla normativa e dal dovere di diligenza e prudenza”.

Chi è che gestirà questo servizio?

Ricordiamo ancora una volta che in questo comunicato si rappresenta la posizione della società, che definisce “illegittimo” il modo di operare della Magistratura. Con tutto il rispetto per la società, a noi sembra piuttosto strano, se non improbabile, che la Magistratura compia atti illegittimi! Ma la società insiste nella propria linea: “Infatti – leggiamo sempre nel comunicato – a prescindere dalla illegittimità del sequestro e delle sue modalità di esecuzione – illegittimità che la società sta censurando in ogni competente sede giudiziaria – resta il fatto obiettivo che il proposito (formalizzato nel suindicato ultimo provvedimento del GIP) di sottoporre a sequestro tutte le somme che la società dovesse introitare fino al raggiungimento dell’importo indicato nel decreto di sequestro, comporta l’inevitabile conseguenza che essa dovrebbe svolgere la propria attività, sopportandone i costi (ingentissimi), ma senza potere contare sui ricavi (che sarebbero oggetto di sequestro): cosa che – ovviamente – non solo è inesigibile e impraticabile, ma anche non consentita dalla legge. Da qui, dunque, la comunicazione dell’impossibilità ‘allo stato attuale (fatto salvo ovviamente ogni provvedimento di annullamento, revoca o modifica del sequestro, sempre auspicato) di assumere nuovi impegni contrattuali’, perché, rebus sic stantibus, deve prevedersi che – per i motivi suesposti – essi non potrebbero essere adempiuti. Ma anche perché permane ‘l’indisponibilità delle navi Helga, Ulisse e Bridge, ancora sottoposte a sequestro impeditivo nonostante la regolarità delle certificazioni possedute, senza le quali sarebbe difficilmente attuabile la totalità dei servizi richiesti”. Resta una domanda: chi gestirà, adesso, il servizio di collegamento con le navi tra la Sicilia e le Isole Minori? Ricordiamo che, spesso, i migrati che sbarcano a Lampedusa – e adesso anche a Pantelleria – vengono trasferiti in Sicilia con le navi della Caronte&Tourist. Per non parlare, ovviamente, dei disagi per gli abitanti degli arcipelaghi siciliani.

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