La ‘novità’ del Governo Meloni: una manovra economica e finanziaria che il Parlamento approverà senza dibattito come nei regimi totalitari

I parlamentari di maggioranza e di opposizione non potranno presentare emendamenti. Tutto questo è normale?

Si può presentare in Parlamento una manovra economica e finanziaria a ‘scatola chiusa’? Ormai, in Italia, è così da anni. Di fatto, è stato abolito il cosiddetto bicameralismo perfetto: il dibattito su Bilancio e legge di stabilità (un tempo legge finanziaria) va in scena in un solo ramo del Parlamento, quasi sempre la Camera dei deputati, mentre il Senato approva senza nemmeno discutere. Di solito alla Camera si discute e i parlamentari possono presentare emendamenti. Nel 2018 – Governo Giuseppe Conte 1 – i ‘capi’ del Movimento 5 Stelle, con grande ‘senso della democrazia’, buttavano fuori i parlamentari che non si adeguavano agli ordini del Governo. Almeno c’era uno straccio di dibattito. Con la manovra messa a punto dal Governo di Giorgia Meloni non ci sarà nemmeno questo: il disegno di legge arriverà in Parlamento è verrà votato senza la possibilità, per i parlamentari, di maggioranza e di opposizione, di presentare emendamenti. Approvazione a scatola chiusa, come nei regimi totalitari. Che senso avrebbe, infatti, dibattere su un provvedimento che non può essere emendato con i voti d’aula? Il tutto con l’avallo delle opposizioni di centrosinistra.

Il baratto tra Governo e Parlamento

Di fatto stiamo assistendo a un ulteriore degrado della democrazia parlamentare in particolare e della democrazia in generale. E le opposizioni di centrosinistra? Non hanno nulla da dire? Sembrerebbe che ai parlamentari – di maggioranza e di opposizione – sarebbe stato promesso un disegno di legge successivo nel quale piazzare le proprie ‘aspirazioni’ (o clientele?) in vista delle elezioni europee del Giugno del prossimo anno, ammesso che vengano celebrate. Vero è che la maggioranza di centrodestra controlla le presidenze di Camera e Senato che stanno avallando il tutto. Le opposizioni, però, si dovrebbero ribellare, perché la legge più importante dell’anno non dovrebbe essere approvata senza la possibilità di cambiarla con gli emendamenti da parte del Parlamento. In pratica – questo è l’aspetto grave – il Governo si sta sostituendo al Parlamento con il consenso delle opposizioni. Il tutto perché dopo ci sarà un’altra legge consociativa dove maggioranza e opposizione si spartiranno una mini-torta elettorale. Invece assistiamo a un baratto. Uno spettacolo deprimente.

Degrado politico e istituzionale senza fine. Con il dubbio che capo del Governo e Ministri non si fidino dei parlamentari della propria parte politica

La verità è che ormai il degrado della politica italiana non ha più limiti. I due terzi del Parlamento e forse più è composto da parlamentari che arrivano a Roma grazie alle liste bloccate. La Corte Costituzionale, qualche anno fa, ha ‘bocciato’ la legge elettorale del 2005 (Porcellum) che limitava le scelte del corpo elettorale. Per tutta risposta il Parlamento ne ha approvata un’altra che è addirittura peggiore della procedente. Se dovesse arrivare una nuova ‘bocciatura’ dalla Consulta il Parlamento di eletti nelle liste bloccate approveranno una terza legge elettorale magari peggiore delle prime due. In pratica, gli elettori, in Italia, non contano nulla: debbono votare i candidati scelti dalle segreterie dei partiti. Così la stragrande maggioranza dei parlamentari non risponde al popolo ma alle segreterie dei partiti. Ora è arrivata la novità di una manovra economica e finanziaria 2024 che non verrà esaminata, dibattuta con votazione di emendamenti in Parlamento. Ha fatto tutto il Governo che, come già accennato, si è sostituito al Parlamento. Senza offesa per nessuno, va detto che nemmeno Benito Mussolini era arrivato a tanto con il Gran consiglio del fascismo: almeno lì si discuteva, oggi si obbedisce e basta. Si giustificano dicendo che non ci sono soldi e non si possono effettuare cambiamenti. Ma questo è un ragionamento da Paesi non democratici. Il dubbio è che Presidente del Consiglio e i Ministri non si fidino della propria maggioranza. Anche i parlamentari di maggioranza possono presentare emendamenti che, se approvati dall’aula, possono cambiare la legge presentata dal Governo. Ribadiamo: dovrebbero essere le opposizioni a sollevare la questione, chiamando in causa, innanzitutto, i presidenti dei due rami del Parlamento che stanno avallando una procedura che sacrifica le prerogative del Parlamento agli interessi del Governo. Ma non registriamo, fino a questo momento, proteste. Ciò che appare sempre più nitidamente è il degrado politico e istituzionale.

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