La francese Michelin dà il benservito ai tedeschi e si sposta in Polonia. Ma la Ue non è stata voluta per fare stare in pace Germania e Francia? Mah…

In economia si chiama delocalizzazione. La Germania, che di fatto ha imposto a una sempre più sgangherata Unione europea il “mercato senza fine” della follia ultra-liberista e globalista, adesso ne comincia a subire le conseguenze

La notizia di qualche giorno fa la leggiamo sull’ANSA: “E’ in vista una ristrutturazione delle attività Michelin in Germania, con una ‘cessazione graduale delle attività entro il 2025’ nei due stabilimenti di Karlsruhe e Treves e la fine della ‘produzione di pneumatici per veicoli pesanti e di semilavorati’ nel sito di Honbourg”. Il piano di dismissione “prevede circa 1.500 tagli del personale in Germania di cui solo a Karlsruhe 600 posti di lavoro. Michelin giustifica la sua decisione con ‘un contesto di crescente pressione competitiva e di aumento dei costi di produzione e di esercizio in Germania’. Ed ha inoltre specificato che ‘le recenti crisi sanitarie e geopolitiche e le loro conseguenze sui prezzi dell’energia, della logistica e delle materie prime, nonché un elevato tasso di inflazione, hanno pesato sulla competitività della Germania”. Si conclude con una stilettata ultra-liberista e globalista: “Michelin prevede inoltre di trasferire in Polonia il centro di assistenza clienti dedicato ai mercati di Germania, Austria e Svizzera che attualmente si trova a Karlsruhe“.

L’Unione europea, al di là delle stupidaggini che hanno raccontato, non ha mai avuto nulla di culturale. E’ stata voluta per mere ragioni economiche dalla Germania che l’ha imposta ora con promesse fallaci, ora con ricatti. Ma oggi va in scena una mezza nemesi storica

Per la Germania, che ha inventato la moneta unica europea a immagine e somiglianza del marco tedesco e che ha imposto la folle logica ultra-liberista e globalista a una sgangherata Unione europea, si tratta di una mezza nemesi storica. Comincia a franare, sotto i colpi degli effetti economici nefasti della guerra in Ucraina, l’idea demenziale di un mercato senza fine dove potere “esportare, esportare, esportare”, come se il fine ultimo dell’uomo sia quello di “acquistare, acquistare, acquistare” beni che in massima parte non servono a una beata minchia. Il Paese che ha imposto ora con promesse fallaci, ora con ricatti (come dimenticare il ‘golpe’ del 2011 contro l’Italia) comincia piano piano a pagare qualche prezzo. La delocalizzazione arriva pure in terra tedesca, questa volta non governata ma subita. E deve fare riflettere il fatto che sia la Francia a mollare una ‘sberla’ alla Germania. Non è una notizia da nulla, se consideriamo che l’attuale fallimentare Unione europea è stata costruita dai massoni per eliminare alla radine i dissidi tra i Paesi europei, in testa Germania, Francia e Inghilterra. Tra Francia e Germania l’economia comincia ad avere la meglio sull’ideologia ‘europeista’. Per non parlare degli inglesi, che quando hanno verificato che tedeschi e francesi si facevano esclusivamente i cavoli propri, si sono chiamati fuori dalla finta Europa unita da ‘squadra e compasso’. E dire che gli inglesi non è che storicamente siano poi così estranei alla massoneria…

Foto tratta da Investing.com

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