La ‘grandiosa’ Assemblea regionale siciliana vuole trasformare i Centri storici dei Comuni in ‘isole commerciali’. Lo chiede la Ue globalista dei mercati?

La denuncia del presidente di Confimprese Sicilia, Giovanni Felice

Cosa stanno combinando in Assemblea regionale siciliana con le attività commerciali nei Centri storici dei Comuni della Sicilia? Ce lo chiediamo leggendo un comunicato del coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, Giovanni Felice. Argomento: un emendamento che punta va modificare le superfici degli esercizi di vicinato. Emendamento, supponiamo, alla legge regionale di stabilità 2024 (leggere Bilancio e Finanziaria) in questi giorni in discussione a Sala d’Ercole, provvedimento omnibus che dovrebbe essere approvato nei primi giorni del mese di Gennaio 2024. Iniziativa che Felice definisce “dannosa per il sistema commerciale siciliano”. Secondo il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, “procedere all’estensione della definizione e della superficie di esercizi di vicinato da 200 a 600 metri quadrati rappresenta un grave errore”. (sopra foto tratta da Vacanze in Sicilia)

Tutto parte da Palermo, per la precisione da via Roma. Dove già nel recente passato la politica cittadina ha ‘ammazzato’ il mercato storico della Vucciria

“Come è noto – spiega Felice (foto sopra) – uno dei motivi principali, se non l’unico, di questa modifica di legge è il caso di Palermo, e di via Roma in particolare, dove è vietato avviare attività di medie strutture nel Centro storico. Mi duole dirlo ma la strada avviata è sbagliata tecnicamente e politicamente, poiché è contro l’interesse della salvaguardia dei Centri storici, dei microimprenditori commerciali ed è un regalo esclusivo ai proprietari dei negozi ed alle catene di alimentari che vogliono aprire nei piccoli e medi Comuni. Si reagisce ad un errore del Comune di Palermo con un errore che penalizzerà l’intera Sicilia”. Se ancora non fosse chiaro, il rischio è che il glorioso Parlamento della nostra Isola trasformi i Centri storici dei Comuni siciliani in concentrazioni commerciali, magari privilegiando le grandi catene commerciali internazionali dal cosiddetto ‘food’ a quant’altro. Del resto, negli anni passati Palermo è stata, di fatto, espropriata del mercato storico della Vucciria nel silenzio generale; in compenso è arrivato a due passi, quasi in sostituzione, un centro commerciale; tutto questo mentre le attività commerciali di via Roma sono state ‘desertificate’, forse in attesa del salvifico Tram, che nel capoluogo siciliano è frutto della commistione tra interessi francesi, tedeschi e la finta ‘sinistra’ al servizio del globalismo ‘europeista’…

L’emendamento in discussione all’Assemblea regionale siciliana, se approvato, darebbe un colpo di spugna a tutte le limitazioni previste nei Centri storici di tutta la Sicilia dando via libera alle speculazioni

Torniamo al comunicato di Confimprese Sicilia: “La norma che vieta l’apertura delle medie strutture nel Centro storico di Palermo – insiste Felice – è l’articolo 5 del Regolamento di attuazione del Piano di urbanistica commerciale, approvato dal Consiglio comunale nel lontano 2002. Quindi la domanda che sorge spontanea è: per quale motivo il Consiglio comunale (di Palermo ndr) non modifica questo articolo del regolamento di attuazione? Perché modificare la legge per aggirare questa norma regolamentare comunale finendo per coinvolgere tutta l’Isola? Chi ha interesse ad utilizzare l’ariete Palermo per penetrare nei Centri storici dell’intera Isola’”. Di qui il j’accuse: “In questa vicenda – ribadisce il presidente di Confimprese Palermo e coordinatore regionale di Confimprese Sicilia – oltre alla mancata volontà dei Consigli comunali precedenti, incidono molto la burocrazia comunale di Palermo e la burocrazia regionale che si sono inventati pareri e richieste ed uno scambio di veti non previsti da alcuna norma. La stessa burocrazia che ieri parlava di adempimenti non previsti come la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) per il Comune di Palermo, oggi prepara un emendamento che dà un colpo di spugna a tutte le limitazioni previste nei Centri storici di tutta la Sicilia dando via libera ad operazioni di speculazioni che saranno possibili in particolar modo nei piccoli e nei medi Comuni, dove non sarà più richiesta alcuna autorizzazione ma si procederà con una semplice SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)“.

La tappa siciliana del Grand Tour, da luogo di contemplazione per la formazione delle coscienze, si trasformerebbe in una sorta di invasione dei mercanti nei templi della cultura

Complimenti vivissimi al Parlamento siciliano. Ma chi sono i protagonisti di questa ‘intelligente’ operazione globalista? Confimprese Sicilia ha inviato la nota al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, e al presidente della terza Commissione legislativa, Gaspare Vitrano. Il primo non è un parlamentare di grande esperienza, il secondo sì. Veramente strana, questa storia. “Confimprese – dice sempre Felice – insiste nell’idea che si possano autorizzare le medie strutture nei Centri storici, ma appunto autorizzare e non avviarle con una semplice comunicazione. Se il problema è Palermo si faccia un provvedimento speciale per Palermo”. Da quello che scrive Felice, se il Parlamento siciliano dovesse approvare questa norma, ebbene, nei Centri storici dei Comuni siciliani, sotto il profilo commerciale, si potrà fare di tutto a di più. E’ un passaggio, questo, molto importante, perché con tale provvedimento – al quale non è affatto estraneo il globalismo dell’ottusa Unione europea dell’euro controllata a bacchetta dalle multinazionali – i Centri storici potranno essere trasformati, con semplici comunicazioni, in ‘isole commerciali’, alla faccia dell’architettura e, in generale, della cultura. Commercio & mercati prenderebbero il posto dello studio e della contemplazione del bello. La tappa siciliana del Grand Tour, da luogo di contemplazione per la formazione delle coscienze, si trasformerebbe in una sorta di invasione dei mercanti nei templi della cultura. Spendere per acquistare beni che in larga parte non servono a nulla invece che riflettere sui valori della cultura. Il trionfo della globalizzazione nei centri storici della nostra Isola.

La questione parcheggi

Felice segnala un’altra questione: “Evidenziamo che questo provvedimento modificherà anche la dotazione dei parcheggi riducendola ad un quarto di quella dovuta. Il che potrebbe attivare contenziosi con le aziende commerciali che, per aprire le loro attività, hanno dovuto compensare, per l’ottenimento dei parcheggi, importi quattro volte superiori a quelli che si pagheranno dopo l’approvazione di questo emendamento”. Infine, il coordinatore regionale di Confimprese rinnova al Presidente della Commissione attività produttive ed al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana l’invito ad un confronto per illustrare i motivi dell’opposizione a quel provvedimento. “La politica –  conclude Felice –  decida avendo piena conoscenza e coscienza del panorama reale e che non voti sulla base di uno scenario falsato da una burocrazia distratta ed egocentrica”. Magari fosse solo una questione di burocrazia.

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