Hamas, Israele e la politica estera italiana che passa da Moro, Andreotti e Craxi alla bandiera israeliana che illumina la sgangherata Sicilia…

Sposare una tesi a scapito dell’altra, come ha fatto il Governo regionale siciliano, illuminando Palazzo d’Orleans con la bandiera israeliana, è stato un errore che democristiani e socialisti non avrebbero mai compiuto

Aldo Moro, Giulio Andreotti e, soprattutto, Bettino Craxi. Quando l’Italia era governata da questi uomini statisti la politica estera italiana nel Medio Oriente riusciva, senza offendere Israele, a tenere viva la questione palestinese. Attentati e guerre, tra arabi e israeliani, ci sono sempre stati, magari non come l’attacco di Hamas ad Israele di questi giorni. Anche se, a dir la verità, il massacro di Sabra e Shatila, del 1982, compiuto dalle Falangi Libanesi e dall’Esercito del Libano del Sud, con la complicità dell’esercito israeliano, non fu da meno, se è vero che provocò secondo alcuni osservatori un migliaia di morti, secondo altri osservatori oltre 3 mila e 500 morti. Tutte vittime civili, prevalentemente sciiti libanesi e palestinesi (qui per saperne di più sulla strage di Sabra e Shatila). Nulla contro Israele, per carità, ma illuminare, a Palermo, Palazzo d’Orleans, sede del Governo siciliano, con la bandiera israeliana, non è stata una trovata geniale. E’ sbagliato l’atto in sé, perché da quando l’ONU, con una delle sue prime risoluzioni, nel 1947, approvò un piano di partizione della Palestina che prevedeva la costituzione di uno Stato ebraico e di uno arabo, ci sono stati attentati da una parte e dall’altra. Sposare una tesi a scapito dell’altra, come ha fatto il Governo regionale siciliano, è stato un errore che democristiani e socialisti non avrebbero mai compiuto.

Quando il Governo regionale di Rino Nicolosi venne ricevuto in una tenda nel deserto da Gheddafi

Moro e Andreotti hanno sempre cercato di mediare nella questione arabo-israeliana. Ed era una linea politica coraggiosa, perché erano gli anni in cui gli americani chiedevano agli alleati un’adesione cieca alle ragioni di Israele. Lo scontro tra arabi e israeliani ha giocato un ruolo importante nelle politiche mediterranee. Cosa abbiamo saputo, fino a prima dell’avvento della rete, della Libia di Gheddafi? I mezzi di informazione dell’epoca – in testa la televisione, vera e propria rovina degli ultimi cinquant’anni – ci raccontavano che Gheddafi era un despota, un criminale, un esagitato. Tutto falso. Sin dai primi anni ’80 Andreotti e Craxi – Moro era stato ucciso nel 1978, in un contesto internazionale nel quale campeggiano tante ombre, dagli anglosassoni ai francesi, fino alla questione palestinese – hanno ridisegnato i rapporti con la Libia di Gheddafi, con il solito ostracismo degli Stati Uniti d’America. Alla fine degli anni ’80 il Governo regionale siciliano presieduto da Rino Nicolosi, di comune accordo con il Partito Socialista, contravvenendo allo ‘spirito’ del Patto Atlantico, si recò in visita nella Libia di Gheddafi. I ricordi di quegli anni ci consegnano il presidente Nicolosi e l’allora assessore regionale socialista, Turi Lombardo, seduti in una tenda con Gheddafi nel cuore del deserto. Non mancarono le polemiche, con l’accusa alla Regione siciliana di “fare politica estera”. Accuse stupide, perché Nicolosi e Lombardo operavano nel solco dello Statuto autonomistico siciliano. Peraltro con l’appoggio dei rispettivi partiti, DC e Psi. Non c’è nemmeno bisogno di aggiungere che Andreotti e Craxi ne hanno viste di tutti i colori. Idem per Nicolosi e Lombardo.

Meglio non vedere quello che va in scena oggi

Cosa vediamo, oggi? Di tutto e di più. Abbiamo già sottolineato l’errore della politica siciliana che illumina il Palazzo del proprio Governo con la bandiera di Israele. Ma vediamo, anche, tanta ipocrisia da parte dell’Italia: basti pensare che il nostro Paese va avanti con il gas che arriva dall’Algeria, un Paese schierato con Hamas! Se Moro, Andreotti e Craxi – e in Sicilia i democristiani e i socialisti che nella seconda metà degli anni ’80 governavano la Regione siciliana -riuscivano a godere del rispetto, anche se sofferto, di Israele e del rispetto dei palestinesi, oggi la politica italiana riesce ad essere poco convincente sia con Israele, sia con i palestinesi. Senza offesa per nessuno, non esageriamo se scriviamo che all’attuale politica estera italiana manca la lungimiranza dei democristiani e il coraggio dei socialisti craxiani. Mancano le cose più importanti.

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